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Non l’ha nominata, ma il presidente Joe Biden non poteva che riferisce alla Cina quando, nel corso del suo primo discorso all’Assemblea generale nelle Nazioni Unite, ha spiegato che gli stati Uniti non vogliono una nuova guerra fredda. Al contrario, sono pronti a “competere con forza” cn le autocrazie del mondo, con un occhio all’Indo-Pacifico, alle “sfide che rappresentano le chiavi del nostro futuro collettivo”, ha spiegato.

I “BOOTS ON THE GROUND” COME ULTIMA SPIAGGIA

“Il potere militare degli Stati Uniti deve essere il nostro strumento di ultima istanza, non il primo. E non dovrebbe essere usato come risposta a ogni problema che vediamo nel mondo”, ha detto ancora Biden. “Infatti, oggi molte delle nostre più grandi preoccupazioni non possono essere risolte o addirittura affrontate con la forza delle armi. Bombe e proiettili non possono difendere da Covid-19 o dalle sue future varianti”, ha proseguito facendo appello alla diplomazia e al multilateralismo. In questo senso ha rivolto un messaggio ai partner nel mondo: nel XXI secolo, “all’interno di ciascuno dei nostri Paesi e come comunità globale, il nostro successo è legato al successo degli altri. Per ottenere risultati per il nostro popolo dobbiamo anche impegnarci profondamente con il resto del mondo”, ha dichiarato.

LE MOSSE DI BRUXELLES

Nessun riferimento diretto all’Unione europea, però. E dopo l’intervista alla Cnn con cui Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha definito il trattamento riservato alla Francia da Stati Uniti, Regno Unito e Australia, che hanno escluso Parigi dai negoziati sull’accordo trilaterale di sicurezza denominato Aukus, “non accettabile”, da Bruxelles è arrivato un messaggio diretto a Washington in vista dell’imminente inaugurazione del Consiglio Ue-Usa commerciale e tecnologico (Tcc). Dopo le pressioni francesi, Eric Mamer, portavoce della Commissione europea, ha spiegato che l’esecutivo comunitario sta analizzando il possibile impatto dell’Aukus. “Come ho risposto ieri in merito al prossimo round di negoziati commerciali con l’Australia”, anche con gli Stati Uniti “c’è una data fissata per il Ttc che è la prossima settimana”, il 29 settembre a Pittsburgh, “e stiamo analizzando le conseguenze dell’annuncio di Aukus in termini di un suo impatto possibile sulla data”, ha spiegato. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare la decisione dei 27.

LA SOLIDARIETÀ A PARIGI DA BERLINO…

Intanto, però, dopo le parole della presidente von der Leyen e la riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea, i 27 lanciano tiepidi messaggi a Parigi. Heiko Maas, capo della diplomazia tedesca, ha criticato il patto a tre: “Quanto è stato deciso e il modo in cui questa decisione è stata assunta è irritante e non fa riflettere soltanto la Francia”, ha dichiarato a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Temo che rimarrà difficile per un po’, capisco molto bene la rabbia dei nostri amici francesi”, ha detto. Ma a ogni modo non vi è alcun ulteriore motivo per un “inasprimento” dei rapporti con gli Stati Uniti. In particolare, il ministro degli Esteri tedesco ha evidenziato di “non essersi mai fatto illusione che non vi sarebbero stati problemi on il nuovo presidente degli Stati Uniti”, Joe Biden. Ora, secondo Maas, “bisognerà pensare in Europa a come ottenere una maggiore sovranità”. Alla fine, ha concluso il ministro degli Esteri tedesco, “dipenderà da noi in Europa se ci riusciamo o meno”.

… E DA ROMA

Anche l’Italia si è fatta partecipe del disappunto della Francia. Vincenzo Amendola, sottosegretario agli Affari europei, ne ha parlato dopo il Consiglio Affari generali. “Il Consiglio si è aperto con una nota del collega francese sulla vicenda dei sottomarini e l’accordo interrotto con l’Australia”, ha spiegato. “Come tutti i colleghi, anche l’Italia ovviamente si fa partecipe del disappunto della Francia su una vicenda che non è solo bilaterale, ma che richiede un salto di qualità nella riflessione comune a 27 sui temi della sicurezza, sui temi della difesa europea, sui temi dell’autonomia strategica nell’interesse non solo dei singoli Stati membri, ma anche degli alleati”, ha proseguito Amendola.

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