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Quei sette minuti di applausi ricevuti durante il discorso in cui comunicava al mondo la decisione della Germania di accogliere quasi un milione di migranti sarebbero diventati presto sette anni di agonia. Quel 2015 di porte aperte l’ha condotta, in maniera lenta e frastagliata, verso la chiusura della sua carriera politica annunciata per il 2021. Angela Merkel, seppure abbia più volte definito quello dell’accoglienza uno “sbaglio giusto”, ha visto sfumare il suo sogno più grande: superare Helmut Kohl.

QUASI QUASI

Alla guida del partito dal 2000, Angela Merkel aveva preso in mano l’eredità di Kohl diventando, nell’arco di pochi anni, la donna più potente al mondo, la Mutti d’Europa che dava stabilità al Vecchio continente, mentre la politica fagocitante di oggi ingeriva uno a uno capi di Stato e di governo europei cui stringeva la mano. E quando, al massimo della sua fama, affermava che “se l’Europa fallisce sul tema dei rifugiati sarà distrutta la sua stretta connessione con i diritti civili universali”, forse, in fondo, sapeva che stava annunciando la sua di distruzione.

LA PRESIDENZA

Kohl guidò a Cdu per 25 anni, lei per 18. Il primo governò la Germania per 16 anni e lei, forse, riuscirà a eguagliarlo. E come Kohl anche Merkel sarà costretta a portare avanti l’ultimo periodo della sua presidenza della Cdu in una scenografia tetra. Gli scandali finanziari che colpirono l’allora presidente onorario Kohl a ridosso degli anni 2000 potrebbero essere paragonati all’atmosfera angusta che si respira ora all’interno della Cdu. Perché, al di là dei pronostici su chi prenderà le redini impugnate da Merkel per riportare il cavallo della Cdu a destra, la domanda da porsi è se riuscirà ad arrivare a fine mandato. Merkel è infatti stanca, derubricata a un ruolo secondario in Europa e fagocitata, adesso, dalla politica della stessa Germania.

IL FUTURO

Le possibilità di Merkel di rimanere Cancelliera dipendono principalmente da chi diventerà il nuovo segretario della Cdu. Nel caso vincesse Annegret Kramp-Karrenbauer (AKK per molti giornali tedeschi) grande favorita e nuova segretaria generale della Cdu, potrebbe crearsi l’effetto “Lame duck”. Questo si verifica quando un politico non è in corsa per una propria rielezione e nel processo elettorale perde il proprio potenziale di minaccia interna. Insomma, in questo caso il ruolo della Cancelliera Merkel non avrebbe più senso.

Se Merkel resisterà passerà gli ultimi tre anni del suo cancellierato come tutti i presidenti americani all’inizio della campagna elettorale successiva al loro secondo e ultimo mandato: nell’ombra ad aspettare (Lame duck, anatra zoppa, appunto). Finirà per fare la spettatrice di una coalizione malmessa e impopolare, di un’Europa che avrà altri interlocutori e di una campagna elettorale per le elezioni del 2021 probabilmente a maggioranza femminile. L’Spd sarà infatti guidata da Andrea Nahles; Die Grünen, sinistra ben più viva e presente della socialdemocrazia, saranno forse trascinati da Annalena Baerbock; l’Afd molto probabilmente da Alice Weidel e la Cdu è possibile che sarà comunque capitanata da AKK, che tra l’altro è mamma di tre figli e alcuni mesi fa ha trionfato alle elezioni regionali del Saarland.

E mentre Merkel vedrà prima l’elezione del nuovo segretario, poi le primarie, a seguire la campagna elettorale e infine l’elezione, concluderà il suo ultimo mandato con una legge che la farà ricordare come buona, come capita spesso in Italia, negli Usa e nel mondo intero. Verso la primavera del 2021 dichiarerà il suo endorsement al candidato della Cdu per lei migliore e poi, forse, si consolerà con della buona birra tedesca, un po’ come dichiarò di fare Hillary Clinton dopo essere stata sconfitta da Donald Trump: “Ho bevuto Chardonnay”, disse.

Israele,GERMANIA

Un futuro da lame duck per Angela Merkel? Ipotesi e prospettive

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