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L’Italia, travolta dal ciclone dazi e ancora alla ricerca di un accordo con la Casa Bianca, cucito su misura o quanto meno della giusta taglia, guarda a nuovi mercati. E l’India, è tra questi. Nelle ore in cui va concludendosi il Forum imprenditoriale e scientifico italo-indiano, che ha portato a Nuova Delhi alcune delle eccellenze industriali dello Stivale, il Paese più popoloso del mondo e prossimo numero due del ranking mondiale dell’economia si configura sempre di più come il nuovo posto al sole per l’Italia.

LA SPONDA INDIANA

La chiave di lettura l’ha data il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha guidato per conto del governo la missione nel Paese degli elefanti, unitamente al ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. La “solida amicizia e il partenariato economico tra Italia e India sono ancora più importanti ora, mentre affrontiamo le conseguenze globali dei cambiamenti nella politica commerciale americana: crediamo che la strada migliore da percorrere sia il dialogo. Perché le guerre commerciali non aiutano nessuno e danneggiano tutti. L’obiettivo dell’Italia è raggiungere una situazione senza dazi doganali”, ha messo in chiaro Tajani. “Allo stesso tempo, vogliamo sfruttare questa opportunità per crescere in mercati chiave e ad alto potenziale. E per questo motivo, negli ultimi giorni, ho lanciato un dettagliato Piano d’Azione per l’Export, in cui l’India e tutta l’Asia sono partner prioritari”.

Immediata la sponda di Shri Piyush Goyal, ministro dell’Industria indiano. Italia e India hanno “un potenziale incredibile per crescere insieme. L’India è un mercato chiave per le vostre imprese e offre possibilità di espandere la manifattura. Offriamo un’opportunità per tutti per un futuro prospero di business”, ha commentato il ministro, sottolineando che il forum rappresenta “un’opportunità per risolvere collettivamente le sfide” che il mondo sta affrontando, per “incoraggiare gli investimenti reciproci, promuoverli senza barriere e per dare attuazione al piano d’azione congiunto concordato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal primo ministro indiano Narendra Modi.

NEL NOME DELL’AEROSPAZIO

Fin qui la politica. Poi ci sono le imprese e le sinergie industriali. Uno dei piatti forti della due giorni a Nuova Delhi è stato lo spazio. “La missione in India rappresenta un`opportunità straordinaria per rafforzare la cooperazione industriale tra i nostri Paesi. In particolare nel settore aerospaziale, quello italiano è il comparto più rilevante tra i sistemi integrati ad alta tecnologia: secondo i dati del Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio, nel 2023 contava oltre 50 mila addetti e generava un valore di 18 miliardi di euro, con il 10% destinato alla ricerca e sviluppo. Una filiera composta per l`80% da pmi che collaborano con grandi contractor, università e centri di ricerca, conferma la vitalità e la capacità di innovazione del nostro ecosistema”, ha sottolineato Giorgio Marsiaj, delegato per l’aerospazio di Confindustria, durante la missione imprenditoriale a Delhi in occasione della visita dei ministri Tajani e Bernini, a cui hanno partecipato oltre 200 delegati, tra cui 145 realtà italiane, dai grandi gruppi alle pmi, passando per università, centri di ricerca e start-up.

“L`India, con i suoi recenti successi nel campo spaziale, come la missione Chandrayaan-3 del 2023, si sta affermando come protagonista di rilievo a livello globale. Un alleato strategico con cui costruire partnership di lungo periodo, condividere know-how e promuovere l`innovazione. Confindustria è pronta a favorire sinergie tra imprese, istituzioni e mondo della ricerca per trasformare questa collaborazione in crescita condivisa e progresso tecnologico per entrambi i Paesi”.

POTERE DELLA RICERCA

Altro versante, la ricerca. Qui è stato il ministro Bernini a tirare le fila di un’intesa anch’essa strategica con Nuova Delhi. Bernini e il suo omologo Jitendra Singh hanno infatti firmato un memorandum of understanding per rafforzare la cooperazione bilaterale nel campo della ricerca scientifica e tecnologica tra i due Paesi. Un passo significativo per consolidare i rapporti scientifici tra Italia e India, valorizzando le eccellenze accademiche e di ricerca di entrambi i Paesi. L’obiettivo dell’accordo è promuovere azioni e programmi congiunti, attraverso iniziative quali: la mobilità bilaterale di scienziati e ricercatori, lo sviluppo di progetti di ricerca condivisi, l`accesso e l`utilizzo congiunto delle infrastrutture scientifiche, lo scambio di informazioni in materia di politiche della scienza e della tecnologia, nonché la partecipazione a conferenze, workshop ed eventi di rilevanza internazionale.

IL COTONE VAL BENE LA SETA

Altro tema, forse tra i più importanti, la Via del Cotone, il progetto alternativo alla Via della Seta che punta a realizzare un corridoio economico logistico tra India, Medio Oriente ed Europa (Imec). “Un’iniziativa storica che creerà davvero un nuovo accesso globale per le economie” ed anche alle risorse energetiche, ha enfatizzato il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar. “Oggi ha perfettamente senso collegare le due parti, con l’Italia che partendo dal Mediterraneo guarda verso est e l’India viceversa”, ha aggiunto il capo della diplomazia di Nuova Delhi, riferendosi sempre alla Via Del Cotone.

L’iniziativa, ha precisato, “è un’opportunità che l’India vuole cogliere anche per far emergere il nostro interesse per il Mediterraneo. Le nostre relazioni con i Paesi di questa regione sono progredite enormemente negli ultimi anni ed oggi il Mare Nostrum vale per l’India a livello commerciale decine di miliardi di dollari all’anno. Per Nuova Delhi, l’Italia si incastra perfettamente in questa strategia che guarda attentamente a ovest. Per noi l’Italia occupa un posto di rilievo in molti settori. C’è una naturale complementarietà, che si tratti di energia, trasporti o di trasformazione alimentare”.

E anche qui non è mancata la chiosa di Tajani. Per il quale la Via del Cotone rappresenta “un’opportunità strategica per la crescita e il commercio. Vogliamo rafforzarla per sostenere esportazioni e investimenti e organizzare un incontro politico con tutti i Paesi che fanno parte di questo progetto, nella seconda metà di quest’anno”.

TRA FINANZA E RUPIE

Ancora accordi, ancora economia. E finanza. Stavolta la regia è di Sace, che in occasione del Forum ha annunciato la partnership al fianco di Shriram Finance Limited, la più grande società finanziaria non bancaria del settore retail in India, rafforzando il proprio impegno nel sostenere l’export delle imprese italiane attraverso partnership strategiche nei mercati emergenti. Sace ha in tal senso garantito un finanziamento in valuta estera a favore di Shriram Finance per un valore complessivo pari a oltre 500 milioni di dollari (393 milioni di euro e 100 milioni di dollari statunitensi) per fare da apripista alle esportazioni italiane con la società indiana.

Inoltre, è partito il progetto della società del Tesoro Rupie Express, la nuova soluzione che fa da apripista all’export italiano e che punta a rafforzare il posizionamento delle imprese italiane nelle catene globali di fornitura. Con questa operazione il gruppo assicurativo finanziario italiano è pronto a garantire l’equivalente di 200 milioni di euro di finanziamenti in rupie, valuta locale, a Buyers indiani di dimensioni piccole e medie, attivi in settori diversificati, che hanno manifestato interesse ad aumentare il loro portafoglio di procurement dall’Italia.

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