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Sono circa 25 anni che i Paesi membri dell’Unione europea e il blocco dei Paesi del Mercosur, cioè, Argentina, Brasile, Paraguay ed Uruguay, negoziano la firma di un accordo commerciale ed economico. Il trattato è uno dei più ambiziosi della storia e rafforzerebbe i diretti interessati nei confronti dei più grandi concorrenti, la Cina e gli Stati Uniti. Sarebbe la più grande zona commerciale del mondo senza dazi, con uno scambio che aiuterebbe a risparmiare circa 4 miliardi di euro all’anno.

La firma però è ancora in forse. Le trattative si sono fermate più volte (dal 2006 al 2012, per esempio, e nel 2019, come ricorda il sito Infobae). Tuttavia, il vertice del G20 a Rio de Janeiro sembrerebbe avere dato una spinta importante per la chiusura finale. I leader di Mercosur si incontreranno a dicembre in Uruguay e, nonostante le pressioni della Francia, la Commissione europea è favorevole alla firma dell’accordo.

Tra chi tifa a favore del trattato, a breve, c’è la Spagna. Dal ministero degli Affari esteri spagnolo sottolineano come il Paese si potrà beneficiare di un aumento del 37% delle esportazioni verso l’America latina, specialmente nel settore agrario e di allevamento. “Siamo molto vicini alla chiusura dell’accordo con Mercosur”, aveva dichiarato un mese fa il presidente spagnolo Pedro Sánchez, rimarcando l’importanza dell’incontro al G20 in Brasile e della riunione del Mercosur vicino a Natale.

Per Amparo López Senovilla, segretaria di Stato del Commercio spagnolo, è importante il lavoro che si sta facendo con diversi Paesi dell’Unione europea “e speriamo di arrivare a un porto sicuro, perché questo accordo è molto importante per tutto il mercato dell’Unione europea”. Europa, infatti, diventerebbe il principale alleato commerciale dell’America latina, con significativi aumenti del Pil.

Anche l’Italia è sponsor del trattato. Come scritto da Formiche.net, la premier Giorgia Meloni ha incontrato tre volte in nove mesi il presidente argentino, Javier Milei. Tra i temi di conversazione ci sono i legami storici e culturali, ma anche il Mercosur, le terre rare e la presenza di grandi compagnie italiane come l’Eni.

Ma chi si resiste ancora ad abbracciare il Mercosur? Francia (dove tutti i partiti rappresentati nell’Assemblea, dall’estrema destra all’estrema sinistra hanno votato contro l’accordo), Polonia, Austria e Paesi Bassi non sono d’accordo con una firma del trattato con i termini scritti adesso in bozza. Gran parte delle contestazioni dalla parte europea fanno riferimento alle politiche di protezione dell’ambiente e alla minaccia delle esportazioni del Mercosur nei confronti degli agricoltori dell’Europa.

Tuttavia, c’è chi comincia con il cambio di atteggiamento per agevolare la firma. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha dichiarato recentemente che chiederà il ritiro della proposta per ridurre alla metà l’uso dei pesticidi nell’Unione europea, un tema che è diventato simbolo delle divisioni tra i Paesi membri e il blocco Mercosur.

Secondo Carlos Malamud, ricercatore del Real Instituto Elcano, il principale nemico della firma del trattato Ue-Mercosur è il protezionismo. “Qualsiasi accordo di libero commercio ha vincitori e perdenti – ha spiegato a Infobae -. Tuttavia, è necessario mettere tutto in un contesto globale, nei benefici netti dell’accordo nell’insieme”.

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