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Articolo su quattro colonne, apertura dell’edizione internazionale del Financial Times di oggi, a testimoniare una svolta importante per la geopolitica europea: la Germania imporrà nuove e rigide restrizioni ai fornitori di apparecchiature di telecomunicazione, che di fatto escluderanno Huawei dalle reti 5G del Paese. Nelle prossime settimane il governo di Angela Merkel presenterà un disegno di legge sulla sicurezza informatica che, spiega il quotidiano della City citando parlamentari al lavoro sulle bozze, eviterebbe un divieto assoluto a Huawei ma creerebbe ostacoli burocratici che potrebbero rivelarsi insormontabili per l’azienda cinese.

Berlino si unirebbe a Londra (che ha deciso di vietare i fornitori considerati non sicuri) e a Parigi e Roma (che hanno deciso di stringere le maglie rendendo impervia la strada per Huawei) gettando le basi per una via europea evocata anche ieri dal ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio in conferenza stampa con il Segretario di Stato americano Mike Pompeo. E la Germania riceverebbe il plauso di Washington che nei giorni scorsi, come raccontato da Formiche.net, ha inviato in Germania per parlare anche di 5G Keith Krach, Sottosegretario di Stato per la crescita economica, l’energia e l’ambiente.

DUPLICE CONTROLLO

“Una mossa del governo tedesco per eliminare gradualmente Huawei come fornitore di apparecchiature per telecomunicazioni 5G sarebbe un duro colpo per le ambizioni internazionali dell’azienda cinese”, commenta il Financial Times. Che aggiunge: “La Germania, come il Regno Unito (dove, come spiegato dalla BBC, Nokia si prepara a diventare primo partner di BT dopo il divieto alle aziende cinesi, ndr) è stato uno dei mercati chiave per l’espansione di Huawei al di fuori della Cina”.

Il nuovo disegno di legge dovrebbe introdurre un processo di approvazione in due fasi: un controllo tecnico dei singoli componenti e una valutazione politica dell’“affidabilità” del produttore. Dunque, se le preoccupazioni degli 007 tedeschi non dovessero bastare, la politica potrebbe prendere in mano il dossier e bloccare Huawei.

UN’ASSICURAZIONE PER IL FUTURO

Anche perché la scelta politica dovrebbe ricadere su tre ministeri — Esteri, Economia, Interno — ognuno dei quali con il potere di veto. “Se il requisito dell’unanimità viene approvato”, ha spiegato via Twitter Thorsten Benner, cofondatore e direttore del Global Public Policy Institute, “ciò significherebbe una certa esclusione di Huawei, sia nell’attuale che nel prossimo governo di coalizione. Dato il chiaro posizionamento anti Huawei di Spd, Verdi e Fdp, ci sarà sempre un ministero a porre il veto”.

Cara Italia, occhio alla Germania... Così la Merkel sbarra la strada a Huawei

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bremmer

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