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Una banca per la difesa, finalizzata ad affrontare le crescenti minacce alla sicurezza offrendo finanziamenti al settore privato e contribuendo a standardizzare le norme sul procurement in Europa. È quanto prospetta di fare la Banca per la Difesa, la sicurezza e la resilienza (Dsr Bank), la prima istituzione finanziaria internazionale concepita per colmare il gap di finanziamento e sviluppo della Difesa. Con un capitale di cento miliardi di sterline, la nuova banca ha anche l’ambizione di risolvere il deficit di finanziamento dei settori della Difesa dei Paesi europei. Essa prevede di emettere obbligazioni con rating AAA sostenute dalle nazioni azioniste per far arrivare rapidamente “capitali a basso costo” per gli acquisti della difesa nei Paesi della Nato, nell’Ue e nelle nazioni alleate dell’Indo-Pacifico senza aumentare il debito pubblico.

La banca arriva, tra l’altro, in un momento particolare della Difesa europea. Il vertice di Londra, che ha riunito nel fine settimana i leader del Vecchio continente per discutere della sicurezza dell’Ucraina e del futuro delle difese europee, ha portato al rialzo in borsa dei titoli della Difesa. Trainati anche dalla prospettiva di una nuova stagione di investimenti nel settore della sicurezza. La nuova banca è attualmente in trattative con le istituzioni del Regno Unito, degli Stati Uniti e dell’Unione europea per diventare operativa nel più breve tempo possibile.

La Dsr Bank sarebbe un attore senza precedenti per garantire il finanziamento della difesa, comparto che ha sempre sofferto un certo ostracismo da parte dei fondi di investimento e delle banche, legate a una lettura ortodossa dei cosiddetti indici Esg, che assegnano un punteggio alle aziende a seconda del valore aggiunto in settori come l’ambiente, la governance e la società. La missione della nuova banca è invece assicurare che i Paesi Nato, Ue e dell’Indo-Pacifico possano modernizzare le proprie forze armate senza vincoli fiscali insostenibili. Le risorse finanziarie saranno, infatti, dirette per l’approvvigionamento della difesa, offrendo finanziamenti di lungo termine a tassi ridotti; per investimenti tecnologici, facilitando la modernizzazione degli eserciti senza aggravare immediatamente i bilanci statali; e per sviluppare la supply chain della difesa, garantendo liquidità e continuità nei flussi di credito per le aziende del settore.

Fondatore dell’iniziativa è Rob Murray, ex capo dell’Innovazione alla Nato. L’iniziativa è sostenuta da una coalizione di figure di spicco nel mondo della difesa e della finanza. Tra i promotori figurano l’air chief marshal Stuart Peach, ex presidente del Comitato militare della Nato ed ex capo di Stato maggiore della Difesa del Regno Unito, Mircea Geoană, ex vice segretario generale della Nato, e Richard Burr, ex senatore degli Stati Uniti ed ex presidente del Comitato di Intelligence del Senato Usa. Accanto a loro, sostengono il progetto anche il generale Rick Hillier, ex capo di Stato maggiore della Difesa canadese, Giedrimas Jeglinskas, presidente del Comitato di Difesa della Lituania, e l’economista Rebecca Harding, esperta di commercio internazionale e supply chain. Secondo Murray, “molti governi vogliono rafforzare le loro capacità di difesa, ma sono frenati dai limiti fiscali. La Dsr Bank rappresenta un approccio strategico e basato sul mercato che garantisce sicurezza senza compromettere la stabilità economica”.

Così la Dsr Bank finanzierà la difesa europea

Nasce la Banca per la Difesa, la sicurezza e la resilienza (Dsr Bank), che promette di rivoluzionare il finanziamento del settore Difesa. Con un capitale da cento miliardi di sterline e obbligazioni AAA garantite dagli Stati azionisti, l’istituto punta a offrire fondi rapidi e a basso costo per l’acquisto di sistemi di difesa e lo sviluppo tecnologico

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