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Joe Biden smentisce le accuse di abusi sessuali mossagli da Tara Reade, una sua collaboratrice negli anni Novanta quando era senatore del Delaware. Il candidato democratico alla Casa Bianca afferma, in un comunicato, che “le accuse non sono vere” e che quel che dice la Reade “non è mai successo”.

Sollecitato da più parti, Biden ha dunque rotto il silenzio su una vicenda per lui imbarazzante, anche se la credibilità della Readenon è mai parsa forte: i fatti risalirebbero al 1993. Nel suo comunicato, Biden osserva che l’allora supervisore della donna e gli altri ex alti funzionari del suo ufficio “hanno inequivocabilmente detto che la Reade non è mai venuta da loro né s’è lamentata o ha sollevato problemi”.

Tara Reade, che aveva brevemente lavorato come aiutante per l’allora senatore nella prima metà degli Anni Novanta, era una delle donne che l’anno scorso avevano sostenuto che Biden aveva loro toccato in modo inappropriato il collo e i capelli. Dopo Pasqua, la Reade ha invece raccontato al New York Times che nella primavera del 1993, l’ex vice-presidente la spinse contro un muro, le mise la mano sotto la gonna e la penetrò.

La NBC aveva poi ricostruito che la Reade aveva presentato una denuncia alla polizia di Washington raccontando di un’aggressione avvenuta tra il primo marzo e il 31 maggio 1993.Da allora, Biden ha sempre avuto posizioni di prestigio: è stato senatore fino al 2008, poi per otto anni vice di Obama alla Casa Bianca e quindi ora candidato democratico alla Casa Bianca.

Oltre che respingere le accuse della Reade, Biden polemizza con il presidente Donald Trump, che si schiera a favore dei manifestanti del Michigan che, armati e indossando giubbotti anti-proiettile, senza rispettare le distanze di sicurezza, protestano da giorni contro il lockdown imposto dalla governatrice democratica Gretchen Whitmer per contenere l’epidemia di coronavirus.

In un tweet, Biden ha scritto: “Dirò quello che Donald Trump non dirà: la bandiera dei Confederati, le svastiche e altri simboli di odio usati nelle proteste non hanno spazio in America. Il presidente dovrebbe incoraggiare la gente a seguire le misure sanitarie decise dalla governatrice Whitmer e non seminare ulteriori divisioni e discordia”.

“Il governatore del Michigan dovrebbe dare un po’ e spegnere l’incendio”, aveva twittato Trump. “Queste sono persone molto brave, ma sono arrabbiate. Vogliono riavere indietro le loro vite, in modo sicuro! Guardale, parla con loro, fai un affare.”

Preoccupato per l’arrivo di un picco di disoccupazione e per degli elettori sempre più arrabbiati che potrebbero minare le sue prospettive di una rielezione alla Casa Bianca, Trump ha incoraggiato i governatori ad allentare le restrizioni emanate nel tentativo di rallentare la diffusione del coronavirus.

Gli Stati Uniti hanno riportato ieri oltre 1.800 in 24 ore a causa del nuovo coronavirus, un saldo in leggero calo rispetto ai giorni precedenti, secondo il conteggio della Johns Hopkins Universitycontinuamente aggiornato.

Questi 1.883 decessi portano il bilancio totale dell’epidemia negli Stati Uniti a oltre 64.700 vittime. È il prezzo più pesante pagato da un Paese in valore assoluto, anche se proporzionalmente alla sua popolazione Belgio, Spagna, Italia, Regno Unito o Francia sono maggiormente colpiti.

Gli Stati Uniti hanno anche il maggior numero di persone con diagnosi di Covid-19, con oltre 1,1 milioni di casi registrati ufficialmente. Quasi 165.000 persone vengono dichiarate guarite.

Per tre giorni, i bilanci americani delle 24 ore avevano ripreso a salire, con decessi giornalieri tra i 2.000 e i 2.500. I rapporti giornalieri negli Stati Uniti non sono scesi al di sotto dei 1.000 morti nell’ultimo mese.

Gli Stati Uniti autorizzano d’urgenza l’uso del remdesivir, il farmaco antivirale nato per contrastare l’Ebola, per trattare i pazienti di coronavirus. Lo ha annunciato il presidente Usa Donald Trump.

Ad autorizzare l’utilizzo del farmaco che abbrevia i tempi di recupero per i pazienti affetti da coronavirus, secondo studi condotti negli Stati Uniti, è stata la Fda.

“Non vi mentirò mai”. Con queste parole la nuova portavoce della Casa Bianca, la 31enne Kayleigh McEnany, si è presentata ai giornalisti nel suo primo briefing quotidiano dopo aver assunto la carica il mese scorso. Si tratta, tra l’altro, del primo briefing formale di un portavoce da oltre un anno, esattamente dal marzo 2019, quando la sua predecessora Sarah Huckabee Sanderssospese questa attività.

“Non vi mentirò mai”, ha risposto la McEnany alla richiesta di un giornalista di una promessa in tal senso, aggiungendo: “Avete la mia parola”.

Una promessa notevole, sottolinea il Guardian, considerando che uno dei predecessori, Sean Spicer, inaugurò il suo incarico con affermazioni false e bizzarre sulla dimensione della folla all’inaugurazione del mandato da presidente di Donald Trump.

Usa2020

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