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La guerra d’informazione del Cremlino procede di pari passo all’escalation militare in corso. Il flusso di disinformazione va avanti da mesi, parallelamente all’ammassarsi di truppe russe sul confine ucraino, ed è aumentato d’intensità in preparazione per la svolta di lunedì sera, quando Vladimir Putin ha deciso di inviare i soldati nelle cosiddette “repubbliche autoproclamate” di Donetsk e Luhansk.

“A gennaio abbiamo assistito a un’ondata notevole di disinformazione […] soprattutto in termini di qualità”, ha detto un alto funzionario europeo citando il lavoro di StratComm, la task force europea che studia la disinformazione esogena e condivide i risultati su EUvsDisinfo. A colpire è “l’incredibile livello di coordinazione tra fonti molto diverse”: quelle di proprietà e controllate dallo Stato russo, ma anche quelle affiliate o indirettamente riconducibili all’ecosistema di informazioni pro-Cremlino.

Non sarebbe certo la prima volta che Mosca diffonde propaganda. Ma questo fuoco di fila è diverso, ha spiegato il funzionario, perché porta i segni di un’operazione di infowar su larga scala, chiaramente sponsorizzata dallo Stato e propagata in maniera coordinata. L’obiettivo è minare l’orientamento politico ucraino e occidentale rappresentando l’Ucraina come uno stato corrotto, che “tanto vale perdere”. In contemporanea il pubblico russo “sta ricevendo messaggi molto chiari su ciò che è giusto e sbagliato” nella crisi in corso.

Segui le parole-chiave

Un’analisi delle parole utilizzate dai media allineati al Cremlino aiuta a capire come si muovono i disinformatori. Nelle ultime settimane StratComm ha registrato un picco di frequenza di alcune parole-chiave: “nazisti” e “genocidio”, in relazione a presunti crimini di Kiev, ma anche “rifugiati”, per giocare sulla paura di un’ondata di sfollati nei Paesi europei. Non mancano “chimico” (nel senso di attacco chimico) e “nucleare”, usata spesso nella propaganda russa per osannare la potenza militare del Cremlino e minacciare, più o meno esplicitamente, i suoi rivali geopolitici.

StratComm ha mappato tre grandi macro-narrative. La prima è un grande classico dei media pro-Cremlino e si concentra sul ribaltare la relazione causa-effetto, descrivendo l’Ucraina e l’Occidente come guerrafondai e la Russia come un Paese sotto attacco, costretto malvolentieri a difendersi. La seconda, accentuatasi nelle ultime ventiquattr’ore, è un altro evergreen:  denigrazione dello Stato ucraino e la sua leadership. “Fondamentalmente si nega il diritto di esistenza dell’Ucraina, com’è successo nel discorso di Putin”, ha spiegato il funzionario.

Ma è il terzo filone che la task force europea sta monitorando con particolare attenzione: quello delle narrative che possono essere utilizzate come casus belli, per giustificare un’azione (o una reazione) di tipo militare in Ucraina. Com’è successo con un bombardamento nel Luhansk: colpa dei russi secondo Kiev, colpa degli ucraini secondo Mosca, che può usare un avvenimento del genere per giustificare una “missione di peacekeeping”. Il genere di disinformazione-bomba che occorre disinnescare quanto prima.

Il copione del Cremlino (e non solo)

“Il quadro generale che abbiamo dedotto, guardando a questa raffica di manipolazione, è che sono coinvolte tutte le parti del governo russo, dal ministero degli esteri a quello della difesa, passando per i parlamentari della Duma”, ha spiegato il funzionario. I messaggi escono a intervalli stretti e la narrativa è sapientemente collegata. “Dietro c’è un vero e proprio copione. Non sono messaggi organici, sono pianificati e coordinati molto attentamente, anche se talvolta procedono per tentativi ed errori”.

È ancora presto per capire come si evolverà la situazione, ma l’operazione di infowar aiuta a capire la direzione decisa da Putin. Per il funzionario, nei prossimi giorni le emittenti pro-Cremlino si concentreranno su temi come le sanzioni e sul gasdotto Nord Stream II. E c’è di più: paventando una saldatura tra Mosca e Pechino, StratComm sta anche osservando l’infosfera cinese e notando un “aumento molto evidente” di narrazioni pro-Russia e di derisione delle posizioni occidentali ed europee.

Il copione del Cremlino. StratComm spiega le tattiche russe di infowar

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