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I primi segnali di distensione sono arrivati al G20 di Roma di fine ottobre, con l’incontro tra Joe Biden ed Emmanuel Macron. I presidenti hanno offerto al mondo l’immagine del riavvicinamento dopo l’operazione Aukus, che il primo ha definito “goffa” scusandosi con il secondo, ossia l’accordo di sicurezza tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti che alla Francia è costato una commessa di sommergibili a propulsione nucleare da 56 miliardi di euro per il colosso Naval Group.

Biden ha inviato a Parigi la sua vice, Kamala Harris, al suo primo viaggio in Europa per partecipare (anche) alla Conferenza sulla Libia. Ha fatto tappa anche all’Eliseo per un incontro durato un’ora e mezza. Macron ha ringraziato Harris dicendosi “estremamente grato” per la sua presenza a Parigi e ha ricordato l’“incontro molto fruttuoso” con Biden a Roma. Harris, invece, ha sottolineato che “quando Stati Uniti e Francia hanno lavorato insieme su sfide e opportunità, abbiamo sempre avuto grande successo”. Assieme hanno ribadito quanto sia “cruciale” la cooperazione tra i due Paesi, soprattutto in questa difficile fase “di inizio di una nuova era”.

Una nuova era che riguarda anche spazio e sicurezza cibernetica, materie al centro di un’intesa siglata tra i due Paesi. Harris, che è a capo del National Space Council, ha annunciato che alcuni dipartimenti del governo americano (tra cui Pentagono, Intelligence nazionale e Nasa) lavoreranno “con le controparti francesi” e verrà istituto “un dialogo bilaterale regolare per garantire un approccio globale alla cooperazione spaziale”. Durante l’incontro con Macron, Harris ha definito questo confronto come un modo per creare “regole della strada” per la “nuova frontiera dello spazio”. Assieme i due Paesi dovranno lavorare su obiettivi condivisi come “espandere le frontiere dello spazio”, aumentare l’accesso alla scienza, alla tecnologia, all’ingegneria e all’educazione matematica e “favorire un’economia spaziale sostenibile”. Il tutto, senza dimenticare la sfida dei cambiamenti climatici, con gli Stati Uniti che si sono impegnati a partecipare all’Osservatorio climatico spaziale, un’iniziativa internazionale, in collaborazione con il Centre national d’études spatiales.

Quanto alla sicurezza cibernetica, tema molto caro alla vicepresidente che ha ottimi rapporti nella Silicon Valley, l’amministrazione Biden ha fatto registrare una netta svolta rispetto a quella precedente guidata da Donald Trump. Infatti, si apprende dalla nota della Casa Bianca, Harris “ha annunciato la decisione degli Stati Uniti di sostenere la Paris Call for Trust and Security in Cyberspace – un impegno volontario a lavorare con la comunità internazionale per promuovere la sicurezza informatica e preservare un Internet aperto, interoperabile, sicuro e affidabile”.

Un’apertura che sembra anche un endorsement a Parigi e a Macron, anche guardando al post Angela Merkel in Germania. Appuntamento nel primo trimestre dell’anno prossimo, quando sotto la presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea (e a poche settimane dal voto per l’Eliseo) si terrà il secondo incontro del Consiglio Usa-Ue su commercio e tecnologia. In cima all’agenda dei lavori, i semiconduttori, dossier caro a Macron per ragioni politiche, industriali e internazionali.

(Foto: Twitter @VP)

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