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Il razzo Antares della Nasa, che martedì prossimo lascerà il suolo terrestre per rifornire la Stazione spaziale internazionale (Iss), trasporterà a bordo un esperimento che potrebbe rivoluzionare la difesa missilistica degli Stati Uniti: Il Prototype infrared payload (Pirpl), un sensore dotato di fotocamere in grado di rilevare e raccogliere dati sugli eventuali missili ipersonici in volo molto più velocemente e precisamente dei sistemi antimissile satellitari impiegati oggi.

LA MINACCIA IPERSONICA

È del resto di pochi giorni fa la notizia dello sviluppo, da parte della Russa, del missile ipersonico Kh-95, che si inserisce in un arsenale già piuttosto nutrito. Nel 2018 ha debuttato il missile da crociera Kinzhal (“pugnale”), definito da Vladimir Putin “invincibile” e, secondo Mosca, in grado di volare dieci volte più veloce del suono e di trasportare a oltre duemila chilometri testate convenzionali e nucleari. Sempre del 2018 è il test dell’Avangard, missile a planata ipersonica, capace di superare l’atmosfera come un missile balistico per poi rientrarvi a velocità ipersonica, cambiando traiettoria e aumentando di imprevedibilità. E poi c’è il missile da crociera Zircon, che a fine luglio avrebbe colpito con successo un obiettivo collocato a 350 chilometri di distanza, raggiungendo Mach 9 (oltre tre chilometri al secondo), per una gittata dichiarata di mille chilometri.

SISTEMI D’ALLARME SATELLITARI

I sistemi di allarme missilistico attuali di solito vengono effettuati da satelliti a orbite molto alte, come l’orbita geostazionaria a un’altitudine di 35mila chilometri dalla superficie terrestre, il che rende più difficile discernere rapidamente le fioche firme a infrarossi dei missili ipersonici. Il Prototype infrared payload sarà, invece, un sistema di rilevamento missilistico in grado di poter essere montato su satelliti di piccole dimensioni  posti nell’orbita bassa terrestre (Leo), a circa mille chilometri di altezza. La minore altezza del veicolo spaziale e l’elevata sensibilità dei sensori del Pirpl lo renderanno in grado di rilevare con precisione, e in minor tempo, le eventuali minacce ipersoniche lanciati contro asset americani o dell’Alleanza Atlantica.

IL PIRPL

Il Pirpl è stato sviluppato da un consorzio pubblico-privato composto da Northrop Grumman, l’Agenzia per lo sviluppo spaziale (Sda) e l’Agenzia per la difesa missilistica (Mda) del dipartimento della Difesa di Washington. Una volta raggiunta la Stazione spaziale internazionale questo primo esemplare del Pirpl inizierà a raccogliere una serie di dati e di immagini a infrarossi a onde corte e medie che serviranno per mappare quegli elementi dell’atmosfera terrestre che, potenzialmente, potrebbero nascondere la firma lasciata dai missili, come i banchi di nuvole o le radiazioni infrarosse naturali emesse del nostro Pianeta. I dati raccolti aiuteranno la futura costellazione di satelliti Pirpl antimissile a identificare correttamente il volo di eventuali missili ipersonici, consentendo tempi più rapidi per la successiva intercettazione e distruzione della minaccia.

Come difendersi dai missili ipersonici. Il sistema satellitare Usa

Di fronte alla minaccia posta dai razzi ipersonici, la Difesa degli Stati Uniti testerà sulla Stazione spaziale internazionale il Prototype infrared payload (Pirpl), un sistema d’allarme antimissile basato sui satelliti nell’orbita bassa terrestre. Grazie alla maggiore vicinanza con l’atmosfera terrestre, i nuovi sensori del Pirpl saranno in grado di individuare prima e meglio le eventuali minacce superveloci

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