Skip to main content

“Credo che sia a Bruxelles sia a Kiev ci sia la consapevolezza che l’Ucraina debba convergere con le norme europee. Ma ciò non si tradurrà in un’adesione a breve”. Così Ian Lesser, vicepresidente del German Marshall Fund e direttore esecutivo dell’ufficio di Bruxelles, commentando il viaggio del presidente ucraino Zelensky a Bruxelles.

Esiste uno spazio per la risoluzione diplomatica del conflitto?

Di certo può esserci uno spazio. La questione è: quando? E in quali condizioni? Credo sia chiaro che se questo conflitto porterà all’esaurimento di una parte o dell’altra ci saranno negoziati. Potremmo non vedere una vera e propria soluzione, ma una semplice stabilizzazione, un congelamento del conflitto. È possibile immaginare qualcosa del genere nel prossimo futuro, ma credo che ancora non esistano le condizioni adeguate per un negoziato tra le parti. Di certo, quando quelle condizioni si verificheranno l’apporto dei singoli Paesi europei potrebbe giocare un ruolo significativo, così come quello degli Usa. Per molti la soluzione coreana non è affatto una soluzione, è un semplice congelamento di un conflitto che non è mai ufficialmente terminato.

Zelensky ha posto grande enfasi sull’ingresso di Kiev nell’Unione europea. Crede che la procedura possa effettivamente avvenire in tempi brevi?

Credo che sia a Bruxelles sia a Kiev ci sia la consapevolezza che l’Ucraina debba convergere con le norme europee, con gli standard e le pratiche di sviluppo, con la politica estera e con altri aspetti. Ma ciò non si tradurrà in un’adesione a breve. Anche le voci che sostengono la progressiva integrazione non sono necessariamente ottimiste sulle prospettive a breve termine. Dopotutto l’Ucraina è un candidato molto grande e molto insicuro ed è difficile immaginarne l’immediata adesione in questo senso. Ma è fondamentale in un altro senso. La ricostruzione dell’Ucraina ha bisogno innanzitutto di una sicurezza di base per poter elaborare e consegnare un Piano Marshall. Inoltre la governance della ricostruzione richiederà di passare per le norme europee.

E per quanto riguarda un’adesione alla Nato?

Le richieste di adesione sia alla Nato che all’Ue non hanno seguito un progresso omogeneo. In un certo senso è sempre stato più facile entrare nella Nato che nell’Unione Europea, si pensi ad esempio al caso della Macedonia del Nord. Oppure ai Paesi dell’Europa orientale che negli anni Novanta hanno trovato molto più semplice aderire all’Alleanza che all’Ue. Non sto dicendo che l’Ucraina entrerà presto nella Nato, ma ci sarà una forte spinta in questo senso. Soprattutto se il conflitto si stabilizzerà. L’Ucraina ha già una struttura militare molto grande e sempre meglio equipaggiata e diventerebbe un attore di primo piano nello spazio atlantico.

L’Ucraina entrerà nell’Ue anche se non a breve. E sulla Nato... Parla Lesser (Gmf)

“Potremmo non vedere una vera e propria soluzione, ma una semplice stabilizzazione, un congelamento del conflitto”, così Ian Lesser, vicepresidente del German Marshall Fund, sulla visita di Zelensky al Consiglio europeo. E per propiziare l’ingresso nell’Unione, l’Ucraina convergerà “con le norme europee. Ma ci vorrà del tempo. Storicamente, è stato più semplice aderire alla Nato che all’Ue”

Cosa insegna l'allarme cyber per il futuro. Scrive Pastorella (Azione)

Di Giulia Pastorella

Negli ultimi anni abbiamo parlato continuamente di resilienza, ma se vogliamo davvero ottenerla, allora bisogna lavorare a tre aspetti: quello della consapevolezza e capacità del sistema produttivo, quello della governance istituzionale e quello della formazione dei lavoratori. L’intervento di Giulia Pastorella, deputata di Italia Viva-Azione

La "silenziocrazia" di Mattarella di fronte al cicaleccio politico

L’agone politico è ripieno di vocianti con un enorme spreco di parole da parte di tanti politici delle diverse parti (per fortuna non proprio tutti) e i veri contenuti, le vere terapie rispetto ai seri problemi in atto nel Paese sono costrette a fare la fila o ad essere rinchiuse in qualche armadio

Chi (non) incontrerà il governatore dello Xinjiang a Bruxelles

Erkin Tuniyaz, sanzionato dagli Stati Uniti, potrebbe incontrare i rappresentanti dei Paesi membri tra il 19 e il 21 febbraio. Ma è già cominciato il dibattito su quella che potrebbe diventare “un’incombente patata bollente diplomatica”, secondo Politico. La visita a Londra e la probabile apertura di Ungheria, Grecia, Malta e Cipro

 

Perché SpaceX vuole limitare internet alle forze ucraine

SpaceX intende limitare l’uso di Starlink alle forze armate ucraine, “colpevoli” di aver utilizzato il sistema per pilotare i droni. La compagnia Elon Musk è stata essenziale nel fornire connessione internet da satellite alle forze ucraine dall’inizio della guerra, ma non è la prima volta che emergono tensioni tra i vertici di Kiev e il magnate

L'AI Act europeo mette nel mirino ChaptGpt

La bozza legislativa a Bruxelles elenca quattro categorie di rischi e lo strumento di OpenAI potrebbe essere inserito in uno dei più pericolosi. In tal caso, verrebbe minato il suo sviluppo così come verrebbero frenati gli investimenti in un campo molto fertile

fintech rating

Dalla Finlandia arriva EUROe, la stablecoin con la benedizione dell'Ue

La società finlandese del fintech Membrane Finance ha annunciato la creazione di EUROe, che trasforma un euro fiat in una valuta digitale negoziabile su Ethereum

I fattori geopolitici dell'inflazione degli anni Settanta

Fine del sistema di cambi fissi, repentino aumento del prezzo del petrolio innescato dalla guerra del Kippur e diplomazia tripolare. I fattori geopolitici alla base delle spinte inflattive degli anni Settanta spiegati dall’ambasciatore Maurizio Melani

Lo show militare di Kim (con figlia al suo fianco)

Kim mostra la successione. L’eredità del leader forse passerà dalla figlia secondogenita che ormai lo accompagna sempre, ma certamente ruoterà attorno alle capacità militari. Nella parata militare di Pyongyang missili balistici a potenziale nucleare mai visti per numero e qualità

Bernadette compie 80 anni. Il racconto di Ciccotti

1943, siamo nel buio di una guerra mondiale peggiore della prima. Hollywood decide di portare sullo schermo una storia di fede e ottimismo: il romanzo “The song of Bernadette”, di Franz Werfel (un amico di Franz Kafka). Un’ineccepibile sceneggiatura e regia (Henry King) fa conoscere al pubblico mondiale l’adolescente Bernadette: povera, analfabeta, ma dal carattere gentile e forte. Un film che ancora oggi ci commuove

×

Iscriviti alla newsletter