Skip to main content

Il sottile filo che, nella costruzione della manovra, ha accompagnato il dialogo ideale e materiale tra Chigi, Mef ed Europa è il tratto somatico dell’azione del governo, tarata essenzialmente su due elementi: si è fatta una finanziaria responsabile e di taglio europeo che rispecchia i numeri e non certe intenzioni diffuse (prima) sui giornali; si è tenuto conto dei cosiddetti fattori esterni, come rating, spread, aumento dei tassi di interesse, tutte armi di distruzione di governi che, al momento, sono calmierati.

Il risultato è una manovra che fa tutto quanto possibile e in coerenza con il programma ma non va oltre, perché semplicemente non si può: si presenta quindi come la manovra di un governo politico serio che non strappa. Di chi i meriti? Condivisi tra i “silenziosi”.

Giancarlo Giorgetti è il ministro che, nel primo mese di governo, ha dichiarato poco e lavorato moltissimo, pur avendo subito non pochi attacchi per “assenza di coraggio”. Il riferimento è alla presunta mancata rottura con il segretario della Lega, passaggio che nessuno ha fin qui fatto in concreto. Ha scelto invece di lasciar cadere nel vuoto provocazioni e richieste senza logica, in primis quelle del suo partito e ha provato a suonare lo spartito del realismo, di conti e misure.

Oltre al capo di gabinetto del premier, quel Caputi formatosi alla scuola di via XX Settembre ai tempi del prof. Tremonti, altri due nomi si intestano il piglio con cui giungere alla manovra: Fazzolari e Fitto. Il primo, braccio destro politico del premier, ha indicato paletti, limiti e velocità di crociera; il secondo non si occupa solo di Pnrr ma anche di affari regionali e anche lui, come Giorgetti, è stato a Berlino. La sua diplomazia silenziosa è altrettanto vitale per l’esecutivo.

Ne emerge un quadro d’insieme per cui la nota dialettica Chigi-Mef c’è stata ma molto meno “agitata” che in passati governi. Merito della riservatezza, cifra di Giorgetti ma anche delle persone più vicine alla Meloni.

Prima del Cdm di ieri si sono viste in sostanza due manovre: una sui media con annunci e richieste, e una silenziosa, costruita faticosamente senza clamore e alla ricerca di ragionevoli compromessi. L’esito finale, nonostante le prevedibili intemperanze dei partiti in Parlamento, ha il segno della Meloni e di Giorgetti con il supporto di Fazzolari, Fitto e altri meno visibili ancora. Dall’altro versante si scorge sia la capacità di Conte di individuare una clava politica nella difesa del Reddito di cittadinanza e sia l’incapacità del Pd di inserirsi come parte attiva.

Per cui appare chiaro che la validità della manovra non si misurerà tanto in consenso popolare, visto che la campagna elettorale è terminata e il prossimo appuntamento sarà nel 2024 con il rinnovo del Parlamento Ue. Bensì in consenso europeo.

In questo senso va letto il filo di comunicazione, attivato e reso costante, con Bruxelles e le altre capitali europee, basato sul dialogo con il commissario europeo Paolo Gentiloni, con cui il rapporto è cordiale e costruttivo nell’interesse nazionale, senza dimenticare le interlocuzioni impreziosite dal ruolo dei diplomatici (e in particolare dell’ambasciatore Benassi).

Una manovra in silenzio, che in quanto tale paga, per la tenuta dei conti pubblici.

La manovra in silenzio. Come funziona la tela di Meloni (tra Mef ed Europa)

La densità della manovra economica non si misurerà in consenso popolare, visto che la campagna elettorale è terminata e il prossimo appuntamento sarà nel 2024 con il rinnovo del Parlamento Ue, ma in consenso europeo

È una guerra mondiale unilaterale. Parla il Nobel Yunus

“Non una sola persona al mondo viene risparmiata dal duro impatto” del conflitto, spiega l’economista che ha portato il suo Global Social Business Summit a Torino. “Il mondo intero è sotto attacco da parte di un solo Paese”

L’educazione per affrontare i rischi cyber. L’intervento di Nunzia Ciardi (Acn)

Di Nunzia Ciardi

Un’ alleanza tra scuole, famiglie e delle agenzie deputate a svolgere nei confronti dei giovani l’importante funzione educativa costituisce il primo baluardo protettivo verso il rischio online. L’articolo di Nunzia Ciardi, vice direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, che prende spunto dall’intervento pronunciato al convegno “Scuola e università per il futuro del Paese”, promosso dall’Osservatorio sulle Politiche educative dell’Eurispes, promosso da Gian Maria Fara e diretto da Mario Caligiuri

Il "momento Sputnik" che ci costringe a staccarci dalla Cina. Parla Tellis (Carnegie)

La stretta di mano Biden-Xi non vale sul piano tecnologico: finché gli Usa non avranno consolidato il loro vantaggio, con la Cina non ci potrà più essere cooperazione nei settori alla frontiera del progresso e della sicurezza nazionale: semiconduttori, Intelligenza artificiale, quantum computing, genomica e materiali avanzati. L’Europa lo ha capito ma dovrà fare di più. E sul G20 che Modi sta organizzando per l’anno prossimo… Conversazione con Ashley Tellis, esperto di sicurezza nazionale del Carnegie Endowment

Enrico Mattei, una lezione di energia ancora attuale. La presentazione di Formiche

Enrico Mattei nella storia dell’Italia delle partecipate e la sua lezione per la diplomazia energetica contemporanea. Se ne è parlato alla Luiss, in occasione della presentazione della rivista Formiche. Tra gli ospiti, Maria Tripodi sottosegretario di Stato al ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Giovanni Orsina direttore della Luiss School of Government, Mario Caligiuri, direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, Marco Alberti, ambasciatore d’Italia in Kazakistan e Kirghizistan, Marco Piredda, head of International affairs analysis and business support di Eni

Cinque portaerei intorno all’Europa. Lo show-off di coesione della Nato

Cinque portaerei dei Paesi Nato, tra cui anche la ITS Cavour italiana, stanno pattugliando i mari intorno all’Europa, compreso il Mediterraneo. Anche se le portaerei operano separatamente, tali attività evidenziano la capacità dell’Alleanza Atlantica di condurre operazioni significative, anche di cooperazione navale, e rimarca la postura di “Deterrenza e difesa” adottata in seguito all’invasione dell’Ucraina

Al Pd serve un congresso drammatico. L'analisi di Franchi

“Una doppia opa ostile sul Nazareno, come accaduto in Francia, rischierebbe di sgretolarlo. Il Pd è passato da essere partito solido ai tempi pre-Lingotto ad un partito liquido. E ora rischia di diventare gassoso, quindi di scomparire. Ha ragione D’Alema: FdI ha vinto perché il partito più novecentesco d’Italia”. Conversazione con l’editorialista del Corriere della Sera

Usa in Medio Oriente. La visione del Pentagono

Il Medio Oriente resta un’area di interesse strategico per gli Stati Uniti, ma il Pentagono spiega nuovamente come sarà veicolato, evitando eccessivi coinvolgimenti e privilegiando l’integrazione

Bonaccini fuori dalle correnti. Un Pd tra pragmatismo e identità

Il governatore ha dimostrato sul campo di saper macinare consensi. Fuori dalle logiche di corrente, vuole ripartire dall’identità del partito. Parlando prima di tutto dalla sua terra. Rimane da sciogliere l’incognita Nardella. Parole di stima verso la sua vice (e competitor) Elly Schlein

Il Partito Comunista Cinese mette scienziati al governo per competere con gli Usa

Il XX Congresso del Partito Comunista Cinese ha fatto entrare nel Comitato Centrale del Partito una serie di figure con esperienze industriali nei settori ad alta tecnologia. Una precisa strategia politica che vede negli investimenti in ricerca e sviluppo la chiave di volta della prosperità economica e militare cinese, come evidenziato dal presidente Xi

×

Iscriviti alla newsletter