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Se non fosse la realtà, sembrerebbe un gioco perverso, ai limiti del surreale. Eppure, in Cina succede anche questo. Si prestano soldi a società che poi non sono in grado di restituirli e quando il credito va in sofferenza, le banche sono costrette a svalutarlo, aprendo una voragine nei conti. Nei giorni scorsi Formiche.net ha raccontato il circolo vizioso tra grandi banche e mattone, con le prime che continuano a inondare di liquidità un comparto formalmente e sostanzialmente insolvente. A proprio rischio e pericolo, dal momento che l’incaglio del credito è dietro l’angolo quando si ha a che fare con realtà quali Evergrande&Co.

E allora, perché continuare a elargire credito? Voleri del governo, si dirà, e in effetti è proprio così. Fatto sta che a pochi giorni dalla diffusione della notizia di una maxi svalutazione da 200 miliardi, scontata dalle banche impegnate con il mercato immobiliare, ecco che arriva un’altra ondata di finanziamenti. Nel fine settimana, infatti, le principali banche del Paese hanno deciso di aprire linee di credito al comparto del mattone per oltre 3 mila miliardi di yuan (431 miliardi di dollari), destinati per l’appunto a società immobiliari a corto di liquidità.

Un esempio, la Industrial and Commercial Bank of China, la più grande banca statale della nazione, ha annunciato piani per 655 miliardi di yuan per 12 colossi del real estate, tra cui il gigante Country Garden Holdings. Il totale delle linee di credito annunciate in questa tornata dalle principali banche statali e regionali supera i 3,19 trilioni di yuan, portando così il monte-prestiti da gennaio a oggi a 12 mila miliardi di yuan. Dietro la decisione degli istituti c’è sicuramente il fatto che l’allentamento delle restrizioni per il Covid possa in qualche modo fungere da tonico per l’economia cinese.

Il problema è che nel breve-medio termine, se il mattone non dovesse risollevarsi, per le banche saranno guai. Per anni, prima, durante e dopo la pandemia, gli istituti hanno infatti prestato miliardi di dollari ai grandi colossi del mattone. I quali, una volta finiti a gambe all’aria o imbottiti di downgrade, sono stati costretti a rinegoziare il debito, che è passato allo stato di sofferenza. Tutto questo si è tradotto per gli istituti in un costo di 1.500 miliardi yuan, per l’appunto circa 212 miliardi di dollari. Gli analisti di Ubs stimano addirittura in quasi 9 mila miliardi di yuan l’esposizione storica del settore immobiliare verso le banche. Le quali però, non sembrano curarsene più di tanto.

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