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Oggi, lo sviluppo tecnico e tecnologico sta cambiando le dinamiche sociali, economiche e politiche mondiali. E con loro anche l’intelligence. Il grande gioco dello spionaggio deve infatti adattarsi a un contesto globale nel quale rimanere nell’ombra senza dare nell’occhio risulta sempre più complesso, rendendo di vitale importanza le capacità di comprensione e adattamento alla velocità, qualità e direzione dei cambiamenti.

Il National Security Strategic Investment Fund

Secondo Politico, il fondo britannico segreto per la sicurezza nazionale, costituito nel 2018 per supportare le operazioni e gli agenti dell’MI5, dell’MI6 e del Government Communications Headquarters (Gchq), sarebbe pronto a ricevere fondi aggiuntivi e, congiuntamente, a rinunciare a parte della sua segretezza.

Il National Security Strategic Investment Fund della Gran Bretagna, al quale verranno destinati ulteriori 330 milioni di sterline nei prossimi quattro anni, avrà il compito di investire in aziende – colossi, Pmi e startup – dal valore strategico per la sicurezza e la difesa nazionale britannica, con particolare proiezione riguardo le tecnologie dual use e la supremazia tecnologica. Secondo Londra, infatti, l’efficacia della propria intelligence, congiuntamente al proprio vantaggio militare ed economico dipenderanno dalla capacità di questi di adottare innovazioni e soluzioni all’avanguardia.

Dal 2018 al 2023, secondo Politico, il National Security Strategic Investment Fund ha investito un totale di 220 milioni di sterline in fondi e startup, per lo sviluppo di tecnologie dual use, di chip quantistici e di reti satellitari, con l’obiettivo di fornire alla propria intelligence nuove tecnologie e, al tempo stesso, di favorire lo sviluppo industriale e tecnico civile.

L’individuazione delle startup e Pmi di rilevanza strategica ai fini della sicurezza nazionale viene effettuata da venture capitalist che, accreditati e con nulla osta di sicurezza, hanno compiti di ricerca riguardo tecnologie e soluzioni all’avanguardia, da segnalare successivamente al Nssif che, in seguito, aiuterà le aziende a comprendere le esigenza dell’intelligence e della difesa, coadiuvando lo sviluppo delle loro tecnologie nelle fasi iniziali. Oggi, lo sviluppo del National Security Strategic Investment Fund e la creazione ad hoc di una unità del ministero della Difesa dedicata all’innovazione, rispondono alle esigenze Nato e britanniche di contrasto all’invasione russa in Ucraina e alla militarizzazione delle supply chain da parte di Pechino, riconoscendo che per preservare il vantaggio tecnologico è necessario costruire attivamente legami con il settore privato per promuovere l’innovazione e lo sviluppo a un ritmo da guerra.

L’esempio di Langley. La Cia e lo spionaggio 2.0

Nel 1999, con lungimiranza, l’allora direttore della Cia, George Tenet, lanciò In-Q-Tel, venture capital dell’Agenzia che potesse entrare a contatto con startup e Pmi in grado, con le loro soluzioni tecnologiche, di rafforzare l’intelligence Usa. Alcuni di questi investimenti puntarono, tra tutte, su Palantir e su Anduril, oggi divenuti giganti della difesa a pieno titolo. Dopo essere stata d’esempio per molti, tra i quali anche per il modello britannico, oggi la Cia vanta una lunga tradizione di investimento nelle startup e Pmi che possano garantire alle proprie operazioni di spionaggio e controspionaggio una continue efficacia ed adattabilità di fronte ai repentini sviluppi tecnologici e geopolitici.

Tra queste, riporta The Washington Post, risultano di prossima adozione tecnologie e società private come Strider che permettano di identificare i ricercatori con potenziali legami con l’intelligence cinese, startup come Lumbra, per la creazione di agenti digitali autonomi, aziende come Cape, che forniscono reti mobili in grado di scomparire dalla normale rete cellulare, rimbalzando tra identificativi di telefoni cellulari diversi, tramite tecniche di offuscamento tattico o startup mirate alla manipolazione delle percezioni e alla raccolta dati per il perseguimento di finalità strategiche, come Vanner Labs e Donovan.

Il futuro del grande gioco

Nell’era della sorveglianza perenne, diventare invisibili risulta essere impossibile. Le antiche forme di spionaggio rischiano, oggi, di diventare obsolete e inefficaci per i loro scopi. La sopravvivenza degli Stati all’interno dello scacchiere internazionale dipenderà, anche, dalla capacità di questi di raggiungere competitività tecnologica, innovazione ed autonomia capacitiva all’avanguardia, in grado di supportare in modo adeguato e proficuo il fattore umano, unico solo elemento imprescindibile dell’attività informativa, cognitiva ed analitica richiesta alle agenzie di intelligence.

Spionaggio 2.0, il grande gioco punta a modernizzarsi. Ecco come

Nell’era dell’innovazione tecnologica, ricerca e sviluppo tornano ad essere perni dell’attività di Intelligence. Oltre alla cifra umana, nuove tecnologie, sistemi dual use e AI divengono strumenti indispensabili per la buona riuscita di una attività di intelligence. Ecco come si muove l’innovazione nel mondo dello spionaggio

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