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Permettetemi di salutarvi con i saluti di Pace che la tradizione islamica augura a tutte le creature discendenti di Adamo, al-salamu alaykum! Questo è il saluto che gli angeli rivolgono al primo uomo riconoscendo in lui la facoltà di amministrare l’armonia, la bellezza e l’unità della creazione.

La tradizione islamica insegna ai musulmani di rispettare il mistero dell’Unità di Dio che si articola in tutte le forme della manifestazione visibile e invisibile: l’unità dell’umanità nella ricchezza delle culture e nel patrimonio del pluralismo delle fedi, l’integralità della terra e dei cieli superiori, la sacralità della vita e della famiglia umana. La corruzione e la violenza sono invece i segni del disordine dell’uomo rispetto alla sua natura spirituale quando esplode la malattia dell’orgoglio e dell’affermazione di potere individuale.

Questi segni di disordine, ignoranza, orgoglio, corruzione e violenza si ripetono ancora da mesi in Europa, in Ucraina, e provocano una grave crisi umanitaria: morte, rovina, freddo, malattie, fame e sete si accompagnano alla propaganda di false ragioni per occupare militarmente un Paese e rivoluzionare la lingua e la cultura di un popolo, imponendo un’artificiale omologazione con l’ideologia di un imperialismo decaduto.

Avevamo già visto qualcosa di simile con la barbarie recente in Siria o in Nigeria o in Cina o in Birmania: l’abuso di una identità nazionale per occupare regioni di terra, legittimare genocidi e terrorizzare i popoli con il fanatismo, senza respiro spirituale e senza onestà intellettuale. Adesso anche in Europa, in Ucraina, una potenza militare pensa di punire le scelte politiche di un governatore, riconvertire il popolo ucraino al tradizionalismo della chiesa russa per ripristinare una comunione linguistica e non più una comunione nel rispetto della sensibilità e delle obbedienze all’ortodossia e all’ortoprassi del Cristianesimo. E per giustificare mesi di guerra e di distruzione, migliaia di vittime e milioni di profughi, la propaganda dall’Europa orientale accusa l’Europa occidentale di essere secolarizzata, dimentica dei valori sacrali della famiglia, lontana dalla vita religiosa autentica e profonda, sottomessa alle strategie geopolitiche di chi propone l’utopia liberale di un paradiso in terra. Come se tutte queste speculazioni potessero mai legittimare come “giusta” una causa combattuta per il puritanesimo millenarista di un tiranno.

I musulmani d’Europa reagiscono a questa falsificazione della realtà e a questa invasione militare ed esprimono solidarietà al popolo cristiano, ebreo e musulmano in Ucraina. Insieme ai cittadini e ai credenti in Europa, dal Portogallo alla Russia, dall’Islanda alla Grecia, i musulmani europei sono fratelli e sorelle dei cittadini e dei credenti in Ucraina e preghiamo per l’onore delle loro vittime, per i loro feriti e malati, per le loro famiglie e le loro residenze, scuole, ospedali, monumenti, templi, chiese, sinagoghe, moschee e cimiteri.

Pochi giorni dopo l’invasione militare russa in Ucraina, abbiamo proposto a tutti i leader musulmani d’Europa di visitare le comunità dei cristiani ucraini nelle varie città dell’Unione Europea. Abbiamo così scoperto parrocchie cattoliche e ortodosse delle comunità ucraine nell’Europa occidentale e abbiamo incontrato i sacerdoti ucraini cattolici e ortodossi e, dopo la santa messa della domenica, abbiamo trasmesso un saluto e un augurio di speranza fraterna alle famiglie ucraine in Europa.

Dalla prima settimana, la comunità musulmana europea ha organizzato e partecipato alla distribuzione di alimenti, vestiti, coperte, beni di prima necessità, destinati al popolo in Ucraina. A volte è stata organizzata una distribuzione coordinata dalle municipalità locali o da altre associazioni internazionali di volontariato oppure in collaborazione con altre comunità religiose, sviluppando così una solidarietà interreligiosa europea per il popolo in Ucraina!

Dal primo mese, una ospitalità crescente è stata organizzata a sostegno delle famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro case e la loro patria per fuggire in altre città d’Europa e trovare un letto e un rifugio presso le abitazioni di altre famiglie o in dormitori d’emergenza che sono stati attrezzati in poco tempo con tutto il necessario, compreso le cure mediche e l’assistenza burocratica.

Nel terzo mese dall’invasione, una delegazione internazionale e interreligiosa ha risposto all’invito del sindaco di Kiev di dare una testimonianza concreta di vicinanza spirituale e fraterna. Leader religiosi ebrei, cristiani cattolici ed evangelici, musulmani, dal Regno Unito, dall’Italia, dagli Stati Uniti d’America si sono trovati in Polonia per iniziare un viaggio in autobus di 14 ore da Varsavia alla capitale dell’Ucraina e pregare davanti alla chiesa di Santa Sophia nella piazza centrale di Kiev e davanti alla Menorah del memoriale ebraico di Babyn Yar e incontrare autorità politiche e religiose ucraine. In due giorni intensi di visite abbiamo incontrato anche le due comunità musulmane principali di Kiev: quella autoctona di origine tatara della Crimea, guidata dal mufti Ayder Rustamov, e quella multiculturale e immigrata dal Libano, dall’Azerbaijan, Kazakhstan e Uzbekistan, guidata dal mufti Tamim.

Ciò che i segni di distruzione di quartieri e città, ponti e strade, edifici, insieme al senso di insicurezza costante per la propria sopravvivenza, non riescono a cancellare nel popolo che abbiamo incontrato a Kiev è la fede e l’amore di costruire e ricostruire qualcosa che rimane oltre le rovine della desolazione. Il popolo ucraino era profondamente stupito di vedere alcuni europei che avevano attraversato i confini e i territori dei bombardamenti con l’intenzione di salutare e augurare pace a loro. E noi, siamo rimasti stupiti di essere ospiti di un nobile rito di matrimonio che si celebrava, durante la guerra e l’invasione, tra due musulmani d’Europa a Kiev nella sala di preghiera della moschea accanto alla grande libreria che da mesi è diventata dormitorio per le persone che hanno perso la loro abitazione.

Da questo incontro tra cittadini e credenti continua ancora il matrimonio della fede, dell’amore e della responsabilità di costruire e ricostruire una vita e uno scambio generazionale in una Europa che unisce cuori e anime, ricerca di verità e pensieri illuminati.

Contro la guerra in Ucraina un matrimonio tra cittadini, credenti e fede

Pubblichiamo l’intervento dell’imam Yahya Pallavicini, coordinatore di Eulema, European Muslim Leaders Council, al Parlamento Europeo sulla risposta umanitaria musulmana alla guerra in Ucraina, ospitato da “Article 17 Dialogue on the humanitarian response to the war in Ukraine”

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