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Nei giorni scorsi la BBC ha rivelato che Sir Andrew Cahn e Sir Ken Olisa hanno deciso di dimettersi da direttori non esecutivi di Huawei UK a causa della posizione dell’azienda sulla guerra in Ucraina. Secondo quanto riportato dall’emittente britannica, i due membri del consiglio di amministrazione della filiale della società di telecomunicazioni cinesi hanno ritenuto che la mancata condanna dell’invasione russa da parte dell’azione abbiano reso le loro posizioni insostenibili.

LA DICHIARAZIONE DI HUAWEI

“Sir Andrew Cahn e Sir Ken Olisa hanno portato una notevole esperienza dal mondo degli affari e della tecnologia al consiglio di amministrazione di Huawei UK quando sono stati nominati, rispettivamente nel 2015 e nel 2018”, ha dichiarato la società ringraziando i due dimissionari per la loro “preziosa collaborazione”. “Entrambi hanno dimostrato un forte sostegno all’impegno di Huawei nel Regno Unito e hanno contribuito a sostenere i più alti standard di corporate governance”.

LA POSIZIONE DI HUAWEI ITALIA

In Italia la società cinese è presente tramite la Huawei Technologies Italia s.r.l, nel cui consiglio di amministrazione non siedono che cittadini cinesi come Formiche.net ha appreso tramite una visura camerale: Wang Qing (occidentalizzato in Wilson Wang, l’amministratore delegato e presidente del consiglio di amministratore), Liu Bin e Li He. Formiche.net ha contattato la società per sapere se si siano verificate defezioni come quelle registrate nella filiale britannica ma l’azienda ha risposto “no comment”. Ciò potrebbe essere frutto del fatto che i legami dei tre membri del consiglio di amministrazione con la casa madre cinese sono piuttosto solidi. Ma la nostra è soltanto un’ipotesi visto il muro di silenzio.

L’AVVERTIMENTO AMERICANO

Alla domanda della BBC se Huawei avrebbe continuato a fare affari con la Russia, l’azienda ha risposto così: “Non faremo altri commenti”. Come ricorda la stessa emittente, gli Stati Uniti hanno avvertito le aziende cinesi di non violare le restrizioni sulle esportazioni di tecnologia verso la Russia. Il segretario al commercio Gina Raimondo ha detto al New York Times che Washington potrebbe intraprendere un’azione “devastante” contro le aziende cinesi che hanno sfidato le sanzioni alla Russia, vietando l’uso di attrezzature e software statunitensi necessari per realizzare i loro prodotti. La Russia “sta certamente spingendo su altri Paesi affinché aggirino le nostre sanzioni e i controlli sulle esportazioni”, ha detto. Non è un periodo facile per Huawei, visto che una decisione simile del 2020 (l’amministrazione di Donald Trump l’ha aggiunta nella Entity List definendola una minaccia per la sicurezza nazionale – accuse sempre respinte dalla società) ha avuto pesanti ripercussioni sul bilancio.

Ucraina, Huawei UK perde pezzi. In Italia: “no comment”

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