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Il caso della presidenza del Copasir continua a tenere banco in particolare all’interno del centrodestra con Lega e FdI su due posizioni opposte: da un lato Giorgia Meloni che rivendica per Fratelli d’Italia (in quanto unico partito di opposizione) la presidenza del Copasir, dall’altro Salvini che ha proposto l’azzeramento dei membri del Comitato parlamentare per la sicurezza.

Uno stallo che va avanti da ormai numerose settimane dopo la nascita del governo Draghi e che non sembra possa risolversi in tempi rapidi, anche alla luce delle parole dei presidenti di Camera e Senato che hanno auspicato una soluzione politica.

La delicata poltrona della presidenza del Copasir rischia così di entrare nelle trattative in vista delle elezioni amministrative di ottobre e nelle regionali in Calabria. Secondo i principali sondaggi, il divario tra Lega e FdI si è notevolmente assottigliato negli ultimi mesi e gli interessi di Salvini e Meloni collimano sempre di più.

Ciò rischia di creare una competizione tra alleati che può essere sana se intesa nel senso di una crescita dell’intera coalizione ma può diventare dannosa se non coordinata. Un rischio soprattutto di fronte gli avversari politici (e mediatici) che utilizzano la vicenda del Copasir per seminare zizzania nel centrodestra che, ad oggi, è decisamente più unito di un centrosinistra spaccato tra lotte intestine e alla ricerca di una propria identità in particolare sull’ipotesi di un’alleanza con il Movimento Cinque Stelle.

Salvo clamorosi colpi di scena (a cui però la politica contemporanea ci ha abituato), il centrodestra dovrebbe vincere alle prossime politiche sia che avvengano nel 2023 sia che si realizzino dopo l’elezione del Presidente della Repubblica.

Per questo motivo occorre evitare che si creino fratture o divisioni solo controproducenti per una coalizione che, insieme a Forza Italia e ad altri partiti minori, si avvicina al 50%. È fondamentale evitare sia pretesti per attacchi da parte dell’area progressista sia un’immagine di divisione non costruttiva agli occhi dell’elettorato.

Per questo serve che Lega e FdI trovino quanto prima un accordo sul Copasir, il centrodestra se vorrà tornare a governare non deve e non può dimenticare la prospettiva fusionista a partire dalla gestione dei ruoli di potere e dei dossier più delicati. È già capitato in altri momenti storici che la coalizione fosse divisa sul piano nazionale (per esempio durante il primo governo Conte) ma è rimasta ben salda a livello locale. Lo stesso deve accadere oggi con lo sguardo fisso al 2023.

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