Skip to main content

La guerra infinita del Sahara occidentale, tornata alla ribalta alla fine del 2020 con la crisi del valico di Guarguerat, sta per finire grazie all’intervento degli Stati Uniti che hanno investito nel piano di autonomia regionale proposto dal re del Marocco, Mohammed VI, considerato l’unico credibile e realizzabile per porre fine alla crisi iniziata negli anni Settanta. Il blocco del valico di Guerguerat dello scorso novembre, deciso dal Fronte Polisario per fermare il traffico commerciale tra Marocco e Mauritania, ha innescato un meccanismo che alla fine è stato controproducente per il gruppo separatista la cui base si trova a Tindouf, in Algeria.

L’EPILOGO DELLA CRISI DEL SAHARA OCCIDENTALE

L’epilogo di quella che viene considerata come una fuga in avanti di questo gruppo nella crisi del Sahara occidentale è stata la visita del vice-segretario di Stato degli Stati Uniti, incaricato delle questioni relative al Medio Oriente e al Nord Africa, David Schenker, a Laayoune e a Dakhla con l’inaugurazione di un consolato Usa in quest’ultima città, il 10 gennaio 2021. Prima di arrivare in Marocco Schenker è stato in Algeria dove ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha ribadito che “per gli Stati Uniti, solo i negoziati politici tra il Marocco e il Polisario nel quadro del piano di autonomia marocchina sono in grado di portare a una soluzione della controversia sul Sahara”.

Con l’apertura del consolato Usa a Dakhla si attendono infatti investimenti per diversi miliardi di dollari nella regione e la presenza fissa di diplomatici statunitensi prova la stabilità e sicurezza di quell’area controllata da Rabat. Eppure se dal lato marocchino del muro difensivo del Sahara occidentale si celebra l’apertura di una ventina di consolati di diversi Paesi del mondo, da quelli africani a quelli arabi come gli Emirati Arabi Uniti, dall’altra parte invece aumenta sempre di più il rischio terrorismo, in particolare nella zona cuscinetto che dovrebbe essere controllata dalla missione Onu (Minurso) e che invece è sempre più terra di nessuno usata non solo dalle milizie del Polisario ma anche da altri gruppi armati e dai contrabbandieri di vario genere. Non è un caso che mentre l’inviato dell’amministrazione Usa arrivava a Laayoune, il governo della Mauritania approvava il 9 gennaio 2021 un progetto di legge per creare una zona di difesa sensibile nel nord del Paese, lungo il confine con la zona cuscinetto.

Secondo quanto fa sapere la stampa mauritana, ripresa dall’agenzia di stampa russa Sputnik, questo progetto arriva settimane dopo che i “banditi che bloccavano la strada di Guerguerat” si sono infiltrati nella zona cuscinetto attraversando il confine mauritano. Nel progetto di legge si spiega che “il territorio che si trova al confine nord della Mauritania è considerato vuoto o disabitato e può costituire luogo di transito per terroristi, trafficanti di droga e gruppi criminali organizzati”. Gli osservatori ritengono che la Mauritania stia cercando, attraverso la costruzione di una zona di difesa nel nord del Paese, di bloccare gli sbocchi terrestri che il fronte Polisario sfrutta per raggiungere la zona cuscinetto, area usata appunto da terroristi, narcotrafficanti e gruppi della criminalità organizzata.

Nouakchott sta cercando di evitare ogni scontro con i miliziani del Polisario, ed è questo che l’ha spinta a mettere in sicurezza l’area cuscinetto bloccando così la strada ai gruppi armati. Il Marocco e la Mauritania stanno cercando quindi di aumentare la loro cooperazione e rafforzare le misure di controllo della sicurezza presso il valico di frontiera terrestre congiunto di Guerguerat. Lo scorso febbraio Marocco e Mauritania hanno tenuto la prima riunione del comitato militare misto tra loro, che ha portato alla firma di un memorandum d’intesa nel 2006 a Rabat, un passo che ha fatto arrabbiare il Polisario. Si tratta dello stesso territorio usato in passato dal terrorista Abu Oualid Sahrawi, ex portavoce del gruppo Mujao oggi leader dello Stato islamico (Isis) nell’Africa subsahariana.

Sahrawi, che proviene dai campi profughi di Tinduf in Algeria, ha rivendicato la responsabilità dell’imboscata di ottobre 2017 a danno di una pattuglia congiunta Usa-Nigeria vicino al villaggio di Tongo Tongo, in Niger, che ha provocato la morte di quattro soldati statunitensi e per questo sul suo capo il Dipartimento di Stato Usa ha posto una taglia di cinque milioni di dollari. L’instabilità di questa area, causata proprio dalla politica del Polisario, ha spinto gli Stati Uniti ad assumere una posizione chiara sulla crisi del Sahara occidentale vedendo nel piano di autonomia regionale l’unica soluzione possibile.

Cos'è il Polisario, il fronte marocchino legato all'assalto all'enclave spagnola di Ceuta

Di Massimiliano Boccolini

L’enclave spagnola di Ceuta è stata presa d’assalto da migliaia di migranti. Il riconoscimento da parte di Donald Trump del controllo sul Sahara Occidentale da parte del Marocco aveva scatenato la reazione del Fronte Polisario. L’articolo di Massimiliano Boccolini che sulla rivista Formiche di febbraio raccontava le tensioni nell’area

Leonardo, l'assemblea approva il bilancio (e boccia l'azione contro Profumo)

L’assemblea dei soci di Leonardo ha approvato il bilancio 2020, l’anno duro della pandemia, nel quale il settore militare ha bilanciato le difficoltà sul fronte civile. Respinta con oltre il 99,3% l’azione di responsabilità nei confronti dell’ad, Alessandro Profumo

Phisikk du role - Che succede al Movimento?

M5S ha un bel po’ da fare. E lo deve fare alla svelta. La posta in palio è quella che i colti chiamano eterogenesi dei fini: rimanere al prossimo giro fuori dal nuovo Parlamento, fortemente voluto dal Movimento nel formato drasticamente ridotto, perché diviso e ridotto anch’esso, al punto da non superare i nuovi più alti sbarramenti posti dal formato bonsai

Quanto ci mancano De Michelis e la sua realpolitik. Scrive Pellicciari

Dal Medio Oriente alla Jugoslavia, la politica estera di Gianni De Michelis è sempre stata improntata a una realpolitik riformista, scevra da arroccamenti ideologici. La stessa di cui avremmo bisogno oggi. L’analisi di Igor Pellicciari (Università di Urbino/Luiss)

Usa condannano le frasi antisemite di Erdogan sul popolo ebraico. Il video

Usa condannano le frasi antisemite di Erdogan sul popolo ebraico [embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=y9jcqyJuZaE[/embedyt] Milano, 19 mag. (askanews) - Poche righe decise nelle quali la posizione di Washington è ben chiara. "Gli Stati Uniti condannano fermamente i recenti commenti antisemiti del presidente Erdogan sul popolo ebraico e li trovano riprovevoli". E ancora: "Esortiamo il presidente Erdogan e altri leader turchi ad astenersi…

L'ombra dello scontro Israele-Hamas sulla Libia. Il caso Central Bank

Di Uberto Andreatta e Emanuele Rossi

Le dinamiche libiche sono molto influenzate da — e influenzano a loro volta — quelle regionali: per questo c’è il rischio che il conflitto israelo-palestinese trovi sfogo tra Tripoli e Bengasi. Un esempio: la Central Bank

Il conflitto Ue-Usa sulla privacy è un’opportunità di reset transatlantico

Un’Europa che spinge per la protezione dei dati, un’America che ospita le piattaforme usate dagli europei ma non garantisce lo stesso livello di privacy. La sentenza Schrems II fotografa due potenze che si guardano in cagnesco. Ma le basi per un dialogo ci sono, come testimoniato in una tavola rotonda organizzata da Formiche.net

Uno scudo "formidabile". La Nato (con l'Italia) prova la difesa anti-missile

Ha preso il largo, dalla Scozia, l’edizione 2021 di “Formidable shield”, l’esercitazione Nato delle capacità di difesa antiaerea e antimissilistica in mare. La sfida posta dai missili, in particolare l’innovativa tecnologia ipersonica, preoccupa le forze Nato e pone a dura prova le sue capacità di risposta. Lo “scudo formidabile”, a cui partecipa anche l’Italia, serve a dimostrare che l’Alleanza Atlantica è pronta a raccogliere la sfida

Dopo Hong Kong, Gaza-Israele. L’Ungheria spacca l’Ue

Come accaduto sulla dichiarazione in difesa di Hong Kong, l’Ungheria si mette di traverso anche su Israele-Gaza. Borrell minaccia una decisione a 26. Basterà?

Competenza, innovazione e talento per la sanità del futuro

La pandemia ha reso chiaro che il farmaceutico è un settore strategico per lo sviluppo dell’Italia. Con Massimo Scaccabarozzi, presidente e ad di Janssen Italia, il prof. Giovanni Tria, l’on. Beatrice Lorenzin, Marco Bentivogli e Teresa Petrangolini parleremo di sviluppo del sistema-Paese e di definizione di nuove linee-guida per il sistema sanitario in occasione del primo appuntamento del ciclo di incontri “Non c’è futuro senza…”

×

Iscriviti alla newsletter