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Parola d’ordine stabilità. Il primo (e molto atteso) responso delle agenzie di rating è all’insegna della conservazione: secondo Standard & Poor il rating dell’Italia resta fermo a BBB, niente downgrade e niente revisione dell’outlook che resta stabile. Dunque il giudizio sull’Italia non è stato ritoccato. Sei mesi fa l’agenzia nella sua valutazione aveva osservato che “l’elaborazione della legge di bilancio 2024 del governo di Giorgia Meloni, sarà importante per valutare l’impegno del governo alla prudenza fiscale”. Obiettivo che è stato raggiunto.

Le reazioni

“Le valutazioni di Standard and Poor’s – osserva il vicepremier Antonio Tajani – confermano che la manovra approvata dal governo rassicura i mercati, rassicura le agenzie di rating e questo dimostra che stiamo andando nella giusta direzione. Forza Italia continuerà a lavorare perché a livello internazionale la credibilità del nostro Paese sia sempre maggiore”. Secondo Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera il primo giudizio, da parte di una delle più importanti agenzie di rating, sui conti pubblici “risulta dunque essere estremamente positivo, a dimostrazione della serietà del governo Meloni e delle politiche intraprese per rilanciare l’economia, volte a tutelare i cittadini rispettando, al tempo stesso, gli equilibri di finanza pubblica”.

Valutazioni e manovra

Nell’immediato, il governo è atteso da altre tre valutazioni. Il 27 ottobre toccherà a Dbrs, che sei mesi fa aveva confermato il rating BBB High con outlook stabile. Il 10 novembre Fitch che, al pari di Dbrs, nelle sue valutazioni pubblicate lo scorso maggio aveva confermato all’Italia il rating a BBB con trend stabile, osservando che la crescita italiana aveva “superato le nostre attese nel primo trimestre del 2023″. Infine il 17 novembre chiuderà Moody’s.

Il governo ha definito la manovra “seria e realistica”, proprio perché impostata su due elementi di merito: i 13 miliardi di maggiore interesse sul debito, dettati dopo le iniziative della Bce che ha alzato i tassi; e i circa 20 miliardi legati al superbonus, retaggio del recente passato. “L’aumento dei tassi e il Superbonus fanno complessivamente più della manovra di bilancio”, ha evidenziato Giorgia Meloni presentando la manovra due giorni fa. Si prevede inoltre una riduzione dal 140,2% del Pil nel 2023 al 139,6% nel 2026.

Qui Francoforte

Dieci giorni fa era stato il governatore della banca centrale austriaca, Robert Holzmann, esponente del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, ad aprire a possibili ulteriori rialzi dei tassi da parte di Christine Lagarde per tentare di ridurre il caro inflazione, con la giustificazione che “non siamo ancora fuori pericolo”. Aggiungendo: “Se un ulteriore shock esercita ulteriore pressione sul livello dei prezzi, potremmo aver bisogno di un ulteriore aumento, che ci piaccia o no”. Di fatto un allarme per chi, come l’Italia, ha già pagato un prezzo alto dopo la decisione di Francoforte dei mesi scorsi. Uno dei primi effetti nel nostro Paese è stato il calo del 9% nel primo semestre del 2023 per quanto riguarda gli acquisti di abitazioni, mentre un calo più sostanzioso è stato fatto registrare alla voce mutui per l’acquisto della prima casa.

Nessun declassamento. Standard & Poor conferma il rating per l'Italia

Primo step superato. Tajani: “La manovra approvata dal governo rassicura i mercati, rassicura le agenzie di rating e questo dimostra che stiamo andando nella giusta direzione”. Foti: “È la dimostrazione della serietà del governo Meloni e delle politiche intraprese per rilanciare l’economia”

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