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Un bilaterale per lavorare sul rapporto a due tra Italia e Malaysia, ma anche per distendere ulteriormente la strategia italiana in un contesto innovativo e ricco di opportunità. Giorgia Meloni, ha ricevuto il primo ministro della Malesia, Anwar Ibrahim, accompagnato da una delegazione ministeriale. All’incontro erano presenti i ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto a dimostrazione dell’importanza attribuita al rafforzamento della cooperazione nell’ambito della Difesa, dell’energia e degli investimenti, anche con riguardo al settore dei minerali critici, dopo il buon risultato della Tavola rotonda sul partenariato economico Italia-Malesia che si è svolta ieri a Roma.

L’incontro, secondo una nota di Chigi, ha anche consentito uno scambio di vedute sui principali dossier dell’agenda internazionale, a cominciare dai recenti sviluppi in Medio Oriente, nonché sul ruolo dell’Asean, di cui la Malesia detiene la Presidenza di turno, per favorire la stabilità e lo sviluppo economico nell’Indo-Pacifico. Infine il Presidente del Consiglio ha accolto l’invito del primo ministro Ibrahim a recarsi in visita in Malesia per consolidare ulteriormente i rapporti tra le due nazioni.

La Malaysia e il contesto Asean

Il mese scorso, in occasione del 46° Vertice Asean tenutosi a Kuala Lumpur sotto la presidenza della Malaysia, è stata raccontata la proiezione strategica del Paese nel contesto regionale e all’interno di un sistema multilaterale sempre più esposto a criticità. La stessa Asean è oggi diversa rispetto a dieci anni fa, dal momento che è attraversata da una serie di divergenze tra membri circa il posizionamento geopolitico, il principio di non interferenza e le imprescindibili alleanze internazionali. Plastico esempio di questo ragionamento è l’adesione al gruppo Brics: dopo Thailandia e Malesia, il Vietnam è diventato il mese scorso il terzo “Paese partner” del Sud-est asiatico ma mentre l’Indonesia punta a diventare membro a pieno titolo, i tre paesi già citati scelgono di essere semplici “partner” del gruppo. La Malaysia mantiene una politica estera neutrale e, pur inseguendo la fisiologica diversificazione delle sua relazioni economiche, non compie un passo completo dentro i Brics dove, tra l’altro, il maggiore rischio si ritrova nel programma di dedollarizzazione influenzato da Russia e Cina.

Quale difesa

Sulla difesa c’è da registrare l’interessante posizione malese a proposito delle catene di approvvigionamento tra le industrie del Sud-est asiatico, che secondo il governo di Kuala Lumpur è strategico per raggiungere l’autosufficienza non solo quanto alla sicurezza della regione ma anche quanto alle minacce esterne, in primis guardando alla situazione nel Mar Cinese Meridionale dove è in corso di svolgimento una competizione tra superpotenze. Lì la Malaysia ha scelto la via diplomatica con la Cina, da un lato al fine di evitare un suo possibile isolamento e dall’altro per non chiudere la porta al dialogo con il fronte atlantico, gravido di opportunità economiche.

Che la posizione del governo malese sia proiettata ad una nuova fase dell’industria della difesa lo ha esplicitato pochi giorni fa il ministro della difesa Mohamed Khaled Nordin incontrando i parigrado dell’Asean a Penang: la nuova fase progettuale dovrà essere tarata, ha detto, su una riduzione della dipendenza esterna per le acquisizioni di armi e sistemi militari. “Promuovere l’industria della difesa dell’Asean è vitale per ridurre la dipendenza dai fornitori esterni e favorire l’autosufficienza regionale nell’acquisizione di sistemi di difesa e nello sviluppo tecnologico”. In questo senso, ad esempio, il know how italiano potrebbe essere di sostegno agli obiettivi malesi alla voce difesa.

Difesa, energia e investimenti. Tutti i dossier tra Italia e Malesia

L’incontro a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio e il premier malese è utile occasione di approfondimento geopolitico sull’area Asean che l’Italia osserva in chiave indo-pacifico e come gancio per accrescere la cooperazione bilaterale con un Paese che sta cambiando la propria difesa

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