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Ora che è uscito il decreto sul Reddito di Cittadinanza, sarà possibile vederne durante la sua applicazione pregi e difetti. Si tratta di una scommessa che si regge su basi fragili, come si sa, a causa dell’indebitamento nazionale e la mancanza di risorse. Fragili sono anche le premesse tecniche, con enormi complicazioni di carattere operativo e funzionale. Tuttavia si tratta di una sfida a cui guardare con rispetto e attenzione.

Rispetto che sempre dovrebbe contraddistinguere le relazioni politiche tra avversari, soprattutto quando si tratta di politiche che vogliono rispondere a un oggettivo problema come quello della mancanza di lavoro. Attenzione perché non basta dire: “Il lavoro non c’è, punto”. Sappiamo che ne n’è poco e probabilmente ce ne sarà sempre di meno. Davanti a questa sfida (che si trasforma in tragedia per certe aree), le politiche da mettere in atto sono numerose e riguardano la formazione, l’istruzione di base, la digitalizzazione, le politiche attive ecc. Il reddito di cittadinanza non sarà la bacchetta magica ma un tentativo di risposta lo è. Sarà sbagliato (forse) ma intanto è una proposta. A chi nel Pd ne fa la caricatura, limitandosi a dire con arroganza e senza spirito dialogico che: “l’è tutto sbagliato”, sommessamente ricordo che con tale tema abbiamo avuto a che fare anche noi nei governi della scorsa legislatura, senza sapere come uscirne davvero.

Proprio non condivido l’atteggiamento secondo il quale qualunque cosa venga dall’avversario è sbagliata a prescindere. Certo tale fu anche l’atteggiamento passato del M5S: come bene scrive Feltri sulla Stampa, tale reciproca delegittimazione dell’avversario ha portato il ceto politico all’autodistruzione. Sarebbe bene che nel Pd si smettesse con tale protervia della “vita in vacanza”: si critichi pure ma non si derida (è tipico dei fascisti farlo), vedremo passo passo come andrà. E soprattutto si proponga qualcosa d’altro. Infatti non esiste per ora sul tavolo un’idea diversa, se non quella di ripetere “crescita, crescita!”: ma è una pia illusione. Sappiamo infatti che crescita non c’è né ci sarà, perché l’innovazione distrugge posti di lavoro senza crearne altrettanti… da sole le imprese non possono assorbire tutto il bisogno di lavoro che esiste.

Quindi abbiamo bisogno di un’idea creativa che parta (probabilmente) dal togliere al lavoro la caratteristica di “fattore di produzione”. Nel Novecento era così, ora non più. È necessario che qualche esperto ci rifletta bene. Ne va della futura stabilità democratica occidentale. Inoltre non si può confondere il reddito di cittadinanza con il reddito di inclusione del governo Gentiloni: erano e sono due norme diverse. Il Rei era contro la povertà, il RdC per il lavoro. Qui anche M5S ha peccato di arroganza destrutturando il Rei invece di cambiarlo o adattarlo: come se tutto ciò che veniva dal PD fosse radioattivo.

Mi ha colpito la lettera inviata all’Espresso da una giovane progressista che, lamentando tale atteggiamento della sinistra, scrive: “Ogni volta che leggo (o troppo spesso sento) bollare, persone come (mio padre), che vorrebbero solo vivere serenamente e far vivere serenamente i propri affetti con un onesto lavoro, come ”animali da divano” o ”scansafatiche” o ”parassiti in nero” mi si stringe il cuore”.

Davvero è insopportabile tanta insensibilità così come è diventato stucchevole tale dialogo fra sordi. Il Pd come forza più vecchia e matura del M5S, ha la responsabilità di fare il primo passo e cambiare stile. Non esistono in politica tabù assoluti (salvo quelli antifascisti iscritti nella Costituzione…ma sembra che questo impensierisca di meno). Esiste solo una dialettica, magari dura ma che riconosca la piena legittimità dell’altro. Sarà perché sono abituato in tutt’altro modo, ma non condivido atteggiamenti presuntuosi in quella parte politica che dovrebbe essere la più vicina ai bisogni delle persone. Ora il RdC esiste: invece di remare contro la speranza di tanti concittadini senza lavoro, vediamo come funziona, speriamo che funzioni, contribuiamo con nuove idee.

Il reddito di cittadinanza non è la bacchetta magica. Ma nessuno remi contro

Ora che è uscito il decreto sul Reddito di Cittadinanza, sarà possibile vederne durante la sua applicazione pregi e difetti. Si tratta di una scommessa che si regge su basi fragili, come si sa, a causa dell’indebitamento nazionale e la mancanza di risorse. Fragili sono anche le premesse tecniche, con enormi complicazioni di carattere operativo e funzionale. Tuttavia si tratta…

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