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Nell’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina una delegazione di parlamentari da diversi Stati europei si é recata in visita a Kyiv. Tra i rappresentanti Lia Quartapelle (Pd), vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Camera.

Qual è stato il significato dell’incontro?

È stato importante essere a Kyiv nel giorno della ricorrenza di un anno dall’inizio dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina per portare il sostegno del Parlamento italiano e per ragionare del futuro del Paese e anche dell’Ue con gli altri parlamentari dell’Unione europea che erano presenti e con gli Ucraini.

Una missione che ha raccolto diverse fazioni politiche.

Una missione italiana bipartisan e poi una missione con altri 23 parlamentari da 15 Paesi europei, provenienti da tutti gli schieramenti politici. Un momento di grande solidarietà e di vicinanza dell’Unione europea all’Ucraina. Era dalla fine della seconda guerra mondiale che nel continente non si vedevano guerre di aggressione. Ricordo che il conflitto nei Balcani è stato una guerra civile, non una guerra di aggressione. È importante che l’Unione sia presente non solo con gli aiuti militari e economici, che sono assolutamente necessari, ma anche con un dialogo politico con le autorità ucraine per capire cosa fare nei prossimi mesi. Purtroppo il discorso di Vladimir Putin del 21 febbraio non ha fatto intravedere nessun tipo di spiraglio negoziale.

Di cosa avete parlato in particolare?

Si è discusso dell’efficacia degli aiuti militari finora erogati e di un nuovo sistema di tracciamento delle forniture, visto che erano stati sollevati alcuni problemi rispetto alla possibilità che una parte degli armamenti venisse rivenduta o fosse oggetto di traffici. Il ministero della Difesa ucraino si è oggi dotato di un sistema di tracciamento informatico abbastanza preciso. Il presidente Zelensky ci ha spiegato quanto tempo trascorre da quando si decide di dare un aiuto militare a quando arriva effettivamente, oltre al tempo necessario per renderlo operativo. Dunque la velocità di risposta ai loro appelli è una variabile cruciale per il successo delle operazioni militari.

E a proposito del processo di adesione all’Ue?

Abbiamo discusso dei prossimi passi rispetto al percorso di adesione nell’Unione europea. Zelensky ha tenuto a sottolineare quanto il ruolo di Mario Draghi sia stato cruciale nel permettere all’Ucraina di iniziare il percorso come Paese candidato. Nei prossimi mesi questo dovrà concretizzarsi nell’apertura dei negoziati e anche in un ripensamento di come funziona l’Unione stessa. L’Ucraina è un paese molto grande, estremamente popoloso, molto forte dal punto di vista militare e un avvicinamento e poi il successivo ingresso nell’Ue significherà un cambiamento anche degli equilibri interni dell’Unione. Per questo dico che la procedura di accesso significa ripensare completamente come funziona quel Paese, contrastare la corruzione, contrastare il potere degli oligarchi e, da parte nostra, ripensare tutte quelle aree dell’Unione che non funzionano per migliorarle e renderle più efficaci.

Ecco di cosa si è parlato nella nostra missione a Kyiv. Il racconto di Quartapelle (Pd)

“Vi era la possibilità che una parte degli armamenti fosse oggetto di traffici. Il ministero della Difesa ucraino si è oggi dotato di un sistema di tracciamento informatico abbastanza preciso” spiega la deputata dem dopo la visita a Kyiv. La velocità di risposta agli appelli ucraini è “una variabile cruciale per il successo”. E sull’adesione all’Ue…

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