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Lo spazio è ancora uno dei pochissimi settori dell’alta tecnologia in cui l’Italia riveste una posizione di leadership a livello globale. È un settore dove il nostro Paese ha investito con continuità negli anni, sviluppando capacità e infrastrutture all’avanguardia che possono sostenere lo sviluppo e l’erogazione di una pluralità di servizi trasversali, in risposta a diverse esigenze, a partire da quelle per il controllo e la tutela dell’ambiente, la difesa e gestione del territorio, la sicurezza e i molteplici ambiti in cui le tecnologie di osservazione, navigazione e telecomunicazioni possono giocare un ruolo-chiave.

Nella passata legislatura le imprese del settore Spazio, e in modo particolare la nostra Associazione, hanno seguito con grande attenzione e coinvolgimento il dibattito che ha portato all’approvazione della legge “Misure per il coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e disposizioni concernenti l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia spaziale italiana”, pubblicata a gennaio in Gazzetta ufficiale. Si tratta di una riforma che le imprese attendevano e auspicavano da molti anni e che introduce un modello fortemente innovativo, capace di porre il nostro Paese all’avanguardia nello scenario europeo e internazionale. In particolare questa nuova legge interviene a regolare un contesto caratterizzato da nuove applicazioni spaziali che alimentano importanti sviluppi di attività economiche e investimenti privati e che trovano ora uno strumento di indirizzo strategico idoneo a coordinare e condividere – con un virtuoso approccio di “sistema” – le politiche del settore a livello nazionale e in armonia con le politiche europee.

Uno dei punti di forza della nuova Legge è la molteplicità dei soggetti istituzionali chiamati a concorrere al processo decisionale grazie a un apposito Comitato interministeriale. Questo può contribuire in modo decisivo alla sensibilizzazione più ampia nei riguardi del “mondo spaziale”, alla condivisione delle strategie e, pertanto, all’assunzione dei relativi impegni di investimento. Ma, di contro, la stessa molteplicità dei soggetti può costituire un boomerang per la sua complessità. Sarà quindi fondamentale che l’Ufficio preposto a gestire operativamente i compiti istituzionali assegnati al nuovo Comitato interministeriale abbia le caratteristiche necessarie per coordinare e gestire le attività con competenza, efficienza, concretezza e velocità. Questa è, ora, la prima sfida per la nuova legislatura e il nuovo esecutivo, ossia che le istituzioni proseguano il percorso imboccato con la riforma, implementandola in modo efficace e con il giusto coinvolgimento di tutte le parte sociali, a partire dal mondo industriale.

Ma occorre fare un passo indietro, a come si è realizzata la svolta che ha portato alla riforma dopo oltre venti anni di tentativi falliti. E qui entra in gioco il Parlamento, nel cui seno negli ultimi tre anni ha operato l’Intergruppo parlamentare per lo Spazio, costituito da deputati e senatori di tutto lo schieramento politico, che ha giocato un ruolo importante offrendo al confronto tra istituzioni e operatori del settore una sede di approfondimento e riflessione politica irrinunciabile. L’esistenza di questo Intergruppo e il dialogo tra le rappresentanze industriali e le commissioni parlamentari sono stati determinanti per la buona riuscita del disegno di legge. L’auspicio è che il nuovo Parlamento voglia esprimere la stessa consapevolezza del ruolo assolutamente strategico dello Spazio e si impegni a continuare a esprimere attenzione per supportare altri passaggi decisivi: dalla creazione di norme che agevolino con coraggio il ricorso alle straordinarie opportunità offerte dalle tecnologie spaziali, al posizionamento del nostro Paese nello scenario internazionale e in Europa, ad esempio qualificando l’Intergruppo parlamentare italiano – che vogliamo confidare venga tempestivamente ricostituito – anche nel contesto della European interparliamentary space conference (Eisc).

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