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Mario Turco è il senatore del Movimento Cinque Stelle più vicino a Giuseppe Conte. Ha seguito l’ex premier nel suo tour per l’Italia in vista delle amministrative, conosce bene i piani e gli umori del nuovo leader all’indomani del voto. Con Formiche.net l’ex sottosegretario di Stato del governo Conte-bis traccia un bilancio di chiari e scuri sul voto nelle piccole e grandi città e sgombra ogni dubbio sulla partita più importante, quella per Roma, dove la sindaca uscente Virginia Raggi è uscita sconfitta al primo turno: “Faremo la nostra parte per evitare di consegnare il Paese ai sovranisti”.

Che bilancio fare di queste amministrative? Partiamo da un fatto: il Movimento Cinque Stelle perde da solo a Roma e Torino, vince a Napoli insieme al Pd.

Si apre una nuova fase, che vede il Movimento vincere in una coalizione con le altre forze che hanno sostenuto il governo Conte II. Abbiamo vinto a Napoli ma anche a Bologna con un campo largo per Matteo Lepore. Ora dobbiamo cercare, laddove è possibile, di strutturare questa alleanza rafforzando la nostra identità territoriale.

Però il voto è anche un campanello d’allarme: sul territorio il Movimento non ha presa. Da dove si riparte?

Occorre ripartire da un percorso di ascolto, di inclusione dei cittadini e di dialogo con le categorie imprenditoriali e professionali locali. Abbiamo necessità anche di far conoscere le grandi misure innovatrici che siamo riusciti a far approvare in questi anni e che stanno permettendo al Paese di superare la crisi sanitaria ed economica post pandemica. Il Movimento rimane comunque una forza innovatrice della politica italiana e continuerà a rinnovare il Paese. La nostra “Carta dei valori e dei principi” delinea la nostra visione di futuro che vogliamo realizzare con il supporto dei cittadini.

Turco, le do un dato: secondo Youtrend, nei comuni dove si è presentato il Movimento ha raccolto una media del 4,3% di consensi. Non c’è un mea culpa da fare?

Purtroppo scontiamo la mancanza di organizzazione e di rappresentanza credibile nei territori. Siamo nati come un movimento di protesta, adesso è il momento di definire il nostro progetto politico, la nostra proposta di governo e proporsi alla guida delle amministrazioni locali, con una classe dirigente capace di trasformarle in enti di sviluppo territoriale.

Va detto che per fare il salto di qualità non aiutano i tumulti interni fra correnti e gli nostruzionismi.

È vero, usciamo da un periodo di vicissitudini interne. Oggi sono superate: abbiamo trovato nel presidente Giuseppe Conte un capo politico capace e lungimirante. Ha disegnato una strategia e ha definito con la nuova carta dei valori il nuovo quadro d’azione. Siamo molto fiduciosi.

Ecco, Conte. Da diversi mesi ha preso le redini del Movimento, poi ad agosto l’investitura ufficiale. Questa delusione alle amministrative porta anche la sua firma, o no?

Il presidente Conte ha iniziato il suo itinerario in Italia dichiarando che non era un tour elettorale. Siamo in un periodo di semina. Vogliamo ripristinare la fiducia con i cittadini e le tantissime piazze piene dimostrano il grande consenso intorno a lui. Al Nord, al Centro ed al Sud, Conte è stato accolto con grande calore e partecipazione dai cittadini.

Quindi?

Adesso la nostra sfida è tradurre in voti questo consenso intorno al Presidente. Per farlo occorre investire sulle professionalità, sulle competenze, sulle capacità e creare una nuova classe dirigente per continuare a portare avanti i nostri principi, come la giustizia e l’inclusione sociale, la moralità, la tutela dei beni comuni e dell’ambiente in una visione integrale, oltre a sostenere l’innovazione e l’economia eco-sociale di mercato.

Un altro dato da questo voto: i Cinque Stelle non hanno radici al Nord. C’è il rischio di trasformarsi in un Movimento meridionalizzato?

Al Nord non siamo riusciti a interpretare le esigenze dei cittadini e a comunicare con le diverse aree d’influenza. Abbiamo trascurato il dialogo con le imprese e in generale con il mondo economico produttivo del Nord-Italia, anche se abbiamo introdotto diverse misure a loro sostegno. Con il Presidente Conte stiamo lavorando per aprire un canale di dialogo con le associazioni imprenditoriali e sindacali.

Non sarà che le vostre proposte economiche sollevano qualche dubbio fra gli imprenditori del Nord?

Stiamo portando avanti misure economiche rivoluzionarie studiate non solo per le imprese del Nord ma per tutto il Paese. I risultati attestati dalla Nadef ci danno ragione, come dimostrano i dati sorprendenti di crescita del Pil (al di là delle più ottimistiche aspettative), di aumento degli occupati (oltre 500.000 unità dall’inizio dell’anno), di riduzione del deficit.

E gli investimenti?

Abbiamo aumentato la capacità di spesa sugli investimenti pubblici. Su quest’ultimo risultato sono particolarmente soddisfatto per il grande lavoro fatto da sottosegretario con delega alla programmazione economica e agli investimenti nel Governo Conte II, dove siamo riusciti a sbloccare tante opere pubbliche, a velocizzare e semplificare i processi autorizzativi, a rendere più trasparente il sistema di monitoraggio grazie all’introduzione della valenza amministrativa del codice unico di progetto (Cup). Abbiamo incrementato la capacità di spesa sugli investimenti pubblici del 20% nell’anno 2020, come non avveniva da oltre un decennio.

Torniamo alle imprese. Si poteva fare di più?

Riguardo alle misure a sostegno delle imprese, vorrei ricordare il superbonus 110%, le misure di decontribuzione sul lavoro, oltre all’introduzione dei crediti fiscali su transizione 4.0 e sugli investimenti nel Mezzogiorno. Con riferimento a queste ultime misure, siamo stati la prima forza politica a proporre e sostenere la loro cedibilità, in modo da creare un superbonus liquidità a favore delle stesse imprese. Adesso attendiamo gli approfondimenti in corso in Commissione Finanze e Tesoro del Senato. Certamente dobbiamo essere più efficaci a comunicare le nostre misure e iniziative

Veniamo a una nota stonata: Roma e Virginia Raggi. Lunedì sera, mentre la vostra candidata otteneva da sola il 20% nella capitale, Conte era a Napoli a festeggiare un candidato del Pd, Gaetano Manfredi.

È bene precisare che la candidatura a Napoli dell’ex ministro Manfredi è stata indicata e fortemente voluta dal Presidente Conte e dal Movimento. C’è stata una grande vittoria del centrosinistra e dei Cinque Stelle ed era giusto festeggiarla.

E la Raggi?

Purtroppo la Raggi viene fuori da cinque anni di lavoro difficile e oscuro. Non solo ha dovuto risanare i conti pubblici rovinati dalle altre forze politiche negli ultimi vent’anni, ma ha dovuto ripristinare la legalità e la trasparenza amministrativa. Esce comunque a testa alta e con grande dignità. Conte le è sempre stato vicino e continuerà a farlo, così come il Movimento. Continueremo a lottare contro la cattiva politica, la gestione degli sprechi ed eviteremo che Roma sprofondi nuovamente nel malaffare e nello squilibrio finanziario.

Il clima comunque non è dei migliori. La Raggi ha già detto che non si esprimerà sul ballottaggio, Conte però promette battaglia contro le destre. Roberto Gualtieri avrà o no il sostegno del Movimento?

I nostri sostenitori non sono pacchi postali. Certamente, alla fine, prevarrà il grande senso di responsabilità degli elettori. Il Movimento continuerà ad avere un dialogo privilegiato con tutte le forze politiche riformatrici del centrosinistra. Prendiamo atto del voto e a mente fredda faremo le nostre valutazioni. Occorre comunque evitare di consegnare il Paese ai sovranisti e faremo la nostra parte per impedirlo.

A Roma dialogo col centrosinistra. Le proposte di Turco (M5S)

Intervista a Mario Turco, già sottosegretario di Stato del governo Conte-bis e senatore del M5S vicinissimo all’ex premier. Il voto amministrativo dimostra che abbiamo poca presa sul territorio, ma abbiamo un piano per ripartire, con le imprese parliamo e ci capiamo. Roma? Raggi esce a testa alta. Faremo il nostro per fermare i sovranisti

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