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Mentre l’offensiva ucraina in territorio russo prosegue per il quarto girono consecutivo, i vertici militari di Mosca decidono di correre ai ripari trasferendo altri carri armati, artiglieria e sistemi missilistici Grad nell’oblast di Kursk, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Interfax. Nonostante già qualche giorno fa il capo di Stato Maggiore russo Valery Gerasimov avesse affermato che l’incursione ucraina in territorio russo, la prima dall’inizio della guerra, fosse stata fermata, il ministero della Difesa ha dichiarato che le sue forze “continuano a respingere un tentativo di invasione da parte delle Forze Armate dell’Ucraina nel territorio della Federazione Russa”. E nonostante l’afflusso di rinforzi russi, le truppe di Kyiv mantengono le posizioni e continuano ad esercitare pressione. Nel frattempo, le autorità russe hanno dichiarato lo stato di emergenza nell’oblast di Kursk e in quello di Lipetsk, regione dove si trova la base aere oggetto durante questa notte di un massiccio attacco di droni Ucraini atto a “Distruggere la logistica dell’aviazione russa in modo che il nemico non abbia l’opportunità di bombardare le città ucraine con missili antiaerei”, secondo quanto riporta al Financial Times un funzionario ucraino coinvolto nell’operazione.

Intanto, il sostegno internazionale a Kyiv rimane alto, superati i primi tentennamenti dopo l’avvio dell’incursione. Funzionari statunitensi e tedeschi hanno dichiarato che i veicoli corazzati prodotti nei loro Paesi che stanno venendo utilizzati nelle operazioni all’interno della Russia non hanno violato le condizioni di utilizzo, nonostante le precedenti obiezioni di Washington e di altri governi occidentali all’utilizzo di tali armi all’interno della Russia, per il timore che Mosca possa inasprire la guerra. Mentre il vice-segretario stampa del Pentagono, Sabrina Singh, ha dichiarato giovedì ai giornalisti a Washington che l’Ucraina “sta agendo per proteggersi” e che l’amministrazione Biden non vede l’incursione come un’escalation.

Nel quadro italiano, le posizioni sono molteplici. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato in un’intervista che “Nessun Paese deve invadere un altro Paese. Dobbiamo mantenere questa linea”, ribadendo che le armi fornite dal nostro Paese possono essere utilizzate solo a scopo difensivo, e non avrebbero preso quindi parte alla spallata ucraina oltreconfine. Ma la linea del governo rimane quella di solido sostegno all’Ucraina, in linea con i partner europei, come confermato anche dalle parole del ministro degli affari esteri Antonio Tajani che definisce l’incursione in territorio russo come una “comprensibile reazione” di Kyiv, e ribadisce come “Il sostegno italiano a Kyiv è incessante e rimane al centro della presidenza italiana del G7”. Anche sul versante dell’opposizione, le posizioni sono molteplici. Mentre il segretario di Più Europa Benedetto della Vedova ribadisce la necessità che l’Italia mantenga la stessa posizione dell’Europa riguardo all’Ucraina, il Movimento 5 Stelle chiede maggior trasparenza sull’invio italiano di materiale bellico a Kyiv. E il responsabile esteri del Pd Peppe Provenzano dichiara di supportare “il sostegno, anche militare, all’Ucraina”, ma sottolinea l’importanza di un’azione diplomatica sul piano europeo che possa avvicinare un eventuale negoziato.

“Giorgia Meloni ha fatto la sua fortuna politica con il sostegno all’Ucraina. E da qualche mese che l’atteggiamento di vari esponenti di governo, incluso il ministro della difesa, mostrano crepe, rilevando l’opportunismo della scelta di Meloni”, commenta per Formiche.net Lia Quartapelle, deputata e vice presidente della commissione Affari esteri e comunitari della Camera. “L’interesse italiano ed europeo non è cambiato: per noi è vitale che Putin non vinca la guerra. Perché la posizione del governo Meloni sta cambiando? Non vorrei che le uscite del governo siano dettate dal cercare di allinearsi a Trump più che all’interesse nazionale”.

 

(Aggiornato al 12 agosto 2024)

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