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Le relazioni tra Italia ed Israele, anche in campo cyber, godono di buona salute ma vanno incrementate. Il tema è stato dibattuto a Tel Aviv durante l’Italy-Israel Cyber Summit, un evento che riunisce ricercatori ed esperti per discutere di innovazione e della cooperazione tra le due nazioni nel campo della ricerca, e che si svolge nell’ambito dell’annuale conferenza internazionale di sicurezza informatica Cyber Week.

CHI HA PARTECIPATO

Il dibattito, moderato dalla giornalista Rai Barbara Carfagna, è stato aperto dai saluti dell’ambasciatore italiano in Israele Gianluigi Benedetti e del professore Isaac Ben-Israel, direttore del Blavatnik ICRC della Tel Aviv University.
Successivamente, tre distinti panel hanno visto avvicendarsi, tra gli altri: Paolo Messa, direttore del Centro Studi Americani; Lior Tabansky, capo del Cyber Research Development presso il Blavatnik ICRC della Tel Aviv University; Giorgio Mosca, direttore Strategy and Technologies – Security & Information Systems Division di Leonardo; Mariarosalba Angrisani, TTO Vice Chief – Federico II Università di Napoli; Eynan Lichterman, manager, R&D and Technologies, Strategy and Capacity Building Unit – Israeli National Cyber Directorate; Marco Mayer, direttore del master in Intelligence e Sicurezza alla Link Campus University; e Raffaele Marchetti, senior assistant professor alla Luiss Guido Carli.

COOPERAZIONE STRATEGICA

Durante l’incontro, la centralità della cooperazione italo-israeliana, dovuta principalmente alla complementarietà dei sistemi economici, è apparsa strategica per gli speaker di entrambi i Paesi. Nonostante siano molte le iniziative bilaterali già avviate, i relatori hanno convenuto sulla necessità di ampliare e completare lo spettro d’azione e d’intervento dei progetti bilaterali.

LE DIFFERENZE TRA I DUE PAESI

Il dominio cyber presenta nuove e molteplici sfide – quelle poste dall’intelligenza artificiale e le sue implicazioni nella vita di ogni giorno, nonché le minacce dell’Hijacking, ossia l’attacco informatico mirato a dirottare il traffico dati, sembrano essere quelle più rilevanti -, ed Italia e Israele appaiono molto diversi se osservati in questa prospettiva. Israele è uno dei paesi tecnologicamente più innovativi ed avanzati al mondo, mentre l’Italia è ancora in fase di strutturazione. Il nostro paese sta ancora investendo molto nello sviluppo e nella creazione di un sistema maturo in ambito cyber; la nuova architettura nazionale e la riorganizzazione interna conseguente, rappresentano però un forte impegno in questo senso. Inoltre, il mercato digitale italiano è in crescita ed offre svariate opportunità in tutti i settori, specialmente in quello economico- finanziario e dell’occupazione.

L’INTERESSE DELL’ACCADEMIA

Esponenti del mondo accademico, Marco Mayer e Raffaele Marchetti, hanno manifestato da un lato la volontà di creare ulteriori momenti di confronto e, dall’altro, l’interesse e la disponibilità di avviare dei corsi executive di formazione in ambito cyber destinati agli alti funzionari pubblici e top manager del mondo privato. Questi corsi potrebbero essere realizzati da un consorzio universitario e dovrebbero basarsi sulle esperienze pregresse già maturate nel nostro paese, mutuando allo stesso tempo le best practice israeliane nell’educazione e formazione. Israele infatti ha investito molto in questo settore, rendendo obbligatoria una formazione in ambito informatico-tecnologico già a partire dall’istruzione di base.

L’ESPERIENZA DEL CINI

Nel corso del dibattito è stato presentato il Consorzio Interuniversitario per la Sicurezza Informatica (Cini), fiore all’occhiello del panorama cibernetico italiano, ed è stata enfatizzata da tutti i presenti la necessità di focalizzarsi e lavorare sull’interdisciplinarietà dell’approccio alla materia. A riprova di ciò, Mariarosalba Angrisani ha introdotto il San Giovanni Hub dell’Università Federico II di Napoli, un laboratorio innovativo nato in una zona industriale dismessa del napoletano, che si presenta oggi come polo d’attrazione per investimenti nazionali ed internazionali.

L’IMPORTANZA DELL’INNOVAZIONE

Lior Tabansky ha ribadito l’importanza dell’innovazione, ma soprattutto di un efficiente management in questo settore, che deve essere mirato a raggiungere i risultati attesi. In aggiunta, la necessità di connettere meglio i vari settori della società è stata presentata come una priorità sulla quale lavorare in maniera congiunta.

IL CONTRIBUTO DELLE IMPRESE

Infine, in un’ottica imprenditoriale, Giorgio Mosca ha introdotto l’azione di Leonardo (co-organizzatore in Italia di una conferenza come Cybertech Europe), sottolineando la centralità dell’approccio adottato in questo settore, basato sull’acquisizione di start up innovative e nella partenership Pubblico-Privato. Forte enfasi è stata posta sulla collaborazione sistematica nel trasferimento di tecnologie e know how, inestinguibile fonte di opportunità e crescita per entrambi i Paesi.

europea

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