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La Cina non ferma la repressione a Hong Kong. Il dipartimento di Sicurezza nazionale della Polizia dell’isola ha arrestato altre otto persone, accusate di avere partecipato ad una protesta contro il governo il mese scorso all’Università di Hong Kong (Cuhk) a Sha Tin.

Dopo le condanne contro i leader del movimento pro-democrazia Demosisto, Joshua Wong, Agnes Chow e Ivan Lam, e l’arresto dell’imprenditore Jimmy Lai, secondo la stampa locale è stato arrestato anche Arthur Yeung, un laureato della Cuhk che ha partecipato alle elezioni del consiglio distrettuale nel 2019.

Un gruppo di agenti l’ha arrestato stamattina in casa. Sulla sua pagina Facebook si legge che Arthur Yeung è stato portato alla stazione di polizia di Ma On Shan. Yeung è stato arrestato a casa alle 7 del mattino, ed è sospettato di legami con la protesta alla cerimonia di laurea all’Università cinese del 19 novembre. Gli ufficiali “stanno perquisendo l’appartamento”.

Tra le accuse dei giovani arrestati oggi c’è il reato di “incitamento alla secessione”, in violazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale promossa da Pechino. “Abbiamo arrestato solo coloro che erano [sospettati di] gridare slogan – ha spiegato il sovrintendente, Steve Li -, di esporre bandiere e che hanno riguardato problemi di sicurezza nazionale”. Gli otto arrestati hanno un’età compresa tra i 16 e i 34 anni e sarebbero studenti, assistenti sociali e due consiglieri distrettuali. Secondo il sovrintendente sono state trovate armi in una delle case dei sospettati.

Intanto, dagli Stati Uniti potrebbero arrivare nuove sanzioni contro funzionari di Pechino e Hong per la presunta partecipazione nell’espulsione e interdizione dai pubblici uffici dei deputati pro-democrazia eletti nell’isola. Da quanto si legge su Rthk, la decisione potrebbe essere ufficializzata oggi e colpirà funzionari del Partito comunista cinese.

La repressione contro questi parlamentari aveva già provocato le critiche del gruppo Five Eyes – composto da Australia, Regno Unito, Canada, Nuova Zelanda e Stati Uniti.

Oggi invece è prevista l’approvazione di nuove sanzioni da parte del Consiglio Affari esteri dell’Unione europea. Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera e di sicurezza Ue, ha dichiarato che sul tavolo c’è la situazione a Hong Kong: “Oggi approveremo il quadro globale per le sanzioni per le violazioni dei diritti umani, che ci aiuterà a combattere gli abusi contro i diritti umani in tutto il mondo e non caso per caso”.

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