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Se n’è andato Cesare Romiti. Il “manager di ferro” ha guidato la Fiat per 25 anni ed è ricordato come un leader antisindacale di linea dura. Nato a Roma nel 1923, era figlio di un impiegato delle Poste. Si è laureato in Scienze economiche e commerciali ed ha cominciato la sua carriera professionale nel 1947 a Colleferro, nel Gruppo Bombrini Parodi Delfino.

Il suo nome è legato ad Umberto Agnelli e Carlo De Benedetti, ma anche agli anni di Tangentopoli.

Oggi sono in tanti a ricordare il percorso e il segno lasciati da Romiti.

Sulla sua seguitissima pagina Facebook, Enrico Mentana, direttore del tg La 7 , ha scritto: “Per oltre un quarto di secolo Romiti ha guidato la casa automobilistica torinese, affiancando Gianni Agnelli di cui è stato quasi l’alter ego”. E di seguito un link con l’articolo dedicato al manager sul sito Open.online.

Il giornalista Gianni Riotta su Twitter saluta così Romiti: “Addio al manager Cesare Romiti 1923-2020. Legatissimo al leader di Mediobanca Cuccia, la sua biografia è la storia d’Italia del secondo dopoguerra, industria, politica, media. A lungo fu uno degli uomini più potenti del paese”.

Molto emotivo il messaggio del giornalista e autore televisivo Gianluigi Nuzzi, anche lui su Facebook: “La morte di Cesare Romiti mi colpisce perché segna la scomparsa di uno dei grandi personaggi del capitalismo italiano del secolo scorso, un mondo fatto dagli Agnelli, Pirelli, Ferruzzi e poi persone cresciute come Romiti, figlio di un impiegato delle poste. Mi ha affascinato il rapporto continuo vincente con Gianni Agnelli. Mi ha sempre colpito la capacità strategica e mediatrice esercitata da Romiti con la politica italiana formata da leader di grande esperienza”.

“Credo anche – continua Nuzzi – che la vera storia di Romiti sia in gran parte ancora da scrivere nei retroscena vissuti per un quarto di secolo alla guida del più importante gruppo industriale italiano. Di certo era un’altra Italia ma questo è fin troppo banale per me scriverlo e leggerlo”.

Su Twitter, invece, Ettore Rosato, presidente di Italia Viva e vicepresidente della Camera dei Deputati scrive: “Addio a #CesareRomiti il manager che ha riportato in alto la Fiat, che ha contribuito a scrivere pagine importanti dell’economia italiana. Un uomo dal carattere forte, una persona capace, con lui se ne va un pezzo di storia dell’industria italiana”.

“È morto #cesareromiti – twitta Stefano Parisi -. Un grande uomo d’azienda. Un manager forte, con una grande visione, coraggioso. Sfidò il sindacato perché capisse le ragioni dell’impresa. Sostenne con forza la nuova Confindustria di Antonio D’Amato. Il paese lo ricordi”.

Annamaria Furlan, Segretario generale della Cisl, si è pronunciata sulla morte di Romiti su Twitter: “Cordoglio della @CislNazionale per la scomparsa di #CesareRomiti. È stato sicuramente un protagonista del capitalismo italiano, per lunghi anni interlocutore del sindacato alla Fiat in una stagione difficile, caratterizzata da aspri conflitti sociali e da pesanti riorganizzazioni”.

Per Paolo Pirani, segretario generale Uiltec, “se ne è andato Cesare Romiti, un manager che aveva operato nella chimica, nelle partecipazioni statali, ma soprattutto per 25 anni in Fiat. Con la sua scomparsa un’epoca industriale volge al termine e quella nuova abbisogna di uomini che abbiano visione e senso del futuro”, si legge su Twitter.

Ma Romiti è stato di più. Il sinologo e saggista Francesco Sisci, senior researcher presso la China People’s University, ha sottolineato un aspetto inedito nella carriera del manager scomparso a Roma: “Romiti è stato tantissime cose ma una per cui è poco noto è che giocò un ruolo in un momento cruciale del dialogo tra Cina e Santa Sede, e anche nella mia vita”.

Barbara Carfagna, giornalista Rai, (nella foto con Cesare Romiti) ha salutato il manager con un messaggio molto personale: “Ciao Cesare… mi hai esortato ad avere più fiducia in me stessa e a buttarmi nel futuro in una società inerte. Pur tenendomi sempre una mano in testa”.

Cesare Romiti, manager, motivatore e non solo. Il ricordo sui social

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