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Nuova doccia fredda su Huawei. Il colosso cinese delle telecomunicazioni è stato escluso dal gruppo internazionale di aziende ed esperti che condividono informazioni sulle falle informatiche e lavorano per contrastare e anticipare le minacce cibernetiche. È solo l’ultimo effetto delle pressione messa in campo dagli Stati Uniti di Donald Trump, con il dipartimento del Commercio che prosegue nel negare le licenze alle aziende americane per vendere componenti a Huawei. A poco è servito il recente tentativo del fondatore Ren Zhengfei per allentare le tensioni attraverso l’offerta di vendere tutti i brevetti a un acquirente occidentale, un’apertura a cui gli Usa guardano con diffidenza.

COSA È IL FIRST

Il Forum of Incident Response and Security Teams (First) opera dagli anni 90 per rafforzare la cooperazione internazionale sulla prevenzione di attacchi-cyber. I membri che ne fanno parte condividono informazioni su eventuali falle riscontrate, su vulnerabilità informatiche e su strategie di contrasto, puntando l’attenzione soprattutto alla risposta ad attacchi su larga scala per limitarne la diffusione. Poco conosciuto dal grande pubblico, il Forum conta tra i suoi membri campioni tecnologici globali come Cisco Systems, Hitachi e Siemens, ma anche rappresentanti del dipartimento di Sicurezza nazionale degli Stati Uniti e il National cyber-security centre del Regno Unito. A tracciarne un profilo è il Wall Street Journal che ha potuto visionare il memo con cui è stata comunicata ai membri l’estromissione di Huawei.

LA SOSPENSIONE

L’azienda cinese sarebbe stata esclusa dai gruppi di discussione in seguito a un avviso legale che poggia sulla decisione americana di modificare le regole esportative, ovvero quella con cui il dipartimento del Commercio l’ha inserita nella sua black list. La condivisione di informazioni con Huawei è stata ritenuta del tutto simile alla vendita di hardware e software dai produttori a stelle e strisce, e per questo suscettibile delle restrizioni imposte dagli Usa sulla base dei timori per la sicurezza nazionale. La convinzione di Washington è che l’azienda sia utilizzata da Pechino come ponte per le proprie attività di spionaggio. “Dopo ampie consultazioni e revisioni – ha detto un portavoce di First al quotidiano americano – ci dispiace di essere arrivati alla conclusione di dover sospendere l’adesione di Huawei”.

GLI EFFETTI

Per il colosso cinese il colpo rischia di essere duro. Oltre l’ulteriore danno d’immagine, tra l’altro nell’ambito di un Forum composto da concorrenti e altri big globali, ci sono da considerare gli effetti sulla consapevolezza delle minacce informatiche. Come nota il Wsj, infatti, Huawei non potrà più beneficiare degli scambi di informazioni, né delle esperienze altrui in tema di prevenzione, monitoraggio e contrasto ai cyber-attacchi. A poco è servita la proposta lanciata dal fondatore Ren Zhengfei sull’Economist, cioè la cessione a un acquirente occidentale di brevetti, licenze, codici e di tecnologia sul 5G per un importo una tantum. Una mano tesa a cui gli Stati Uniti non hanno creduto, anche perché era stato lo stesso Zhengfei a proporre, solo poche settimane prima, “un’armata di ferro” con cui rispondere alle pressioni americane.

IL PIANO DI HUAWEI

“Una nuova lunga marcia” l’aveva chiamata Ren Zhengfei nella circolare inviata ai dipendenti, tutti coinvolti in un corposo piano di riorganizzazione quinquennale per far fronte alla “minaccia esistenziale” mossa dagli Usa. Il boicottaggio americano, spiegava il miliardario cinese ai suoi, colpisce il business di Huawei, impedendogli di affermarsi quale leader globale nel campo del 5G. Nel concreto, la riorganizzazione sarà “dolorosa”, poiché passerà probabilmente per il taglio di divisioni non necessarie, così da abbattere i costi e “completare una rivoluzione in condizioni aspre e difficili, e dar vita a una invincibile armata di ferro che possa aiutarci a conseguire la vittoria”. Per ora, nell’ambito di First, la battaglia è stata vinta dagli Usa.

Vade retro Huawei. Così il colosso cinese è stato escluso dal forum contro i cyber attacchi

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