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Il Giappone avrà un nuovo leader. La nomina di Yoshihide Suga come presidente del Partito liberaldemocratico del Giappone (Ldp) segna il percorso futuro del Paese asiatico, con non poche novità. Il politico dovrà attendere la scadenza del mandato di Shinzo Abe tra un anno, ma l’annuncio lo incorona come premier del Giappone.

Diversamente da quanto accade tradizionalmente – dalla seconda guerra mondiale leader politici “ereditari” guidano le sorti del Paese – Suga non proviene da una famiglia di politici. Nato nel 1948 a Yuzawa, ad Akita, nella costa nordoccidentale del Giappone, il nuovo premier giapponese è figlio di un contadino, Wasaburo, confinato nella regione cinese di Manciuria durante l’occupazione, mentre la mamma Tatsu era un’umile insegnante di scuola.

I suoi genitori speravano che si occupasse del negozio famigliare di fragole, Yoshihide inseguiva invece altre passioni, e racconta essere fuggito di casa per evitare i lavori nel campo e cercarsi un altro futuro nella città di Tokyo. Si è laureato all’Università di Hosei, ma prima ha dovuto svolgere diversi lavori, da guardiano ad assistente in un giornale.

Conservatore e molto impegnato con il lavoro – come da tradizione giapponese -, Suga è anche un appassionato di karate e un uomo che si è fatto da solo. I suoi primi passi nel mondo della politica sono stati nel Parlamento del Giappone, prima come segretario. Nel 1987 è entrato nel Comune di Yokohama. Quasi 10 anni dopo, è stato eletto deputato, dopo che un seggio è rimasto libero nella circoscrizione libera del Pld, a seguito alla morte del figlio di un vecchio deputato.

Suga si alza alle 5 del mattino, fa sport, controlla la stampa e comincia a lavorare fino alle 9 del mattino, quando arriva in ufficio. Abc riferisce la routine quotidiana di Suga, raccontata dal sito Kyodo, una vita fatta da due conferenze stampa al giorno, una decina di riunioni (molte di notte) e priva di distrazioni e gusti culinari particolari per non perdere tempo, anche se ha un debole per i pancake che compensa con un centinaio di flessioni al giorno.

Nonostante l’età (71 anni), Suga è considerato un politico con l’immagine di garanzia e sicurezza di cui il Giappone ha bisogno per gestire la successione di Abe. Affermato sul palcoscenico internazionale, era stato in visita negli Stati Uniti per incontrare il vicepresidente americano Mike Pence molto prima delle dimissioni del premier giapponese. Un incontro che accennava che qualcosa stava cambiando nel Paese del Sol levante.

Pochi giorni fa, Suga si è espresso in merito al posizionamento internazionale del Giappone, ribadendo che l’alleanza con gli Stati Uniti è alla base della politica estera del Paese: “Con l’alleanza con gli Usa come fondamento, è importante per il Giappone andare d’accordo con gli altri Paesi asiatici […]. La continuità è quel che è più importante nella diplomazia”.

Di fatto Suga è stato per otto anni a fianco al potere, come braccio destro di Abe. Ha sorpassato nell’elezione del partito l’ex ministro della Difesa Ishiba, popolare tra le leve minori della formazione politica, ma senza voto.

Sebbene Suga coincida con il premier giapponese nella posizione nei confronti della Corea del Nord e altri Paesi, ha meno esperienza in politica estera e sembra volere concentrarsi sulla riattivazione dell’economia giapponese. Ha ritenuto opportuno incontrare i leader del mondo produttivo nazionale per discutere sul futuro, che sarà comunque basato sul piano conosciuto come Abenomics e riforme della spesa pubblica. Da quanto si legge sull’agenzia Nova, Suga considera “l’alleggerimento quantitativo e gli stimoli fiscali come due pilastri fondamentali della strategia economica perseguita dal primo ministro dimissionario negli ultimi otto anni, e dovrà necessariamente proseguire sullo stesso solco, anche per non alienarsi la potente burocrazia statale e il suo stesso partito”. Sui temi fiscali si affiderà al consiglio di figure come il presidente di Suntory Holdings, Takeshi Niinami, e l’amministratore delegato di Konishi Decorative Arts and Crafts, David Atkinson.

Per Tobias Harris, esperto di politica giapponese al Teneo Intelligence di Washington, “se Suga durerà sarà in parte per il fatto di non essere un politico ereditario”.

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