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“Facciamo un appello alla Cina, perché metta fine al genocidio e ai crimini contro l’umanità in corso nello Xinjiang, le politiche repressive nel Tibet e la repressione delle libertà fondamentali a Hong Kong, le violazioni e gli abusi contro i diritti umani, incluse le violazioni alle libertà religiose, in altre regioni del Paese”.

Questo l’ennesimo appello lanciato ieri dagli Stati Uniti alla Cina, con l’annuncio di nuove sanzioni contro i funzionari del governo di Pechino che sono “coinvolti negli atti repressivi contro i membri delle minoranze etniche e religiose”, e a i danni di dissidenti, avvocati per i diritti umani, giornalisti, sindacalisti, organizzatori della società civile e manifestanti pacifici nella regione dello Xinjiang e anche “al di fuori dei confini della Cina, incluso il territorio degli Stati Uniti”.

Il comunicato del segretario di Stato americano, Antony Blinken, non specifica i nomi e la quantità di funzionari cinesi soggetti alle sanzioni, ma spiega che le nuove misure prevedono il blocco all’emissione dei visti, così come per gli altri funzionari cinesi già sanzionati per il loro coinvolgimento nella violazione dei diritti umani degli uiguri.

“Gli Stati Uniti – si legge nella nota – respingono gli atti dei funzionari della Repubblica popolare cinese che  molestano, intimidiscono, sorvegliano e sequestrano membri di gruppi minoritari etnici e religiosi”.

L’annuncio è avvenuto dopo la telefonata tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il presidente cinese Xi Jinping, in cui hanno parlato principalmente del ruolo di Pechino nella guerra tra Russia e Ucraina.

La reazione di Pechino è stata immediata. Il governo cinese ha reagito richiamando il passato genocidio dei nativi americani, le violenze contro iracheni e afgani, e lamentandosi della tempistica: il provvedimento arriva mentre si piangono le vittime dell’aereo di linea precipitato ieri.

Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato: “Nel momento in cui il popolo cinese è addolorato per la tragedia del volo MU5735, il segretario di stato Usa diffonde ancora bugie sul ‘genocidio’ in Cina. Che insensibilità! […] Gli Stati Uniti non hanno il diritto di giudicare alcuno. Date un’occhiata a quello che gli Usa hanno commesso e stanno commettendo”.

Sulla guerra in Ucraina, invece, Washington vuole una condanna esplicita dalla Cina delle azioni del presidente Putin. Jen Psaki, portavoce della Casa Bianca ha spiegato: “La nostra idea è che un’esplicita condanna delle azioni del presidente Putin siano importanti e vitali, perché riguardano quale lato della storia si vuole occupare in questo momento”.

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