Skip to main content

Berlino cambia passo sulla Difesa e punta su una Bundeswehr moderna e finanziata anche a debito. Secondo l’ambasciatore Michele Valensise, presidente dell’Istituto affari internazionali, l’Italia può trarne vantaggi concreti se saprà agganciarsi a una dinamica europea in evoluzione, tra nuove sinergie industriali e convergenze strategiche.

Ambasciatore, tra le priorità del programma del nascente governo Merz vi sono il rafforzamento della spesa militare e dell’industria della difesa. Come si inserisce questo cambio di passo nella tradizione strategica della Germania?

Per lunghi anni, in passato, la Germania ha dato poca priorità all’esigenza di rafforzamento e ammodernamento della sua difesa. Furono determinanti una diffusa cultura pacifista e le garanzie di sicurezza offerte dall’ombrello Nato. L’aggressione della Russia all’Ucraina a febbraio 2022 ha modificato profondamente il quadro. Da lì il riconoscimento immediato di un cambiamento epocale, anche in materia di difesa e sicurezza. Il governo Merz nasce con un programma preciso, volto a tradurre in pratica gli impegni, sottoscritti dai partiti della nuova coalizione di governo, per dotare la Germania di una difesa adeguata alle sfide in atto.

Merz sarà anche il primo cancelliere tedesco a poter fare debito grazie al superamento del “debt brake”. Lo farà, come abbiamo detto, puntando sulla Difesa. Che impatto potrebbe avere questo sugli equilibri europei, e che importanza avrà per l’Italia che ha chiesto a lungo di allentare i vincoli di bilancio?

Le scelte di fondo del più importante Paese europeo riverberano inevitabilmente i loro effetti sui partner. Per l’Italia ci potranno essere sviluppi tanto più interessanti quanto più le prossime decisioni tedesche avranno un respiro europeo, non solo nazionale. Non sarà necessario attendere molto per verificare nei fatti in che direzione si muoverà il nuovo governo tedesco e in che misura vorrà e potrà tornare con lo slancio di un tempo al tavolo europeo per favorire soluzioni di interesse comune.

L’idea di finanziamenti praticamente illimitati per la modernizzazione della Bundeswehr apre una nuova fase per l’industria della difesa europea. Quali sono i principali impatti per il resto dell’Europa, fermo restando il fatto che anche il nuovo capo dell’Agenzia europea della Difesa è un tedesco?

Al momento non sopravvaluterei il ruolo della Agenzia europea della Difesa che ha solo funzioni di coordinamento, non un’autonoma capacità di spesa. In ogni caso, i prossimi sviluppi dipenderanno dalla capacità o meno di integrare le iniziative in corso a livello industriale con programmi strutturati di collaborazione politico-militare.

A questo proposito, a suo parere, come viene letto questo riarmo tedesco da parte di Parigi?

Non è da escludere qualche diffidenza da parte francese. Credo però che il governo di Berlino – e in particolare Boris Pistorius, ora confermato alla guida del ministero della Difesa tedesco per competenza e popolarità – sapranno all’occorrenza rassicurare Parigi sui propositi tedeschi, per dissipare eventuali timori. D’altra parte, il rilancio del dialogo e dell’intesa con la Francia (e con la Polonia, nel cosiddetto “triangolo di Weimar”) figura con evidenza nell’agenda di politica estera di Friedrich Merz. Il che andrà osservato con attenzione in particolare dall’Italia.

Come ha scritto Lorenzo Castellani su Domani, il sentimento nazionale tedesco (e la posizione politica) sulla Difesa è cambiato negli ultimi anni. L’esperienza di Merz potrebbe aiutare anche Meloni a convincere l’opinione pubblica italiana della necessità di spendere in difesa? Avvicinarsi a Berlino per Roma potrebbe essere strategico anche per questo, oltre al fatto che si collabora sul carro armato di nuova generazione?

Le premesse per una stretta cooperazione italo-tedesca stanno oltremodo solide. Molti interessi sono complementari, non da oggi. Agli accordi per produzioni industriali integrate dovranno essere auspicabilmente affiancate intese politiche di lungo periodo. In questo quadro, anche la maggior rilevanza attribuita oggi alle necessità di difesa e sicurezza può favorire una proficua convergenza tra Italia e Germania, al di là dei tradizionali scambi e dei vincoli di intensa collaborazione.

Difesa europea e riarmo tedesco. Le opportunità italiane per Valensise

L’aumento della spesa militare, il superamento del freno al debito e la rinnovata ambizione europea sono tutti segnali di un deciso cambio di passo da parte della Germania, e una vera e propria svolta strategica per Berlino. Michele Valensise analizza le implicazioni per l’Europa, le reazioni di Parigi e le opportunità per l’Italia in termini di cooperazione politica e industriale

Il Premio Guido Carli diventa internazionale. Novità e dettagli della XVI edizione

Appuntamento il 9 maggio all’Auditorium per la XVI edizione dell’evento promosso dalla Fondazione Guido Carli. Riconoscimento alla musica per Gigi D’Alessio, all’economia per Matteo Del Fante. “Il Premio si conferma una festa del merito etico, nel nome di Carli e dei suoi valori”, ha spiegato Romana Liuzzo, presidente della Fondazione Guido Carli

A tutta deflazione. La mossa anti Usa che inguaia la Cina

Per mettere in difficoltà Washington, il Dragone sta cercando di trattenere in patria le merci ancora utili a certi settori dell’economia statunitense. Ma così facendo si aumenta l’offerta in casa propria, affossando ancora di più i prezzi e zavorrando la crescita

Tra transizione ed effetto Trump. Il senso delle imprese per la sostenibilità

Per le aziende italiane gli obiettivi in materia di sostenibilità ambientale e non rimangono quasi un obbligo. Ma lo Stato dovrebbe aiutare e accompagnare meglio le piccole realtà nel percorso. Trump? Non ci sarà un cambio di rotta, nonostante le sue idee. I risultati della ricerca SEC Newgate

Medicina della longevità, un confronto tra Usa e Ue. Parla il prof. Tasciotti

“La cultura dell’innovazione è più consolidata oltreoceano. La collaborazione tra Accademia e Industria è più forte. Di conseguenza, anche gli investimenti in ricerca e sviluppo sono più significativi”. Intervista di Alessia Amore, avvocato e bioeticista, allo scienziato Ennio Tasciotti, biologo molecolare, professore ordinario di Tecnologie avanzate per il benessere e l’invecchiamento, fondatore e responsabile del Laboratorio Human Longevity Program presso l’Irccs San Raffaele di Roma

Debito e difesa. La nuova strategia per uscire dal rallentamento tedesco

Di Fabrizio Braghini

La Germania si trova in una fase cruciale: l’economia ristagna, ma si prepara un massiccio piano di investimenti pubblici, con al centro difesa e infrastrutture, reso possibile dalla nuova flessibilità Ue e dal superamento del freno al debito. Berlino punta così a riacquisire centralità in Europa, superando la tradizionale prudenza fiscale e cogliendo l’occasione di un contesto strategico in rapido mutamento

Dpcm anti Cina. Stop agli scanner a rischio nei bandi pubblici

Il provvedimento attua l’articolo  14 della legge sulla cybersicurezza, vincolando beni e servizi ICT nei contratti pubblici e premiando fornitori italiani, Ue, Nato e partner per ragioni di sicurezza nazionale. Riguarda in particolare videosorveglianza e scanner. L’adozione risponde al bisogno di evitare nuovi episodi come quello di Nuctech (società cinese nella black list Usa e sotto inchiesta Ue per sussidi) che aveva già vinto appalti per le Dogane

Iris2 e filiere critiche. Roma e Oslo rafforzano la partnership nello Spazio

Italia e Norvegia rafforzano il loro asse industriale e strategico con una nuova intesa sulla space economy e sulle materie prime critiche. Al centro del bilaterale tra Urso e Myrseth a Tromsø: cooperazione tecnologica, filiere europee resilienti, investimenti del fondo sovrano norvegese e integrazione nel programma spaziale europeo IRIS2. Un passo rilevante verso una maggiore autonomia strategica dell’Europa

Vi spiego come il “fattore Donald” ha orientato il voto in Canada, Australia e Romania. Parla Diamanti

Australia, Canada e Romania. Tre contesti differenti, accomunati però dall’incidenza, a gradazioni diverse, di un unico fattore: Donald Trump. Il caso canadese è emblematico perché nelle consultazioni ha inciso maggiormente la politica estera di quella interna. In Romania l’estrema destra primeggia e l’Europa esce indebolita. Per pronunciarsi definitivamente, bisognerà aspettare il 18 maggio. Colloquio con Giovanni Diamanti, sondaggista e fondatore di YouTrend

L'ombra della Cina sull'energia verde tedesca è un monito all'Europa

L’azienda cinese selezionata come fornitrice di turbine per un parco eolico al largo delle coste tedesche è diretta da un ex soldato della Pla e fervente sostenitore del Partito Comunista Cinese. Una scelta che desta sospetti e polemiche. A pochi mesi dall’allarme di un think thank tedesco
×

Iscriviti alla newsletter