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Che i rapporti tra la Repubblica popolare cinese e la Lituania fossero peggiorati, e di molto, negli ultimi mesi era evidente. Ora sulle tensioni, legate in buona parte allo status di Taiwan, c’è il sigillo di Stato, quello cinese: il ministro degli Esteri di Pechino ha annunciato di aver declassato le relazioni diplomatiche con la Lituania a livello di incaricato d’affari, un grado sotto quello di ambasciatore.

LA DECISIONE CINESE

“Il 18 novembre, la Lituania, in spregio alla forte protesta della Cina e alle ripetute rimostranze, ha permesso alle autorità di Taiwan di istituire un ‘ufficio di rappresentanza taiwanese in Lituania”, si legge nella nota della diplomazia cinese. “Questo atto crea apertamente la falsa impressione di ‘una Cina, una Taiwan’ nel mondo, rinuncia all’impegno politico preso dalla Lituania nel comunicato sull’istituzione di relazioni diplomatiche con la Repubblica popolare cinese, mina la sovranità e l’integrità territoriale della Cina e interferisce grossolanamente negli affari interni della Cina”. Pechino esprime “la sua forte indignazione e protesta contro questa mossa”, prosegue il comunicato: “C’è solo una Cina nel mondo e il governo della Repubblica popolare cinese è l’unico governo legale che rappresenta tutta la Cina”.

UN PRECEDENTE CHE SPAVENTA

Il problema per la Cina è quell’ufficio aperto in Lituania con il nome di Taiwan, che crea quello che Pechino definisce un “vergognoso precedente nel mondo”. La Lituania, prosegue la nota, è invitata a “rimediare immediatamente al suo errore e a non sottovalutare la forte determinazione, volontà e capacità del popolo cinese di difendere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale”. Ma Pechino ne ha anche per Taiwan: “Non importa quanto le forze ‘indipendentiste di Taiwan’ cerchino di travisare i fatti e confondere il bianco e il nero, il fatto storico che la [Cina] continentale e Taiwan appartengono alla stessa Cina non può essere cambiato”.

LA REPLICA LITUANA

La Lituania – che ha relazioni formali con la Cina e non con Taiwan – si è detta rammaricata per la decisione della Cina di limitare le relazioni diplomatiche con Vilnius. “La Lituania riafferma la sua adesione alla politica ‘Una Cina’, ma allo stesso tempo ha il diritto di espandere la sua cooperazione con Taiwan”, anche attraverso l’istituzione di missioni non diplomatiche”, ha risposto il ministero degli Esteri lituano in un comunicato.

NEI MESI PASSATI…

Dopo l’annuncio a luglio dell’apertura a Vilnius dell’ambasciata, Pechino aveva richiamato il suo ambasciatore in Lituania e aveva chiesto a Vilnius di richiamare il suo ambasciatore in Cina, cosa che la Lituania ha fatto. Pechino ha anche fermato i treni merci per la Lituania e ha smesso di rilasciare permessi di esportazione di cibo.

IL SOSTEGNO DI WASHIGNTON A VILNIUS

Gli Stati Uniti, sempre più al fianco di Taiwan, hanno già offerto il loro sostegno alla Lituania per resistere alla pressione cinese. Mercoledì il governo di Vilnius firmerà un accordo di credito all’esportazione di 600 milioni di dollari con la Export-Import Bank degli Stati Uniti. Infatti, ormai “la piccola Lituania ha trascinato l’Unione europea nella sua resa dei conti con la Cina”, come titolava nelle scorse settimane Politico. Prima della questione Taiwan, Vilnius aveva lasciato il dialogo 17+1, un altro episodio che rischia di rappresentare un pesante precedente per Pechino, che ha perso un pezzo della strategia con cui intendeva dialogare con l’Unione europea dividendola in pezzi.

(Foto: Twitter @TW_in_LT)

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