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Terrorismi ed estremismi sono fenomeni che si evolvono con il tempo e con il mutare delle dinamiche di socializzazione e competizione tra individui, gruppi e Stati. È una riflessione che sottende alla nuova edizione del Rapporto #ReaCT sul terrorismo e il radicalismo in Europa, disponibile in due lingue, italiano e inglese, e in due formati, digitale e cartaceo. Ogni anno il Rapporto, realizzato dall’omonimo Osservatorio, traccia l’evoluzione di questi fenomeni, che occupano uno spazio considerevole nella nostra realtà, discutendo le questioni d’attualità che vedono impegnati gli esperti del settore e presentando le indicazioni più rilevanti emerse dalla ricerca e dall’esperienza sul terreno, attraverso l’apporto di studiosi e professionisti di vari Paesi.

Lo jihadismo continua a rappresentare non l’unica, ma sicuramente la forma di violenza terroristica più letale, e grazie al database del centro di ricerca Start InSight (Lugano), curato dal direttore dell’Osservatorio Claudio Bertolotti, emerge un profilo sempre aggiornato degli jihadisti che colpiscono l’Europa. Per la maggior parte, gli attentatori sono uomini, giovani, spesso immigrati di prima, seconda o terza generazione. Se il 71% dei terroristi a partire dal 2014 risultano essere regolarmente residenti, da qualche anno, sono in aumento gli immigrati irregolari che entrano in azione (il 63% del totale nel 2023), ciò che indica come sia la prima generazione ad essere progressivamente interessata dal terrorismo -diversamente da ciò che avveniva nel decennio scorso. E nonostante la preoccupazione generalizzata per la radicalizzazione dei minorenni, l’età media di chi ha colpito nel 2023 si attestava sui 28.5 anni. Alcuni gruppi nazionali ed etnici specifici sono poi più esposti di altri alla deriva estremista, in rapporto di proporzionalità con i principali gruppi di immigrati presenti sul territorio. I dati possono variare da Paese a Paese ma in Europa nel suo complesso, marocchini e algerini risultano in cima alla lista. Anche i recidivi sono in aumento.

La fotografia che rimandano i numeri è presentata in maniera approfondita nel Rapporto, che discute anche di aspetti tattico-strategici come l’uso dei coltelli quale arma prevalente.

Fra gli altri temi trattati dai diversi analisti, vi è l’esame dei contesti internazionali: dalla reale capacità di proiezione dello Stato Islamico Khorasan dall’Afghanistan verso l’Europa, alla jihad lungo l’asse Sahel e Nord Africa, all’apartheid di genere nel regime dei Talebani. Ma ampio spazio trovano anche le valutazioni sulla natura del terrorismo, la necessità di aggiornare la nostra comprensione del fenomeno nonché le definizioni, la natura del terrorismo cosiddetto lone actor, mosso cioè da attori solitari (che solitari non sono), il coinvolgimento dei teenagers nella violenza estremista, il ruolo degli ecosistemi digitali, il peso che hanno i discorsi d’odio e i caratteri degli estremismi anti-sistema globalmente connessi. Un focus particolarmente interessante verte sul ruolo delle forze di sicurezza portoghesi nella prevenzione. Vi è inoltre un bilancio delle attività del Ran (Radicalisation Awareness Network) e le conclusioni cui giunge un libro di cui si consiglia la lettura, dedicato alla de-radicalizzazione.

In sintesi, #ReaCT2024 intercetta le necessità di approfondimento che di volta in volta si manifestano nelle varie sfere professionali, e si propone quale strumento di lavoro dall’approccio multidisciplinare e divulgativo, atto a favorire il dialogo tra ricercatori, istituzioni e chi opera sul terreno nel contrasto alla violenza politica, sociale e religiosa.

#ReaCT2024 si scarica gratuitamente dai siti dell’Osservatorio ReaCT e di Start InSight e si ordina in hard copy su Amazon.

Come combattere (e prevenire) il terrorismo. Il rapporto ReaCT

Di Chiara Sulmoni

Nel 2023 sono state registrate dodici azioni terroristiche di matrice jihadista, da parte di dodici soggetti, così anche nel 2024. In aumento i recidivi. Sono alcuni dei dati sugli attacchi terroristici registrati dalla nuova edizione dell’annuale Rapporto #ReaCT sul terrorismo e il radicalismo in Europa, che segnala come la minaccia sia tutt’altro che scomparsa. Il punto di Chiara Sulmoni, presidente di Start InSight e condirettrice di ReaCT

I sei passi che deve fare l'Europa per tornare competitiva. Scrive Paganetto

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