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Venerdì è stato attivato il “Tavolo nazionale per le materie critiche” promosso nel nuovo format dal ministero delle Imprese e del Made in Italy e dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, con tutti gli attori pubblici e privati. L’obiettivo è “compenetrare le esigenze del sistema produttivo con gli obiettivi del rispetto ambientale, in una strategia Paese che determini anche le scelte europee e occidentali per l’autonomia strategica rispetto al predominio della Cina”, ha sostenuto il ministro Adolfo Urso (Imprese) nel suo intervento.

Al tavolo anche le altre amministrazioni nazionali, la Presidenza del Consiglio, il ministero degli Esteri, l’Istat, ma anche rappresentanti della Commissione europea e di agenzie europee, le associazioni di impresa e i maggiori esperti del settore. Nei giorni scorsi l’Italia è entrata a far parte della Minerals Security Partnership, iniziativa lanciata a giugno dall’amministrazione statunitense per promuovere l’estrazione etica e rafforzare le partnership tra Paesi “amici” lungo le catene di approvvigionamento del settore, anche a fronte della weaponization delle interdipendenze da parte di Paesi autoritari, come Russia e Cina

“Il tavolo è anche funzionale a definire il fabbisogno del Paese”, ha continuato Urso, “nella duplice transizione green e digitale e fornire utili elementi in vista del Critical Raw Materials Act che sarà presentato dalla Commissione europea in primavera. Siamo assolutamente convinti che occorra soprattutto in questo campo una politica europea assertiva che utilizzi risorse comuni anche attraverso il Fondo sovrano europeo. Il tavolo inoltre potrà aiutarci nella definizione di una nuova normativa nazionale sulla estrazione mineraria”, ha concluso Urso.

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin, dal canto suo, ha evidenziato come “dinanzi a una realtà che vede l’Europa fortemente dipendente da Paesi stranieri per queste materie prime, strategiche per la decarbonizzazione, sia necessario adottare misure che promuovano sempre più l’economia circolare”. È fondamentale, ha continuato, “investire di più per una migliore gestione degli scarti, puntando alla raccolta, alla selezione, e al recupero delle materie prime contenute nei rifiuti; abbandonare la visione del rifiuto come problema e sfruttare appieno il rifiuto come risorsa, da usare in modo intelligente, creativa e rigenerativa”. Infine, il ministro ha ricordato che il governo è intenzionato a “promuovere tale approccio con iniziative di sistema, meccanismi incentivanti, comunicazione e semplificazioni normative in attuazione e revisione dei piani strategici e programmi come: la Strategia nazionale economia circolare, il Piano nazionale gestione dei rifiuti, l’aggiornamento che faremo del Piano nazionale per la prevenzione dei rifiuti, e quello per il consumo sostenibile. Si tratta”, ha concluso, “di politiche molto legate anche alle disposizioni europee a cui parteciperemo con forza per difendere la via italiana all’economia circolare che ci ha portato in posizione di leadership europea in questi anni”.

Un tavolo per le materie critiche. La mossa del governo davanti alla sfida cinese

L’obiettivo è “compenetrare le esigenze del sistema produttivo con gli obiettivi del rispetto ambientale, in una strategia Paese che determini anche le scelte europee e occidentali per l’autonomia strategica rispetto al predominio della Cina”, ha sostenuto il ministro Urso. Pichetto: “Necessario adottare misure che promuovano sempre più l’economia circolare”

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