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Partirà a breve la sperimentazione della versione monodose del vaccino Sputnik V, una versione semplificata e migliorata, secondo gli scienziati, che è stata battezzata Sputnik Light. Il ministero della Salute russo ha annunciato di avere ricevuto ieri tutti i documenti per la registrazione del farmaco anti-Covid.

Sputnik Light è stato sviluppato dall’Istituto Gamaleya, lo stesso che ha ideato Sputnik V. Dal ministero spiegano che però la decisione sulla registrazione sarà presa dopo un esame della qualità, sicurezza ed efficacia del vaccino.

A inizio del mese, dal Cremlino avevano confermato che il vaccino “light” si trova in fase tre di studio clinico e al momento ha registrato un’efficacia dell’85%. La richiesta di registrazione urgente è stata avviata sia in Russia, sia in altri Paesi.

Il vaccino Sputnik V è stato approvato in più di 30 Paesi, per cui è il terzo farmaco anti-Covid in termini di certificazione. La Russia continua la sua campagna di promozione per l’esportazione dei vaccini, anche se in realtà è costretto a produrlo in fabbriche fuori dal territorio russo per sopperire alle richieste interne (qui l’approfondimento di Formiche.net). Dall’Istituto Gamaleya i produttori sostengono che Sputnik Light arriverà prestissimo.

Ma che cosa cambia con Sputnik light rispetto alla prima versione del farmaco? L’Istituto Gamaleya sostiene che questa nuova versione serve in quei casi in cui è impossibile inoculare due dosi per rafforzare l’immunità.

Alexander Gintsburg, direttore dell’Istituto, ha spiegato che la sicurezza con la prima dose è dimostrata, ma l’efficacia dell’uso tra le persone adulte ancora deve essere studiata.

Kirill Dmitriev, presidente del Fondo russo per gli investimenti diretti, ha dichiarato a Deutsche Welle che l’obiettivo è vendere Sputnik Light al mercato internazionale, specialmente “ai Paesi che si trovano nel picco della pandemia e vogliono salvare il numero più alto di vite possibili”.

Sebbene l’efficacia attribuita a Sputnik Light sia minore rispetto a quella di Sputnik V, è comunque più alta in confronto ad altri vaccini, secondo i suoi produttori. Tuttavia, si deve ancora verificare questo indice di efficienza in pazienti reali.

La rivista scientifica The Lancet ha verificato la validità di Sputnik V al 91,6% (è uno dei tre vaccini al mondo con efficacia superiore al 90%).

Questo cambio di strategia consentirebbe cambiamenti vantaggiosi nella logistica, nella distribuzione territoriale e anche nei costi (al ribasso) del farmaco. E permetterebbe vaccinare più persone in meno tempo. Ovviamente però stride con il claim dei video e dei profili social di Sputnik, che facevano della doppia dose (una diversa dall’altra) la caratteristica chiave del farmaco. In realtà, questo fatto si è rivelato un collo di bottiglia, come sottolineato da Guido Rasi (ex Ema) a Formiche.net, perché raddoppia le linee produttive, la sperimentazione, e i costi.

Recentemente, il ministero della Salute russo ha annunciato una riduzione del prezzo di vendita di Sputnik V da 1942 rubli (circa 25 dollari) a 866,81 rubli (circa 11,50 dollari) per le due dosi. Spiegando che questo sconto è stato possibile grazie all’ottimizzazione della tecnologia di produzione industriale e all’aumento delle richieste.

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