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Niente di meglio di una gita a Strasburgo per capire le distanze siderali che separano l’universo leghista da quello pentastellato. Sulle battaglie di fondo in Europa i due movimenti sono agli antipodi e non ne fanno mistero. Altro che Orban, per i Cinque Stelle quello è “un avversario dell’Italia”. A spiegarcelo senza mezzi termini è Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare pronto a fare il bis, punta di lancia dell’eurogruppo grillino, dove si è guadagnato, fra le altre cose, la vicepresidenza del Parlamento Ue. Immigrazione, politiche sociali, austerity, i Cinque Stelle in Europa, spiega a Formiche.net, sono ben altro rispetto alla Lega salviniana.

Castaldo, voi vi preparate a entrare nei palazzi europei e i vostri a Roma sono pronti a uscirne…

Si riferisce al caso Siri? Guardi che nessuno vuole la crisi di governo, solo che la responsabilità si esercita in due. Noi il nostro lo abbiamo fatto, ora la controparte deve capire, se così non sarà ne prenderemo atto.

Cioè ha ragione Conte?

Noi sosteniamo pienamente la scelta del premier Conte di revocargli l’incarico. Rattrista piuttosto l’assenza di senso di responsabilità da parte della Lega, specialmente in un contesto nazionale e internazionale così delicato.

Siri non è ancora stato sentito dai magistrati.

Per carità, nessuno vuole processi anticipati, aspettiamo l’esito delle indagini della magistratura. Ma quando si parla di un eventuale coinvolgimento in un caso di corruzione di questa rilevanza, dove addirittura sarebbero emersi contatti fra Paolo Arata e Cosa Nostra, il senso di responsabilità dovrebbe imporre al sottosegretario Siri di fare un passo indietro spontaneamente.

E invece…

E invece la sua pervicacia nel voler rimanere sulla poltrona pur non avendo più le deleghe è un pessimo segnale. La priorità di un sottosegretario dovrebbe essere tutelare l’onorabilità e la credibilità del governo a livello nazionale e internazionale.

Insomma, in Italia M5S e Lega sono ai ferri corti. E in Europa?

In Europa ci siamo sempre confrontati con tutti, preferibilmente con i piccoli gruppi e non con le grandi famiglie politiche che interpretano a loro piacere le norme interne. Ovviamente la nostra idea di Europa è antitetica e diversa rispetto alla visione ultranazionalista del gruppo politico che Salvini sta mettendo in piedi. Noi non ci poniamo la questione Europa sì o Europa no, ma di come proseguire il processo di integrazione e sanare le evidenti asimmetrie dell’Eurozona.

Ha visto le foto di Salvini in elicottero con Viktor Orban? Su facebook ha scritto che le posizioni dei due governi sono identiche.

Salvini può parlare a titolo personale, non a nome dell’esecutivo né tantomeno del Movimento Cinque Stelle. Prima di parlare a ruota libera dovrebbe concordare queste posizioni con gli altri membri del governo.

Cosa non va in Orban?

Orban è un avversario dell’Italia, era quello che chiedeva a Juncker di essere intransigente nella trattativa sul deficit, pro-austerity ma contrario al ricollocamento dei migranti. In Ungheria sta adottando politiche illiberali e spesso lesive dei diritti dei lavoratori. L’esatto opposto di quanto sta facendo in Italia il M5S con il decreto dignità e il reddito di cittadinanza e di quanto vogliamo fare in Europa per combattere il dumping salariale.

Forse su un altro nome siete d’accordo con la Lega: Jean Claude-Juncker. In una recente intervista ha dato addosso alla Germania e al suo surplus. Troppo tardi?

Ci risiamo con le lacrime di coccodrillo. Già le aveva versate con il mea-culpa sulla Grecia, quella che Monti all’epoca definiva “il più grande successo dell’euro” e che invece è stata messa in ginocchio dall’austerity. Questi vuoti riconoscimenti hanno ben poco di efficace, quando poi arrivano a fine mandato si riducono a un’ipocrita presa d’atto. Avremmo voluto sentire queste parole tre anni fa, quando ancora si potevano razionalizzare le asimmetrie della zona euro, parlare di eurobond. L’Italia ha rischiato la procedura di infrazione, per il surplus tedesco questa Commissione non ha nemmeno ventilato l’ipotesi.

Si avvicinano le elezioni. Cosa si mormora sulle alleanze a Strasburgo?

Io sono convinto che il Ppe voglia giocare su due tavoli. Da una parte manterrà sottotraccia l’asse con i sovranisti, dall’altra valuterà una maggioranza alternativa con i liberali in salsa macroniana. Weber fa il duro con i nazionalisti ma poi ha fatto d tutto per salvare Orban, nonostante Fidesz sia inconciliabile con i valori di un partito che si definisce cristiano sociale, credo che i fatti mi daranno ragione.

E voi dove andate?

Abbiamo di fronte uno scenario fluido, socialdemocratici e liberali sono molto divisi, rimane l’incognita sul collocamento di En Marche. Questa flessibilità ci permette di acquistare un importante peso specifico, non entreremo in una maggioranza ma diventeremo l’ago della bilancia.

castaldo

Salvini si tenga Orban, noi siamo un'altra cosa. Parla Castaldo (M5S)

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