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Il Riformista ha pubblicato 16 documenti ufficiali dell’allora servizio segreto interno il Sisde (oggi AISI) desecretati presso l’archivio di Stato in base alla legge Renzi del 2014 in base ai quali si può verificare che il rischio di un’attentato alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982 era stato adeguatamente segnalato dai nostri servizi segreti (i documenti sono 16) ma che non venne fatto nulla per impedirlo. Ieri la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello ha chiesto che venga finalmente fatta luce su quell’attacco.

A partire dall’apertura degli archivi (con una mole enorme di documentazione, quella versata alla Commissione Moro 2, che io ho potuto consultare è superiore a un terabyte) noi infatti abbiamo appreso dell’esistenza di un “patto sotterraneo” che era stato stato stretto dal governo Andreotti nel 1973 e che impropriamente fu denominato Lodo Moro (Aldo Moro era ministro degli Esteri di quel governo), ma di cui Aldo Moro fu la principale vittima. Un patto tra tra governo italiano e i terroristi palestinesi che avrebbe dovuto lasciare indenne il territorio italiano, ma avrebbe permesso il transito di armi attraverso il nostro Paese e la possibilità di colpire obbiettivi israeliani sul nostro territorio, come avvenne per l’attacco alla Sinagoga (che accadde quattro anni dopo l’assassinio di Moro).

Arafat nei suoi Diari di cui il settimanale L’Espresso ha fatto un’anticipazione nel 2018, ha annotato: “L’Italia è una sponda palestinese nel Mediterraneo”, circostanza confermata da Abu Sharif “il volto del terrore” , braccio destro di Arafat nella sua audizione a Palazzo San Macuto del giugno 2017.

Ormai le prove di questo patto occulto sono sterminate, ma sul “Lodo Moro” vero e proprio il governo Conte nel 2020, a quarant’anni dalla strage di Bologna e della tragedia di Ustica, ha confermato il segreto di Stato.

Mario Draghi, lo scorso 2 agosto (2021) ha dato una nuova direttiva per l’ulteriore desecretazione degli archivi.

Il vicepresidente del Copasir (Comitato di controllo parlamentare di controllo sui servizi segreti) Ernesto Magorno ha dichiarato che il caso dei documenti Sisde relativi all’allarme per un attacco alla Sinagoga sarà portato all’attenzione dell’organismo parlamentare.

Che gli accordi con i Palestinesi siano un grumo fondamentale da sciogliere per la storia italiana è dimostrato anche dalla polemica che ha coinvolto nei giorni scorsi (con dichiarazioni ed interrogazioni parlamentari) la fiction su Moro preparata dal registra Marco Bellocchio in valutazione per una sua trasmissione sui canali della Rai. “Se Moro è stato liberato dalle Brigate Rosse, da chi è stato ucciso?”, hanno dichiarato polemicamente Maurizio Gasparri e Federico Mollicone presidente dell’Intergruppo “La verità oltre il segreto”, membro della Commissione di Vigilanza Rai. “La messa in onda è contraria alla verità storica e giudiziaria, e volutamente ignora e fa a pezzi la Relazione, votata all’unanimità, della seconda Commissione d’inchiesta, presieduta da Giuseppe Fioroni. Ormai, dopo la commissione Moro II anche gli storici di sinistra non hanno più potuto negare, come si faceva all’inizio, l’influenza internazionale sul caso Moro e sulle altre pagine strappate alle stragi del terrorismo italiano. Alcuni intellettuali invece come Bellocchio vogliono continuare ad accreditare una versione di una Guerra Fredda dove la parte dei cattivi spetta sempre e comunque all’Occidente. Chiederemo di evitare la messa in onda sui canali Rai, cioè la tv pubblica, su cui il Parlamento esercita la sua vigilanza”.

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