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Non crede ad un patto di destracentro già sigillato tra Lega e Forza Italia Gianfranco Rotondi, presidente della Fondazione Dc e deputato azzurro. Semplicemente perché il rischio, osserva a Formiche.net, è che un momento dopo le urne Salvini certifichi il suo monocolore verde mollando gli ormeggi popolari e filoeuropeisti di Forza Italia. Il futuro del Paese? Da riscrivere con un civile servitore, come Urbano Cairo.

De Gasperi nel ’48 pur avendo vinto le elezioni disse: “Mai soli”. Qualcuno crede lo avrà ricordato a Salvini che si appresta a riformare il Pdl?

Io andrei cauto sull’accordo, la giornata è ancora lunga, non mi sembra sia scontata un’intesa. De Gasperi e Salvini? Sarebbe come accostare Marilyn Monroe ad un’aspirante comparsa in uno spettacolo. De Gasperi è una star della storia politica contemporanea, Salvini potrà diventarlo ma adesso comincia.

Scrive Giuliano Ferrara a proposito del “monocolore grillozzo”: meglio gli incompetenti dei prepotenti. Che ne pensa?

Dal punto di vista filosofico e politologico ha ragione, c’è un elogio dell’incompetenza che risiede in alcuni testi scientifici che ho studiato in passato. Nella gerarchia delle disgrazie la ragione della illibertà è sempre meno augurabile rispetto alla ragione dell’incompetenza: quest’ultima provoca l’errore che si può correggere, la prepotenza provoca la tirannide che si abbatte solo col sangue.

Si aspettava più le dimissioni di Conte o di Salvini?

Il ministro dell’Interno non si è dimesso e non ha ritirato la delegazione perché tutti gli staff della Lega sono decretati presso le segreterie di ministri e sottosegretari. Quindi Salvini come capo azienda si è preoccupato di salvare gli stipendi della Lega in bolletta.

Pezzi di grillini e di dem cercano l’accordo, ma il Pd è dilaniato: chi rischia di più tra Zingaretti e Grillo?

Rischia la democrazia italiana, perché per la prima volta dal ’46 ad oggi c’è una forza politica che dà una spallata al Parlamento sciogliendolo a Ferragosto e chiede elezioni certa, sondaggi alla mano, di prendere 151 collegi su 151. Un monocolore verde. Per qualche ora prenderà la mano a Berlusconi, poi si scioglierà anche dall’accordo farlocco che stanno concludendo in queste ore. Salvini vuole il voto perché così si incorona capo di un monocolore verde. Poi sarà il più democratico dei premier, ne sono convinto anch’io, ma fossi al posto del Pd anziché fare le baruffe farei una riflessione su questo tema.

Quindi ha ragione Gianni Letta che consiglia al Cav di ascoltare il Nazareno di ieri?

Berlusconi non deve ascoltare Renzi, ma deve essere fino in fondo quello che è: il leader più rappresentativo in Europa, con la Merkel, del Ppe che mai si allea con la destra estrema. Piuttosto perda le elezioni. Salvini non è Ppe, è Le Pen. Mentre Bossi, che non era Le Pen, ha partecipato a governi con FI.

L’appello del Foglio per una destra non truce ha possibilità di trasformarsi in soggetto politico? E con quale perimetro legato alla politica internazionale?

La politica si fa giorno per giorno e quell’appello ha stimolato delle energie. L’ho firmato assieme a tanti amici. Se crescerà diverrà forza politica, ma si riuscirebbe meglio se divenisse un governo, una stagione di raffreddamento. Se invece voleremo verso una campagna elettorale più truce del truce, allora la destra non truce potrebbe non nascere.

Da queste colonne l’ex ministro Mario Mauro ha detto che all’Italia manca una politica centrista, non intendendo solo un partito di centro ma un centro ideologico, politico e programmatico. Che ne pensa alla luce del suo ruolo di presidente della Fondazione Dc?

Bisogna mettere in campo un’offerta nuova, pensavo non a caso ad Urbano Cairo: occorre un civile servitore che rinnovi con carisma una ragione ideale antica. Quella di una Regione Italia crocevia del Mediterraneo, alleata degli Usa e amica della Russia, fattore di distensione internazionale ma collocata con chiarezza nell’Occidente e con le forze che hanno difeso la libertà degli italiani sulla punta delle baionette.

twitter@FDepalo

Ecco l’appello di Gianfranco Rotondi a Pd e a Forza Italia (e a Cairo...)

Non crede ad un patto di destracentro già sigillato tra Lega e Forza Italia Gianfranco Rotondi, presidente della Fondazione Dc e deputato azzurro. Semplicemente perché il rischio, osserva a Formiche.net, è che un momento dopo le urne Salvini certifichi il suo monocolore verde mollando gli ormeggi popolari e filoeuropeisti di Forza Italia. Il futuro del Paese? Da riscrivere con un civile…

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