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La Russia avrebbe elaborato in gran segreto un piano per aiutare Julian Assange a fuggire da Londra, dove è da otto anni si trova all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador. A rivelarlo è il quotidiano britannico Guardian, che fa notare come il presunto coinvolgimento russo nella vicenda sollevi nuovi interrogativi sui legami tra il Cremlino e il cofondatore di Wikileaks.

LA RICOSTRUZIONE DEL GUARDIAN

Secondo la testata, diplomatici russi avrebbero avuto colloqui segreti a Londra per organizzare la fuga di Assange alla vigilia di Natale 2017, dopo il fallimento dei tentativi di fargli avere un formale status diplomatico. Il piano, scrive ancora il giornale, prevedeva di portarlo via dall’ambasciata dell’Ecuador usando un veicolo con targa diplomatica e trasferirlo in un altro Paese, con la Russia come destinazione finale, dato che oltre i confini russi Assange non rischierebbe in alcun modo l’estradizione verso gli Usa.

LA SEQUENZA DI EVENTI

Pur precisando di trovarsi in presenza di “dettagli frammentari”, il quotidiano britannico cita due fonti al corrente delle attività dell’ambasciata ecuadoregna, secondo le quali i contatti con Mosca sarebbero stati tenuti da Fidel Narváez, fino a poco tempo fa console di Quito a Londra e confidente di Assange. L’uomo, contattato dal Guardian, ha però smentito la ricostruzione e ha detto di essere stato all’ambasciata russa a Kensington due volte l’anno, in qualità di membro di un gruppo di “20-30 diplomatici da diversi Paesi”, per partecipare a “incontri aperti al pubblico” tenuti da quando il caso dell’avvelenamento dell’ex spia Sergej Skripal in Inghilterra è sfociata in crisi diplomatica tra Londra e Mosca.

Narváez, scrive ancora il quotidiano britannico, avrebbe avuto un ruolo di primo piano anche nella fuga dell’ex contractor dell’intelligence Usa Edward Snowden dopo la diffusione dei file segreti della Nsa nel 2013. Avrebbe infatti fornito al responsabile del Datagate un salvacondotto quando lasciò Hong Kong per la capitale russa. Il Cremlino, spiega il quotidiano londinese, sarebbe stato d’accordo con l’idea di aiutare Assange e anche di farlo andare in Russia per vivere lì (come sta facendo anche Snowden). Un uomo d’affari russo non identificato avrebbe curato questa parte della vicenda. Il piano, rivela infine il Guardian, sarebbe poi stato cancellato a due giorni dalla data stabilita.

IL RUSSIAGATE

Infine un aspetto non secondario. Nel suo articolo, il Guardian ricorda che l’australiano è attualmente nel mirino dell’indagine del procuratore speciale Usa Robert Mueller sul Russiagate per la diffusione delle e-mail rubate dai server del Partito democratico che avrebbero danneggiato la campagna per le presidenziali 2016 di Hillary Clinton. La vicenda, se confermata, potrebbe aggiungere un altro elemento importante al materiale d’inchiesta.

Il piano segreto di Mosca per far fuggire Assange da Londra. La ricostruzione del Guardian

Di Federica De Vincentis

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