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Almeno 15 persone sono state uccise e altre 114 ferite a seguito di un devastante attacco notturno russo durato quasi nove ore contro la capitale ucraina. L’operazione, una delle più massicce dall’inizio dell’invasione su vasta scala nel febbraio del 2022, ha visto il lancio di 472 armi aeree, inclusi quasi 280 droni kamikaze di tipo Shahed, missili da crociera e due missili balistici Kinzhal. L’attacco è avvenuto in concomitanza con lo svolgimento del vertice del G7 in Canada, suggerendo un deliberato intento simbolico da parte del Cremlino.

Secondo il comando dell’Aeronautica ucraina, le forze di difesa aerea hanno abbattuto 428 bersagli, tra cui 239 droni e 15 missili Kh-101. Uno dei due Kinzhal è stato intercettato, mentre l’altro è stato perso dai radar. Nonostante la risposta delle difese, l’attacco ha causato distruzione e morte in diversi quartieri della capitale.

L’offensiva ha colpito almeno otto distretti di Kyiv. Nel distretto di Solomianskyi, un missile ha distrutto parte di un edificio residenziale di nove piani, mentre un altro ha scatenato un incendio in un palazzo di cinque piani, ferendo almeno 18 persone. Tra le vittime, anche un cittadino statunitense di 62 anni. Danni sono stati segnalati anche nei quartieri di Sviatoshynskyi, Darnytskyi, Dniprovskyi, Podilskyi, Obolonskyi e Shevchenkivskyi. Un asilo è stato danneggiato a Darnytskyi e un dormitorio dell’Istituto di Aviazione di Kyiv è stato colpito da droni, con danni al decimo piano e rottura dei vetri su altri tre. Fuori dalla capitale, attacchi sono stati registrati nelle regioni di Odesa, Zaporizhzhia, Chernihiv, Zhytomyr, Kirovohrad e Mykolaiv.

Il Presidente Volodymyr Zelensky ha definito l’attacco “uno dei più orribili su Kyiv”, affermando che si tratta di “puro terrorismo” e invocando una risposta decisa da parte di Stati Uniti ed Europa: “Il mondo civile deve reagire come si reagisce ai terroristi”.

Il sindaco di Kyiv, Vitali Klitschko, ha denunciato il ritrovamento di munizioni a grappolo nel quartiere di Nyvky, parlando apertamente di “genocidio” contro il popolo ucraino. Le munizioni a grappolo, vietate da oltre 100 Paesi per il loro impatto indiscriminato e i rischi duraturi per i civili, sono state più volte condannate da organizzazioni internazionali. Né la Russia né l’Ucraina hanno sottoscritto la Convenzione per la loro proibizione, e anzi entrambi hanno usato questo genere di munizioni negli scontri al fronte; tuttavia, il loro utilizzo in aree residenziali suscita fortissima preoccupazione umanitaria.

Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha descritto l’attacco come “massiccio e brutale”, sottolineandone la coincidenza con il G7 come un chiaro messaggio di disprezzo da parte del presidente russo Vladimir Putin verso la comunità internazionale: “Solo azioni forti e pressioni reali su Mosca possono dimostrare che si sbaglia”.

Negli ultimi mesi, Mosca ha intensificato gli attacchi aerei su larga scala, utilizzando sciami di droni e missili per mettere alla prova le difese ucraine ormai logorate. L’8 giugno, un altro attacco aveva già segnato un record con 479 droni lanciati in una sola notte. Le forze ucraine, spesso costrette a utilizzare mitragliatrici montate su camion per abbattere i droni, faticano a contrastare i velivoli senza pilota che ora operano ad altitudini più elevate e con maggiore sofisticazione.

Quest’azione rende ancora più improbabile una possibile mediazione, già evocata da Donald Trump, da parte del presidente russo Vladimir Putin per il conflitto in corso tra Israele e Iran. Il leader statunitense aveva anche rimarcato che l’esclusione della Russia dal format G7 fosse da considerare un errore.

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