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Luna o Marte? “Qualsiasi sarà il mio futuro, come astronauta lo affronterò con entusiasmo”. Così Luca Parmitano risponde alle domande sulle sue prossime avventure extra-atmosferiche, a un anno esatto dalla partenza di Beyond, la missione che lo ha portato al comando della Stazione spaziale internazionale. L’astronauta dell’Esa e colonnello dell’Aeronautica militare italiana è stato oggi il protagonista dell’evento web organizzato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) per fare il punto sugli esperimenti compiuti a bordo dell’avamposto spaziale. Il 20 luglio 2019, nel giorno del cinquantenario dello sbarco sulla Luna, dal cosmodromo di Baikonur AstroLuca partiva infatti verso la Iss per la seconda avvenuta in orbita.

VERSO LA LUNA…

La prossima? “Faccio l’astronauta di professione, e il sogno di ogni astronauta è volare nello Spazio”, ha detto Parmitano a chi gli chiedeva se avesse nel cassetto il sogno di andare sulla Luna. “Il mio compito non è dire se sarò io o qualcun altro, ma è essere la persona giusta per la missione che mi verrà assegnata, qualsiasi essa sia”, ha aggiunto l’astronauta. Certo, ha spiegato, “poi è lecito avere sogni e in questa decade il progetto di ogni astronauta della mia generazione è di dare contributo al progetto lunare”. Il progetto si chiama Artemis ed è guidato dagli Stati Uniti con l’ambizioso obiettivo di tornare sulla Luna entro il 2024. Non sarà però una toccata e fuga. Si punta infatti a una presenza stabile, sulla superficie (al polo sud) e in orbita lunare sul Lunar Gateway. Con il duplice canale già sperimentato per la Stazione spaziale internazionale (partecipazione all’Esa e rapporto bilaterale Asi-Nasa), l’Italia vuole essere della partita.

…E MARTE

“Sono convinto che il progetto Artemis abbia la priorità perché è il passo indispensabile per l’esplorazione interplanetaria e io devo dare un contribuito a questo progetto”, ha spiegato AstroLuca, che nel corso dell’ultima missione ha compiuto esperimenti utili anche per i futuri viaggi per la Luna e fino a Marte. La strada per il Pianeta rosso appare oggi piuttosto lunga. “È assolutamente una scelta di politica e di policy delle grandi agenzie spaziali tra cui c’è l’Asi”, ha notato Parmitano da Houston. Per arrivare su Marte, “mille volte più lontano della Luna”, i grandi attori dello Spazio internazionale “devono assolutamente mettersi d’accordo; si tratta di creare la base per un’aggregazione globale che porti nelle prossime decadi sul Pianeta rosso”.

IL PUNTO DI SACCOCCIA

“Intanto speriamo di andare sulla Luna con un astronauta italiano”, ha spiegato il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia, padrone di casa per una rassegna sui risultati della missione Beyond a un anno dalla sua partenza. D’altra parte, ha aggiunto, “il progetto Artemis serve come trampolino di lancio per Marte: il Lunar Gateway è il passo di partenza verso il Pianeta rosso”. Tutto questo, consapevoli che i futuri viaggi nel Sistema solare non rappresenteranno solo “un passo ulteriore nella capacità umana di esplorare”, ma anche “un enorme salto in avanti nel gestire tecnologie e innovare, portare un contributo di ritorno su tecnologie terrestri”.

GLI ESPERIMENTI

Lo dimostrano proprio gli oltre 200 esperimenti a cui AstroLuca ha contribuito in altrettanti giorni a bordo della Iss con la missione Beyond. Tra questi, ce ne sono stati sei targati Agenzia spaziale italiana: Acoustic diagnostics, Nutriss, Amyloid aggregation, Lidal, Xenogriss e Mini-Euso. Il primo, nell’ambito del cooperation agreement Asi-Esa, guidato dall’Università Tor Vergata di Roma, aveva l’obiettivo di valutare la funzione uditiva degli astronauti prima, durante e dopo missioni di lunga durata. Tramite l’apparato denominato “Audio” e con il coinvolgimento oltre a Parmitano anche del collega americano Andrew Morgan, sta permettendo di capire l’impatto sull’udito delle condizioni di microgravità e di un ambiente rumoroso, utile anche per un successivo utilizzo in ambito clinico.

TRA BIOLOGIA ED EDUCAZIONE

Si è occupato di dimostrazione tecnologica Lidal, in quota risorse Asi sulla base del memorandum con la Nasa. Frutto dell’accordo Asi-Esa anche Nutriss, esperimento guidato dall’Università di Trieste. Ha monitorato le modifiche del metabolismo muscolare sottoposto a microgravità, cercando di individuare come contrastare la perdita di massa magra attraverso l’alimentazione. È nato invece da un accordo tra Asi e l’omologa russa Roscosmos l’esperimento Mini-Euso, dedicato all’osservazione della Terra. Sulla biochimica si è concentrato Amyloid aggregation, anche questo nell’ambito del cooperation agreement Asi-Esa. Di natura educativa-biologica è stato Xenogriss, dedicato allo studio della rigenerazione dei tessuti. Con il coinvolgimento degli studenti dell’Itis Meucci di Firenze, il progetto ha portato sulla stazione spaziale dei girini di rana. È stato attivato da Parmitano a inizio dicembre, e poi è rientrato a Terra un mese dopo. Sono ancora i ragazzi a occuparsi dell’analisi dei risultati.

IL SUPPORTO INDUSTRIALE

Per le attività di sviluppo e integrazione, logistica di trasporto e per le operazioni degli esperimenti sviluppati con l’Esa e la Nasa, l’Agenzia spaziale italiana si è avvalsa di “Utiss”, un contratto di servizi industriali di supporto avviato nel maggio 2018 e di durata 39 mesi. Ha visto protagonista un team composto da Argotec (la mandataria delle attività) e Telespazio, per fornire all’Asi il supporto ingegneristico e logistico per la realizzazione e le operazioni in orbita degli esperimenti presenti nei piani di utilizzo della Iss.

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