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La flotta russa nel Mediterraneo ha lanciato una serie di esercitazioni a cui stanno prendendo parte oltre quindici navi militari e una trentina di aerei da guerra. A riferirlo è lo stesso ministro della Difesa di Mosca, indicando gli obiettivi della manovra; “elaborare misure anti-sottomarino, stabilire il controllo sulla navigazione nel Mediterraneo e il sorvolo di velivoli sul bacino”. Lo scopo, per il Cremlino, sarebbe quello di “proteggere gli interessi nazionali russi negli oceani, nonché contrastare le minacce militari alla Russia provenienti dal mare e dall’oceano”.

L’esercitazione russa

Alle manovre prendono parte le unità che nei giorni scorsi hanno raggiunto il Mar Mediterraneo passando dallo stretto di Gibilterra e dal canale di Suez. Alcune di queste unità hanno anche allarmato la Difesa italiana durante il loro passaggio nelle acque del canale di Sicilia. Le navi, che provengono dalle flotte russe del Pacifico, del Mar del Nord e del Mar Nero. Tra di loro i potenti incrociatori missilistici Varyag e Maresciallo Ustinov, le fregate Ammiraglio Kasatonov e Ammiraglio Grigorovich, e le grandi navi anti-sottomarino Ammiraglio Tributs e Viceammiraglio Kulakov. Inoltre vi partecipano gli caccia MiG-31K, dotati di sistemi missilistici ipersonici Kinzhal, e i bombardieri a lungo raggio Tu-22M3. Nel corso dell’addestramento sono stati effettuati spari su bersagli marittimi e aerei utilizzando artiglieria e armi anti-sottomarino.

Tensioni con la Nato

A quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, non sono mancati momenti di tensione tra le unità russe e una squadra navale della Nato che avrebbe cercato di effettuare una ricognizione elettronica delle navi di Mosca. Secondo l’agenzia, alcune fregate dell’Alleanza Atlantica si sarebbero avvicinate con i loro sensori al gruppo russo, i cui equipaggi avrebbero rilevato le emissioni radar delle navi occidentali, determinato i loro parametri e spostamenti e presi sotto scorta.

Una forza anfibia pericolosa

Tra le navi dislocate da Mosca nel bacino mediterraneo quelle che preoccupano in particolar modo sono le sei unità per operazioni anfibie una concentrazione insolitamente alta dei mezzi da sbarco. Si tratta delle cinque unità di classe Ropucha, (Olenegorskiy Gornyak, Georgiy Pobedonosets, Korolev, Minsk e Kaliningrad), e la più grande Pyotr Morgunov (classe Ivan Gren). Una simile concentrazione di forze è capace di far sbarcare circa duemila militari e una cinquantina di carri armati da battaglia. Una forza anfibia impressionante per l’area in questione. E non sarebbero minacciate solo le coste meridionali dell’Ucraina. Il Cremlino al momento è capace di schierare una capacità anfibia in grado di minacciare tutti i Paesi affacciati sul Mar Nero, con una proiezione di potenza che arriverebbe con facilità anche al Medio Oriente e all’Asia centrale.

Una forza anfibia pericolosa si aggira per i nostri mari

Mosca lancia una massiccia esercitazione navale nel mar Mediterraneo con quindici navi da guerra e trenta aerei da combattimento dotati di missili ipersonici. Secondo fonti di stampa russe, il gruppo navale sarebbe anche stato seguito da alcune unità della Nato. Una dimostrazione di forza da parte russa che preoccupa tutto l’Occidente

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