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Anni fa, un noto imprenditore italiano ricevette un’inaspettata confidenza da parte della signora Merkel, allora all’apice del potere tedesco ed europeo. Più che una confidenza, uno sfogo. Nel corso della pur breve udienza, il discorso cadde sull’allora presidente del Consiglio italiano. Esibendo quel candore di cui sono capaci solo i politici di professione, frau Merkel la mise così: “Davvero non capisco il suo atteggiamento. Ai Consigli europei ha un atteggiamento collaborativo e accondiscendente. Mai una critica, mai una polemica. Poi esce, convoca una conferenza stampa e attacca le decisioni prese attribuendole personalmente a me. Non è piacevole, anche se, non essendo lui il primo premier italiano a farlo, mi sono ormai abituata”.

I mitici “poteri forti”, “la speculazione”, le istituzioni europee e la Bce sono da tempo oggetto degli strali dei governanti italiani. A volte motivati, spesso pretestuosi, quasi sempre sopra le righe. Un modo per giustificare le proprie manchevolezze e per accreditarsi come i veri difensori dell’interesse nazionale secondo l’antica retorica di Davide contro Golia. La storia si ripete.

Più d’un ministro del governo Meloni ha fatto proprio questo consumato canone narrativo. Lo ha fatto anche il ministro della Difesa Guido Crosetto. E la cosa stupisce. Stupisce perché Crosetto è un moderato, si qualifica liberale e si caratterizza per un approccio realista e non demagogico ai problemi. Dev’essere anche per questo che la sua intervista pubblicata mercoledì da Repubblica continua a tener banco ancora oggi. Un’intervista forte già nel titolo (“La Bce ha troppo potere”). Un titolo che, però, ben sintetizza le seguenti parole pronunciate dall’intervistato: “Abbiamo lasciato a organismi indipendenti e che rispondono solo a sé stessi, la possibilità di incidere sulla vita dei cittadini e sull’economia, in modo superiore alla Commissione europea e soprattutto ai governi nazionali. È legittimo chiedersi quanto sia giusto?».

Crosetto sa bene che l’indipendenza delle banche centrali è propria delle democrazie liberali. E sa anche che, come è accaduto recentemente in Turchia, quando le banche centrali piegano le loro decisioni alla volontà o alle convenienze del potere politico autocratico l’economia il più delle volte va a rotoli. Criticare la scelta della Bce di ridurre i tassi di interesse e l’acquisto dei titoli di Stato è legittimo. Legittimo ma inutile. Deprecarne l’indipendenza non è solo inutile, è sbagliato. In entrambi i casi, si tratta di posizioni politiche controproducenti. Utili solo a rinverdire antichi preconcetti sull’Italia e recenti sospetti sul governo in carica.

regno unito

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