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La protezione del patrimonio artistico e culturale passa anche dallo Spazio. Dai satelliti all’intelligenza artificiale, le nuove tecnologie (anche italiane) possono contribuire a proteggere e tutelare siti dal valore incommensurabile. È quanto emerso ieri dall’evento “Tecnologie per la tutela, sicurezza e valorizzazione dei siti di rilevanza archeologica e museale”, organizzato in forma digitale dall’Istituto italo-latino americano (Iila) in collaborazione con Leonardo, che nel corso dei lavori ha annunciato l’avvio di un progetto-pilota in Messico per la protezione dei siti patrimonio Unesco.

L’EVENTO

Hanno partecipato tra gli altri il ministro della Cultura Dario Franceschini, la vice ministra degli Esteri Marina Sereni, il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Giorgio Saccoccia, il comandante del Comando dei Carabinieri per la Tutela dei Beni Culturali Roberto Riccardi e la presidente della Fondazione Amaldi Maria Cristina Falvella. Insieme a loro, tanti rappresentati dei Paesi dell’America latina per “un primo momento di condivisione di esperienze e buone pratiche e come uno spazio di dialogo sulle opportunità di crescita propiziate dalle nuove tecnologie in un’area come quello del patrimonio archeologico e museale la cui ricchezza e varietà uniscono Italia e America latina”.

TRA CULTURA E SPAZIO

D’altra parte, ha detto la vice ministra Sereni, “la tutela del patrimonio culturale è per l’Italia un ambito di attenzione prioritaria; svolgiamo un’ampia tutela del patrimonio a rischio e specialmente nelle aree di crisi il nostro Paese ha assunto negli anni un ruolo proattivo nel rafforzamento delle convenzioni multilaterali in materia di traffico illecito di beni culturali”. Per tutto questo ci sono anche le tecnologie dello Spazio. Il tema, ha detto il ministro Franceschini, “è di grande attualità: negli ultimi anni la crescita delle tecnologie ha aperto degli orizzonti sconfinati nel rapporto con il patrimonio culturale, sia quello materiale che quello immateriale”. Inoltre, ha aggiunto, “la rete offre delle opportunità straordinarie di moltiplicazione dell’offerta, della conoscenza, come abbiamo visto durante il lockdown”. Il risultato, ha rimarcato Franceschini, è che “lo sviluppo tecnologico applicato alla tutela del patrimonio culturale consente di fare delle cose inimmaginabili fino a qualche anno fa”, dalle visite online dei musei, fino all’osservazione puntuale e precisa dei siti archeologici.

L’ANNUNCIO DI LEONARDO

In questo ambito è arrivato l’annuncio sul nuovo progetto avviato da Leonardo, rappresentato al webinar dal chief commercial officer di Leonardo, Pasquale di Bartolomeo. L’azienda di piazza Monte Grappa esporterà la sua competenza, in termini di esperienza e tecnologie, per proteggere il patrimonio archeologico del Messico, lì dove sono presenti molti siti dell’Unesco. Si tratta di un progetto-pilota per il monitoraggio e la protezione dei siti del patrimonio mondiale al di fuori del confine italiano, per competenze già sperimentate ad esempio sui parchi archeologici di Pompei e del Colosseo.

L’INTERESSE MESSICANO

“In Messico abbiamo 35 siti riconosciuti dall’Unesco e molte vestigia archeologiche; ringrazio i rappresentanti di Leonardo con cui già parliamo da qualche giorno per capire in che modo poter collaborare sulle tecnologie per la sicurezza dei siti”, ha detto durante l’evento Diego Prieto Hernández, direttore generale dell’Istituto nazionale di antropologia e storia del Messico. Di più: “Oggi abbiamo parlato anche della possibilità di partecipare con Leonardo a progetti fondamentali per la vigilanza e l’identificazione dei rischi e del controllo territoriale con l’utilizzo di tecnologie che hanno grande successo e che anche noi vorremmo utilizzare rispetto a progetti che hanno a che vedere con la popolazione Maya”. L’obiettivo, ha notato Hernández, è “rafforzare la nostra attività di mappatura dei rischi a partire dall’utilizzo di queste tecnologie”.

NUOVE TECNOLOGIE

Per Leonardo, ha detto Di Bartolomeo, l’investimento in ricerca e sviluppo rappresenta l’11% dei ricavi, in parte destinato proprio alla difesa del patrimonio culturale. Dall’intelligenza artificiale alla realtà aumentata, dai sensori ai satelliti, ha spiegato il manager, molte tecnologie possono essere messe “a fattor comune per fare in modo che i nostri figli possano beneficiare del patrimonio culturale lasciato nel tempo”. Si lavora sull’integrazione tra diverse tecnologie per contribuire alla protezione di siti sensibili e di grande interesse. Tra le soluzioni, ha ricordato Di Bartolomeo, ci sono “il sistema di comando e controllo, una piattaforma web che funge da sala di controllo, un sistema snello che attraverso un quadro operativo comune, accessibile sempre e ovunque, che permette di gestire in sicurezza gli eventi e coordinarli”. Importante, ha concluso, “il lavoro del nuovo super-computer di Leonardo, in via di installazione a Genova, che per potenza di calcolo sarà tra i primi in Europa, in grado, tra le altre cose, di processare un’enorme mole di dati in tempi molto rapidi”.

Spazio, ecco le tecnologie (italiane) che proteggono i siti Unesco

Con Dario Franceschini, Marina Sereni e Giorgio Saccoccia, è andato in scena ieri l’evento organizzato dall’Iila e dedicato alle tecnologie per la tutela di siti archeologici e museali. Per Leonardo è arrivato l’annuncio di un progetto-pilota per proteggere i siti Unesco del Messico

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