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Ci siamo quasi. Il 27 giugno si terrà il primo dibattito televisivo tra Joe Biden e Donald Trump. È la prima volta che un confronto di questo tipo avviene così presto e, soprattutto, quando i due contendenti non sono ancora ufficialmente i candidati presidenziali dei rispettivi partiti (lo diventeranno infatti soltanto con le Convention nazionali che si terranno tra luglio e agosto). Vale allora forse la pena di analizzare in che modo i due rivali si stanno avviando al dibattito.

Almeno sulla carta, Biden è attualmente il candidato in maggiore difficoltà. Nonostante abbia recuperato terreno in alcuni sondaggi a livello nazionale, per quanto riguarda la maggior parte degli Stati chiave il presidente continua ad arrancare. In secondo luogo, l’inquilino della Casa Bianca ha perso il vantaggio che deteneva in termini di raccolta fondi. Nel mese di maggio, la campagna di Biden ha rastrellato 85 milioni di dollari: una cifra ben al di sotto dei 141 milioni raccolti da quella di Trump. Non solo. Secondo la Cnn, il sorpasso è avvenuto anche per quanto riguarda la liquidità complessiva: il candidato repubblicano sarebbe infatti a quasi 117 milioni di dollari, mentre l’inquilino della Casa Bianca si fermerebbe attualmente a poco meno di 92 milioni.

Un terzo problema è poi quello della performance. Con ogni probabilità, la campagna di Biden spera che il dibattito aiuti a rilanciare la claudicante candidatura del presidente americano. Ragion per cui, se dovesse andare male, non è escluso che i settori più titubanti del Partito Democratico tornino a farsi sentire, invocando un cambio di cavallo in corsa. Si tratta di uno scenario non troppo improbabile, visti anche i recenti problemi di lucidità che hanno caratterizzato il presidente. Infine, Biden appare maggiormente vulnerabile anche a causa della recente condanna penale subita dal figlio Hunter: una circostanza, questa, che riduce il suo margine di manovra nel cavalcare la condanna penale piovuta a maggio sul suo avversario. Senza infine dimenticare che, a inizio settembre, Hunter subirà un secondo processo, che lo vede imputato per reati di natura fiscale.

Dall’altra parte, neanche Trump può dormire sonni troppo tranquilli. Nella sua cerchia temono innanzitutto che l’ex presidente dia già per scontata una performance debole da parte del rivale: il che potrebbe portare il tycoon ad abbassare pericolosamente la guardia. In secondo luogo, secondo Nbc News, non è escluso che la strategia di Biden sarà quella di provocare l’avversario con il preciso obiettivo di fargli perdere le staffe, alienandogli così le simpatie degli elettori indipendenti. Si tratta di una trappola da cui il candidato repubblicano deve guardarsi attentamente, se non vuole perdere terreno nei sondaggi. Un terzo fattore da considerare risiede nel fatto che sta per arrivare la decisione della Corte Suprema sull’immunità di Trump: una decisione che, in linea teorica, potrebbe addirittura aver luogo poche ore prima del dibattito televisivo. L’incognita è rilevante. Se i giudici dovessero dargli torto, per Trump potrebbe configurarsi un problema sul fronte della campagna elettorale. Di contro, se – come suggeriscono alcuni analisti – dovessero rimandare la questione ai tribunali di grado inferiore, i tempi si allungherebbero e per l’ex presidente ciò si rivelerebbe sostanzialmente una vittoria sia sul piano giudiziario che su quello politico.

Non è infine chiaro quale sarà l’impatto dei vice sul dibattito. Kamala Harris sconta una rilevante impopolarità, mentre Trump, che dice di aver già scelto il proprio running mate, non ha intenzione di rivelarne il nome prima della Convention nazionale di luglio. Insomma, i punti interrogativi restano numerosi. E i colpi di scena da entrambe le parti non sono affatto escludibili.

Anomalie e primati del primo dibattito tra Biden e Trump

I due contendenti alla Casa Bianca non sono ancora ufficialmente i candidati dei rispettivi partiti, ma si scontreranno ugualmente il 27 giugno nel primo dibattito televisivo in vista delle elezioni presidenziali di novembre. A che punto sono le campagne elettorali e cosa potrebbe succedere dopo lo scontro tv

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