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La settimana scorsa il Presidente Usa Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo che consegna al Dipartimento del Commercio un nuovo mandato per indagare sulle app estere e introduce nuove protezioni per la privacy delle persone. Dall’entrata in vigore della direttiva, il Dipartimento ha la possibilità di monitorare i software stranieri, come ad esempio TikTok, per analizzare se pongono una minaccia alla sicurezza nazionale del paese.

Questo nuovo ordine esecutivo elimina completamente le precedenti direttive, simili ma confuse, dell’amministrazione Trump, che vietavano il download di applicazioni come WeChat e TikTok, oltre ad obbligare il Dipartimento del Commercio a depositare una revisione sui problemi posti da queste e altre app, specialmente in termini di protezione della privacy.

La nuova direttiva ha, effettivamente, molti punti in comune con quelle emanate da Trump, dato che i policy-makers condividono la paura che “la Cina possa tracciare le posizioni dei dipendenti del governo degli Stati Uniti [tramite le app], costruire dossier di informazioni personali per ottenere riscatti e condurre spionaggio industriale”. Ma il nuovo ordine esecutivo verrà implementato in maniera completamente diversa rispetto alla precedente amministrazione.

Reuters ha recentemente chiarito alcuni punti sull’entrata in vigore di questo ordine firmato da Biden, sottolineando come, rispetto a quello di Trump, la nuova amministrazione spera che gli alleati Usa agiscano allo stesso modo.

Il nuovo ordine esecutivo vuole proteggere i dati dei cittadini americani dai paesi “avversari,” obbligando le società estere ad introdurre misure più restrittive per quanto riguarda la protezione di informazioni sensibili online. L’obiettivo sono in particolare app cinesi e russe, mentre il problema non si pone con società sostenute dall’Iran e dal Venezuela, dato che queste sono già bloccate.

Per evitare che le aziende possano schedare i dati, l’ordine di Biden consegna un mandato al Dipartimento del Commercio per verificare le condizioni delle società straniere. Il Dipartimento ha quindi il potere di “emettere mandati di comparizione per raccogliere informazioni su alcune applicazioni software per smartphone, tablet e computer desktop. L’agenzia può anche negoziare le condizioni per il loro uso negli Stati Uniti o vietare le applicazioni.”

L’ordine, però, non elenca nessuna applicazione in particolare, lascia infatti la libertà al Segretario al Commercio Gina Raimondo la scelta di quali aziende e applicazioni perseguire, a patto che rientrino in alcuni criteri – come il fatto di essere controllate o gestite da una persona o una società che sostenga le attività di un governo avversario straniero. In più, non saranno solo le app di comunicazione e “divertimento” ad essere revisionate, ma anche quelle aziendali utilizzate nel settore bancario e delle telecomunicazioni.

Il portavoce del Dipartimento del Commercio Usa ha sottolineato a Reuters che “se Raimondo decide che un’applicazione pone un rischio inaccettabile, ha la discrezione di notificare le parti direttamente o pubblicare le informazioni nella sezione quotidiana ufficiale del governo, il Registro Federale.” Dopo di che, l’azienda in questione avrà 30 giorni per fare ricorso oppure adeguarsi agli standard statunitensi sulla protezione dei dati. Se nulla di ciò accade, l’applicazione viene bloccata. Una specie di “super” golden power limitato al settore tecnologico.

Senza dubbio, ci saranno molti subpoena e divieti nei confronti di società cinesi, molte delle quali già inserite nel precedente ban di Trump, come TikTok e WeChat. I dirigenti di queste applicazioni non hanno ancora commentato la decisione del Presidente Biden, ma alcuni funzionari credono che la lista di aziende selezionate da Raimondo sarà molto più lunga di quella creata da Trump.

Il super-golden power di Biden sulle app cinesi e russe. La guerra dei dati continua

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