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Secondo Giulio Centemero l’estensione della normativa golden power “vedrà la luce a breve”. Il capogruppo della Lega in commissione Finanze della Camera si spinge a dire, raggiunto telefonicamente da Formiche.net, che “penso sia già allo studio del governo”.

Da settimane ormai si parla di una nuova estensione della normativa sui poteri speciali del governo per includere sotto l’ombrello di protezione altri settori, come quello dei semiconduttori. Che appare sempre più strategico per la nostra economia e all’interno del quale rientra il primo veto imposto dal governo di Mario Draghi. Il presidente del Consiglio ha infatti annunciato giovedì sera in conferenza stampa che il governo ha ordinato, accogliendo una proposta del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, lo stop alla vendita del 70% di una azienda italiana, la Lpe di Baranzate, nel Milanese, a una società cinese, la Shenzen Invenland holdings.

E non è un caso isolato. Nelle ultime settimane il governo ha esercitato i poteri speciali per stoppare accordi su forniture 5G (a contratti delle italiane Fastweb e Linkem con le cinesi Huawei e Zte) e fintech (sull’entrata di Square e Tencent in Satispay). In questi casi l’esecutivo ha imposto prescrizioni, non veti come suggeriva il Copasir nel dicembre 2019 nel caso delle aziende cinesi nelle reti di quinta generazione.

Poche ore prima dell’annuncio del presidente Draghi il ministro Giorgetti aveva evocato la possibilità di estendere l’ambito di applicazione della normativa golden power anche a “filiere che allo stato ne sono escluse e che rivestono invece un evidente rilievo nell’assetto economico nazionale”. Necessità emersa in relazione ad alcuni specifici settori strategici, come quello dell’automotive e della siderurgia, esposti alle mire cinesi. “Su golden power sono d’accordo con Giorgetti”, ha poi dichiarato il presidente Draghi: “È uno strumento che il governo ha per evitare la cessione di asset strategici a potenze straniere”.

Per Centemero la svolta è “positiva: vengono applicati i poteri speciali per proteggere i dati e per ribadire il posizionamento atlantista e filo-occidentale dell’Italia”. Sull’allargamento dell’ombrello della normativa Centemero spiega: “Mi fido delle parole del ministro Giorgetti, che quando parla è sempre misurato. E non possiamo trascurare il fatto che tutto il mondo ormai sta andando in quella direzione. Pensiamo soltanto alle applicazioni del golden power francese che si estendono alle filiali estere”. Ma aggiunge: “È necessario prevedere anche ulteriori principi, tra cui quello della reciprocità”.

Tra i dossier più caldi in tema di poteri speciali c’è Iveco, finita nel mirino della cinese Faw, con forti preoccupazioni per il ramo militare del gruppo che pur risulta fuori dal perimetro delle trattative. “Una soluzione possibile potrebbe essere simile a quella trovata su Corneliani”, spiega Centemero. Lo storico marchio sopravviverà grazie a una newco con il fondo Invitalia, che ha investito 10 milioni di euro, e con Investcorp, che ha messo sul piatto 7 milioni. “Per partecipazioni strategiche può essere necessario l’intervento del Fondo strategico italiano, di Cdp Equity o di altri veicoli che le valorizzino al meglio”, prosegue sottolineando però un’urgenza: “Mettere ordine tra i vari fondi, comprendendo che oggi i fondi sovrani sono fondi strategici”.

E davanti al rischio che una stretta eccessiva possa allontanare gli investimenti Centemero invoca “regole chiare, certezza del diritto e la necessità di seguire le regole di mercato ma con eccezioni laddove ci siano degli interessi veramente strategici. E le reti di telecomunicazioni sono un esempio eccellente, ma non l’unico settore cruciale”.

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