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Si è conclusa la prima delle due giornate della 188esima riunione annuale del Comitato militare della Nato, nella sessione che riunisce insieme i capi di Stato maggiore della Difesa dei Paesi alleati. Ad aprire i lavori vi erano il vicesegretario generale della Nato, Mircea Geoană, insieme al presidente del Comitato militare dell’Alleanza Atlantica, Rob Bauer. In attesa di completare l’iter di adesione – che, come ricordato nella giornata di ieri dalla premier finlandese Sanna Marin al World Economic Forum di Davos, “dovrebbe essere più veloce” e non dovrebbe incontrare ostacoli – erano presenti anche i rappresentati di Finlandia e Svezia. Come racconta una nota diffusa dalla stessa Nato, obiettivo di quest’anno è discutere del rafforzamento della Difesa e della deterrenza dell’Alleanza “aumentando la prontezza, sviluppando le capacità e collegando più strettamente che mai la pianificazione militare nazionale e quella della Nato”. Non solo, anche la guerra russo-ucraina rappresenterà uno dei temi centrali per il Comitato.

Priorità strategiche per la Difesa alleata

Questa prima giornata di lavori ha visto tre diverse sessioni di lavoro, dedicate alle considerazioni strategiche del Comandante supremo alleato per la trasformazione (Sact) e del Comandante supremo alleato in Europa (Saceur), e in ultimo ai rischi legati al mantenimento di un adeguato ed efficiente livello di prontezza delle forze. Mentre domani le sessioni includeranno i partner operativi dell’Alleanza per discutere delle diverse missioni. Come la missione Kfor, la forza internazionale di mantenimento della pace guidata dalla Nato in Kosovo, e alla missione Nato in Iraq. Le quali precederanno la conferenza stampa congiunta che vedrà insieme Bauer, il Sact Philippe Lavigne, per parlare di bilanciamento delle capacità, e il Saceur Christopher Cavoli che fornirà invece considerazioni strategiche sulla postura dell’Alleanza, dal fianco orientale agli altri teatri.

Sicurezza globale instabile: l’Ucraina

Nel suo discorso di apertura, l’ammiraglio Bauer ha parlato del degrado dell’ambiente di sicurezza globale provocato dalla guerra in Ucraina. “Purtroppo, stiamo assistendo all’alba di una nuova era di difesa collettiva. Tuttavia, è un’era per la quale la Nato è pronta. Abbiamo dimostrato al mondo che siamo in grado di aumentare rapidamente la nostra presenza quando e dove necessario”, ha sottolineato il presidente del Comitato. “Abbiamo fornito un’assistenza senza precedenti per sostenere il diritto all’autodifesa dell’Ucraina. E questo ha fatto la differenza sul campo di battaglia. Questo sostegno è fondamentale per plasmare il futuro dell’Ucraina”, ha invece evidenziato Geoană facendo riferimento allo strenuo sostegno profuso dagli alleati in favore dello Stato aggredito. In conclusione, per il vicesegretario generale: “il 2023 sarà un anno difficile. E dobbiamo sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario”.

Puntare su Difesa, produzione di armi e digitale

Dal canto suo il vicesegretario generale, nel corso del suo intervento ha parlato delle tre aree di lavoro più strategiche per gli alleati, in vista anche del prossimo vertice Nato che si terrà quest’anno a Vilnius, in Lituania. Esse sono: investire maggiormente in Difesa (come testimonia la richiesta ai Paesi alleati di destinare alla Difesa almeno il 2% del proprio Pil nazionale), aumentare la produzione di armi e munizioni e infine trasformare la Nato affinché sia sempre più pronta per l’era digitale. A detta sua, inoltre, la Nato “deve mantenere la capacità militare e l’abilità di difendere l’Alleanza da tutte le sfide, ora e in futuro, anche in operazioni multidominio”.

(Foto: Nato)

Prepararsi al 2023. Riunito il Comitato militare della Nato

Rafforzamento della deterrenza, puntare sulla Difesa, la produzione di armi e il digitale, e continuare a sostenere l’Ucraina. Sono state queste le priorità strategiche al centro della prima giornata della riunione annuale del Comitato militare della Nato che riunisce i capi di Stato maggiore della Difesa dei Paesi alleati

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