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È stato pubblicato il terzo, e penultimo, Dpcm attuativo del Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, l’architettura messa in piedi dal professor Roberto Baldoni, vicedirettore del Dis che due settimane fa il presidente del Consiglio Mario Draghi ha individuato come direttore della nascitura Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Anche in questa veste, Baldoni continuerà a gestire il Perimetro.

Dopo quelli dedicati ai criteri di individuazione dei soggetti pubblici e privati inclusi nella cintura di sicurezza (il primo) e alle procedure per la notifica degli incidenti (il secondo), il Dpcm appena pubblicato individua le categorie di beni, sistemi e servizi ICT destinati a essere impiegati nel Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica.

Quattro le categorie elencate in un allegato: componenti hardware e software che svolgono funzionalità e servizi di rete di telecomunicazione (accesso, trasporto, commutazione); componenti hardware e software che svolgono funzionalità per la sicurezza di reti di telecomunicazione e dei dati da esse trattati; componenti hardware e software per acquisizione dati, monitoraggio, supervisione controllo, attuazione e automazione di reti di telecomunicazione e sistemi industriali e infrastrutturali; applicativi software per l’implementazione di meccanismi di sicurezza.

Come si legge nel decreto, “le categorie individuate dal presente decreto sono aggiornate, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, con cadenza almeno annuale, avuto riguardo all’innovazione tecnologica, nonché alla modifica dei criteri tecnici”.

Manca soltanto un Dpcm, dunque, quello per la costituzione di una rete di laboratori pubblico-privati a supporto del Cvcn per lo scrutinio tecnologico. Il decreto è in questo momento al Consiglio di Stato ed è atteso in Gazzetta Ufficiale per ottobre.

Pubblicato il terzo Dpcm del Perimetro cyber. Ne manca solo uno

Ecco il decreto che individua le categorie di beni, sistemi e servizi ICT destinati a essere impiegati nel Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica. L’ultimo è al Consiglio di Stato e dovrebbe uscire a ottobre

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