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Ci sono amori “maledetti”, che sono usati ma non corrisposti. In questa categoria potrebbe con ogni probabilità rientrare l’attrazione fatale del presidente della regione Puglia, il dem Michele Emiliano. Da anni ormai fa il filo al Movimento 5 Stelle. Arrivato alla guida della regione aveva chiesto alla grillina Laricchia di entrare in giunta. La risposta fu negativa. E sebbene Emiliano abbia di fatto condotto una continua campagna elettorale a favore di Di Maio & co, i pentastellati si sono sempre guardati bene dall’abbracciare l’ex magistrato barese. Il quale è noto per il suo carattere forte. E infatti non demorde. Di Maio al governo si è rammollito? Lui non si arrende. Ha sempre una carta di riserva, Emiliano.

​”Ho bisogno dell’aiuto di Alessandro Di Battista. Vorrei incontrarlo. Parlargli. Trovare una strategia comune. Abbiamo idee diverse, ​è ​vero, ma tra lasciare il mondo come sta e trovare un posto dove il gasdotto fa meno danni, secondo me ​è​ meglio unire gli sforzi per spostarlo pi​ù​ a nord. Se non interveniamo subito i lavori andranno avanti e non ci sar​à​ modo di cambiare l’approdo”. ​Il gasdotto Tap frutto di accordi internazionali sottoscritti dall’Italia e ribaditi dal presidente della Repubblica e dal ministro degli Esteri (ma avversato dai russi) è una ossessione del governatore della Puglia​ che si rivolge all’esponente pentastellato affinché si ​adoperi ​”​perch​é​ quanto promesso in un comizio elettorale di M5S qualche tempo fa nella regione diventi realt​à”​. “Adesso ​- insiste Emiliano – ​Di Battista deve metterci la faccia accanto a noi pugliesi e provare a spostare l’approdo in una zona meno dannosa. Dimostrer​à​ cos​ì ​di essere la brava persona che molti di noi pensano che sia”​. Che dolce!

​Peccato che dall’altra parte, quella del Movimento, non ci sia la sponda richiesta. Per i grillini, il dossier Tap così come quello dell’Ilva, è divenuto troppo serio e sensibile per rincorrere il populista biancorosso (colori del Bari, ndr). In cambio, Carlo Calenda non perde occasione per sottolineare la sostanziale incompatibilità del governatore pugliese con il partito di cui lui è ora iscritto. “Emiliano​ – osserva con ironia l’ex ministro sul solito Twitter -​ ha bisogno di Di Battista. Il Pd ha bisogno di Emiliano. Per la propriet​à​ transitiva il Pd ha bisogno di Di Battista. Oppure non ha pi​ù​ bisogno di Emiliano”. ​

La risposta sarebbe semplice e sarebbe a conferma dell’ultima frase. Peccato che né Renzi prima né Martina ora abbiano alcuna voglia di mettere in crisi la giunta pugliese ed il suo presidente. È un amore maledetto anche quello che, pur essendo finito, non riesce ad essere risolto. In mezzo c’è sempre lui, Michele Emiliano, che non trova pace. Ma soprattutto in mezzo ci sono Tap, Ilva e decisioni che impattano sulla vita dei cittadini e sulla credibilità della Repubblica. In questa doppia e tormentata storia d’amore nessuno sembra volersene fare carico. ​

L'amore di Emiliano per il M5S e l'appello ad Alessandro Di Battista. Il balletto sul Tap continua

Ci sono amori "maledetti", che sono usati ma non corrisposti. In questa categoria potrebbe con ogni probabilità rientrare l'attrazione fatale del presidente della regione Puglia, il dem Michele Emiliano. Da anni ormai fa il filo al Movimento 5 Stelle. Arrivato alla guida della regione aveva chiesto alla grillina Laricchia di entrare in giunta. La risposta fu negativa. E sebbene Emiliano…

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